Il venerdì di preghiera in Libia è stato segnato dal riaccendersi delle violenze su più fronti, mentre a Sirte prosegue l’assalto delle forze del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) che non sarebbero ancora riuscite ad avere la meglio sugli elementi fedeli al colonnello Muammar Gheddafi.
Agenzia Misna - A Tripoli, nel quartiere di Abu Salim, una battaglia di strada ha opposto gli combattenti del Cnt a un gruppo di sostenitori dell’ex guida libica formato da 20 a 50 uomini armati. Il sito ‘Libyan free press’ riferisce invece di intensi combattimenti nella zona del porto di Tripoli che si sarebbero conclusi con una ‘vittoria’ della ‘resistenza verde’ mentre la gente “si sta lamentando per le difficili condizioni di vita” nella capitale.
Sul fronte di Sirte due assalti con pesanti bombardamenti e scontri nelle strade che hanno interessato il centro città e il quartiere orientale, zone dove ‘sacche di resistenza’ pro-Gheddafi continuano a mantenere saldamente le proprie posizioni. Si registrano vittime dalle due parti da quando, venerdì scorso, le forze del Cnt hanno cominciato ‘l’assalto finale’ a Sirte; da allora, secondo fonti mediche almeno 95 elementi pro-governo sono stati uccisi e centinaia feriti. ‘Libyan free press’ sottolinea che oggi Sirte assomiglia ad “una Stalingrad moderna con tutti gli edifici incendiati o distrutti”, “prova tangibile degli effetti dei bombardamenti quotidiani della Nato”, mentre le forze del Cnt vengono accusate di “gravi crimini ai danni dei civili”. Secondo la stessa fonte, è ormai “evidente la disorganizzazione del Cnt” che a Sirte, città natale di Gheddafi, avrebbe “perso 1600 uomini oltre agli 800 feriti”.
Sulla sorte di uno dei figli del colonnello, Mutassem, dopo averne annunciato ieri l’arresto, oggi il Cnt fa marcia indietro. “C’è stata qualche confusione nei racconti sulla cattura di Mutassem. Appena avremmo tutto le conferme del caso ci sarà un annuncio ufficiale circa la sua cattura” ha detto Abdelkarim Bizama, alto consigliere del presidente del Cnt.
Secondo il sito della ‘Libyan free press’, oggi a Bani Walid, altro feudo pro-Gheddafi, il Cnt sarebbe stato “sconfitto nel deserto” con 150 uomini uccisi mentre le città di Sabha e Daraj sarebbero ancora sotto il controllo delle forze del colonnello.
Intanto, sul versante della produzione petrolifera, che presto potrebbe superare i 400.000 barili quotidiani secondo la compagnia pubblica ‘National Oil Co’, il ministro del Petrolio del Cnt, Ali Tarhuni, ha annunciato che il nuovo governo “indagherà su ogni dollaro sospetto in relazione ai contratti firmati durante il regime di Gheddafi”, responsabile secondo Tarhuni di “una corruzione incredibile”.
Agenzia Misna - A Tripoli, nel quartiere di Abu Salim, una battaglia di strada ha opposto gli combattenti del Cnt a un gruppo di sostenitori dell’ex guida libica formato da 20 a 50 uomini armati. Il sito ‘Libyan free press’ riferisce invece di intensi combattimenti nella zona del porto di Tripoli che si sarebbero conclusi con una ‘vittoria’ della ‘resistenza verde’ mentre la gente “si sta lamentando per le difficili condizioni di vita” nella capitale.
Sul fronte di Sirte due assalti con pesanti bombardamenti e scontri nelle strade che hanno interessato il centro città e il quartiere orientale, zone dove ‘sacche di resistenza’ pro-Gheddafi continuano a mantenere saldamente le proprie posizioni. Si registrano vittime dalle due parti da quando, venerdì scorso, le forze del Cnt hanno cominciato ‘l’assalto finale’ a Sirte; da allora, secondo fonti mediche almeno 95 elementi pro-governo sono stati uccisi e centinaia feriti. ‘Libyan free press’ sottolinea che oggi Sirte assomiglia ad “una Stalingrad moderna con tutti gli edifici incendiati o distrutti”, “prova tangibile degli effetti dei bombardamenti quotidiani della Nato”, mentre le forze del Cnt vengono accusate di “gravi crimini ai danni dei civili”. Secondo la stessa fonte, è ormai “evidente la disorganizzazione del Cnt” che a Sirte, città natale di Gheddafi, avrebbe “perso 1600 uomini oltre agli 800 feriti”.
Sulla sorte di uno dei figli del colonnello, Mutassem, dopo averne annunciato ieri l’arresto, oggi il Cnt fa marcia indietro. “C’è stata qualche confusione nei racconti sulla cattura di Mutassem. Appena avremmo tutto le conferme del caso ci sarà un annuncio ufficiale circa la sua cattura” ha detto Abdelkarim Bizama, alto consigliere del presidente del Cnt.
Secondo il sito della ‘Libyan free press’, oggi a Bani Walid, altro feudo pro-Gheddafi, il Cnt sarebbe stato “sconfitto nel deserto” con 150 uomini uccisi mentre le città di Sabha e Daraj sarebbero ancora sotto il controllo delle forze del colonnello.
Intanto, sul versante della produzione petrolifera, che presto potrebbe superare i 400.000 barili quotidiani secondo la compagnia pubblica ‘National Oil Co’, il ministro del Petrolio del Cnt, Ali Tarhuni, ha annunciato che il nuovo governo “indagherà su ogni dollaro sospetto in relazione ai contratti firmati durante il regime di Gheddafi”, responsabile secondo Tarhuni di “una corruzione incredibile”.
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