Intervista a P. Vito Del Prete, Segretario Generale della Pontificia Unione Missionaria
Agenzia Fides - “L’evangelizzazione oggi deve fare affidamento sullo Spirito Santo, che è il motore della missione, non tanto sui mezzi umani come il denaro. Se, nella missione, la mentalità prevalente è affidarsi ai soldi, il Vangelo non farà un passo avanti: lo ricordava anche il Beato p. Paolo Manna, fondatore dell’Unione Missionaria del Clero”: con tali, provocatorie parole, p. Vito Del Prete, PIME, Segretario Generale della Pontificia Unione Missionaria (PUM) interviene durante il mese missionario, tracciando, in una intervista all’Agenzia Fides, il futuro dell’animazione e della formazione missionaria nel mondo.
Quali sono le radici dell’opera di formazione e di animazione svolta dalla PUM?
La PUM nasce ai primi del ‘900 per la crisi dell’evangelizzazione, grazie a una intuizione del Beato p. Paolo Manna, PIME. Questi lamentava che la missione ad gentes era “un affare marginale della Chiesa, affidato solo a un manipolo di coraggiosi missionari. P. Manna voleva che la missio ad extra divenisse una urgenza di tutta la Chiesa e chiamava in causa prima di tutto Vescovi e preti. Finchè costoro non saranno formati alla missione, appassionati all’annuncio del Regno di Dio, diceva, il Vangelo non farà un passo avanti. Pensò così di istituire l’Unione Missionaria del Clero (che poi divenne la PUM) con il compito specifico di pregare, animare e formare in senso missionario il clero. Se i Pastori hanno la passione missionaria, anche il popolo di Dio la avrà.
Come procede oggi il lavoro?
L’intuizione di P. Manna è valida ancora oggi, nonostante i proclami e i documenti del Concilio Vaticano II, che ha sottolineato come tutta la Chiesa sia missionaria. Qualche esperienza positiva esiste: sacerdoti e laici fidei donum e un forte movimento laicale missionario. Ma la necessità di animare i Pastori, perchè si convincano che la vocazione al presbiterato e all’episcopato è essenzialmente missionaria, resta. La Chiesa non diventa missionaria, ma lo è per sua costituzione. Bisogna dire che, dopo un momento di entusiasmo seguito al Vaticano II, c’è stato un momento di stanca, tanto che Giovanni Paolo II ha parlato di “crisi della missione”, dovuta a diversi fattori: la nuova cultura, il relativismo, la crisi di identità del mondo occidentale ma, sostanzialmente, ad una crisi di fede.
Quali sono le sfide principali, in quest’opera, nei diversi continenti?
Formare i Pastori è la priorità assoluta. Lo chiedono le giovani Chiese, dalle quali sta ripartendo la vitalità del cristianesimo oggi. L’Africa, benedetta con una notevole fioritura di vocazioni, non ha ancora una tradizione nell’opera di formazione missionaria e manca di formatori qualificati. E in Africa i Pastori sono un punto di riferimento non solo per la comunità ecclesiale, ma anche per quella civile. L’Asia è meglio equipaggiata, con personale qualificato per la formazione, ma, in alcuni paesi, le Chiese locali si devono accontentare di quello che i governi permettono: Laos, Nordcorea, Birmania, Cina non danno visti di ingresso a personale esterno che possa aiutare la formazione. L’America Latina soffre, invece, non tanto per la carenza di specializzazioni accademiche ma, a volte, per le lacune nella testimonianza cristiana che ne minano la credibilità.
Quali strumenti di formazione usa la PUM?
La PUM, definita “l’anima” delle altre Pontificie Opere Missionarie (POM), offre una spiritualità apostolica a tutte le attività di evangelizzazione. Il Vangelo progredisce in forza dello Spirito Santo e non con il denaro: la PUM fa sì che il lavoro delle altre Opere non sia pura amministrazione. Organizziamo corsi finalizzati per i formatori, vescovi, preti, teologi, che da tutto il mondo, giungono al Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM), a Roma. Promuoviamo, inoltre, settimane di formazione nelle diverse Chiese locali. Altro strumento è la rivista “Omnis Terra” rivolta a tutti i responsabili dell’evangelizzazione e un Corso di studi sulla missione, fatto a dispense, che presto vorremmo rendere disponibile on-line.
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