Vigni (Ecodem): «L'Italia è in ‘default ambientale’». Confagricoltura: «La diminuzione di suolo rende più difficile la situazione».
GreenReport - «L'emergenza maltempo, con vittime, esondazioni, frane, è un film visto troppe volte. Purtroppo i problemi agroambientali non sono stati affrontati alla radice e puntualmente va in scena il disastro». Lo sottolinea Confagricoltura in relazione alle avversità atmosferiche che stanno colpendo il nostro Paese. «Certo i fenomeni meteorologici che si stanno riscontrando in questi giorni - prosegue Confagricoltura - sono di straordinaria intensità e violenza ma è indubbio che la situazione è aggravata dalla mancanza di strategie di salvaguardia. La diminuzione di terre agricole rende più difficile la situazione».
«Occorrono - sottolinea l'Organizzazione degli imprenditori agricoli - interventi adeguati che favoriscano una presenza attiva degli agricoltori sul territorio».
Confagricoltura fa presente come in dieci anni siano scomparsi 1,5 milioni di ettari di superficie agricola totale (comprensiva anche dei terreni non produttivi) e 300 mila ettari di superficie agricola utilizzata. «Molti disastri idrogeologici - commenta - sono dovuti all'abbandono delle terre, venendo a mancare l'attività agricola perché non sostenuta. E la situazione è ancor più preoccupante nelle aree marginali e montane».
«Smettiamola di chiamarle calamità naturali: le frane delle colline, le esondazioni dei corsi d'acqua, gli allagamenti delle città, le devastazioni del territorio che provocano vittime e ingenti danni economici hanno responsabilità precise». E' il commento di Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti democratici, sulle alluvioni che hanno colpito molte zone d'Italia.
«Cos'altro ci si può aspettare di diverso quando su un territorio così fragile come quello italiano, già ferito per decenni dall'incuria, dall'abusivismo edilizio, dalla mancanza di politiche di prevenzione, si scaricano anche gli effetti dei pesantissimi tagli ai finanziamenti per la difesa del suolo operati dal governo? Mentre corre il drammatico rischio di un collasso economico - finanziario, l'Italia è già in default ambientale. Ce ne rendiamo conto o no? Ce lo dicono le immagini di queste ore dalla Liguria e dalla Toscana, come quelle degli allagamenti di Roma nei giorni scorsi. Mentre l'Italia affonda sotto il peso dell'incuria verso il territorio, il Ministero dell'Ambiente viene di fatto cancellato e le risorse, a cominciare da quelle per la difesa del suolo, sostanzialmente azzerate».
«Non meno sconcertante è che quando si discute di misure per lo sviluppo e la ripresa economica non si pensi ad inserire gli interventi per la manutenzione del territorio e delle città tra gli interventi più utili e più importanti. Un piano nazionale per la riqualificazione ambientale e la difesa del suolo: questa deve essere considerata - conclude il presidente Ecodem - la più importante opera pubblica di cui l'Italia ha bisogno, se vogliamo garantire la sicurezza dei cittadini, evitare i costi conseguenti a frane ed alluvioni, contribuire alla crescita di un'economia sostenibile».
«Presenteremo un esposto per disastro colposo perché quello che sta accadendo non è legato ad eventi atmosferici straordinari o a calamità ma ad incuria e negligenza: la politica deve andare sotto processo». Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: «In 10 anni a causa di frane ed alluvioni sono morte 450 persone e almeno sette comuni su dieci, nel nostro paese presentano un rischio idrogeologico elevatissimo. I danni economici di quello che appare come un vero e proprio bollettino di guerra ammontano negli ultimi 20 anni a oltre 50 miliardi di euro».
«E' inaccettabile che nonostante la situazione sia così critica si continui con i Piani Casa l'assalto all'Italia dove, ogni anno, si consumano 480-500 chilometri quadrati di territorio: la Liguria, poi è la regione che ha la maggiore percentuale di territorio consumato con il 45% - continua il leader ecologista -. Non è accettabile che in un Paese dove ogni settimana si muore a causa di frane e alluvioni si continuino a spendere cifre astronomiche per le spese militari e per grandi opere inutili».
«Si spendono 15 miliardi per l'acquisto di caccia F-35, 8 miliardi per il Ponte sullo Stretto di Messina, 20 miliari per la Tav in Val di Susa, mentre per la lotta al dissesto idrogeologico e per la difesa del suolo sono stati pressoché azzerati tutti i fondi - conclude Bonelli -. Noi Verdi invieremo una lettera dettagliati su questa emergenza continua e mai affrontata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani per chiedere che ci sia una sessione straordinaria del Parlamento per una legge per lo stop al consumo del suolo in un Paese che cade a pezzi nel totale disinteresse della politica».
«Purtroppo gli eventi accaduti in Lunigiana sono disastri annunciati» afferma Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, «il nostro è un territorio molto fragile per quanto riguarda l'assetto idrogeologico e ogni anno le piogge portano con sé frane, smottamenti, piccole e grandi alluvioni. Quello che non va bene è che non si fanno abbastanza interventi di prevenzione e di riassetto idrogeologico del territorio. L'imputato principale è il Governo che, non solo non investe in questo settore, ma addirittura taglia le risorse al Ministero dell'Ambiente in maniera considerevole. Quando siamo in situazioni di crisi economica i tagli sono inevitabili, però ci sono settori sui quali si deve investire e il dissesto idrogeologico è uno di quelli. Senza la prevenzione, il prezzo da pagare per i danni sarà sempre più alto con conseguenze drammatiche per il territorio» conclude Piero Baronti.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervistato da La7ha detto che «Sono tributi molto dolorosi che purtroppo paghiamo ai cambiamenti climatici, non solo noi». «Purtroppo - ha aggiunto - non si è riusciti a impedire che ci fossero vittime umane». Il presidente però omette di dire che siccome il fenomeno del cambiamento climatico è noto almeno come quello del dissestro idrogeologico nazionale, non si è riusciti a impedire vittime umane anche perché si è fatto troppo poco, per non dire nulla...
GreenReport - «L'emergenza maltempo, con vittime, esondazioni, frane, è un film visto troppe volte. Purtroppo i problemi agroambientali non sono stati affrontati alla radice e puntualmente va in scena il disastro». Lo sottolinea Confagricoltura in relazione alle avversità atmosferiche che stanno colpendo il nostro Paese. «Certo i fenomeni meteorologici che si stanno riscontrando in questi giorni - prosegue Confagricoltura - sono di straordinaria intensità e violenza ma è indubbio che la situazione è aggravata dalla mancanza di strategie di salvaguardia. La diminuzione di terre agricole rende più difficile la situazione».
«Occorrono - sottolinea l'Organizzazione degli imprenditori agricoli - interventi adeguati che favoriscano una presenza attiva degli agricoltori sul territorio».
Confagricoltura fa presente come in dieci anni siano scomparsi 1,5 milioni di ettari di superficie agricola totale (comprensiva anche dei terreni non produttivi) e 300 mila ettari di superficie agricola utilizzata. «Molti disastri idrogeologici - commenta - sono dovuti all'abbandono delle terre, venendo a mancare l'attività agricola perché non sostenuta. E la situazione è ancor più preoccupante nelle aree marginali e montane».
«Smettiamola di chiamarle calamità naturali: le frane delle colline, le esondazioni dei corsi d'acqua, gli allagamenti delle città, le devastazioni del territorio che provocano vittime e ingenti danni economici hanno responsabilità precise». E' il commento di Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti democratici, sulle alluvioni che hanno colpito molte zone d'Italia.
«Cos'altro ci si può aspettare di diverso quando su un territorio così fragile come quello italiano, già ferito per decenni dall'incuria, dall'abusivismo edilizio, dalla mancanza di politiche di prevenzione, si scaricano anche gli effetti dei pesantissimi tagli ai finanziamenti per la difesa del suolo operati dal governo? Mentre corre il drammatico rischio di un collasso economico - finanziario, l'Italia è già in default ambientale. Ce ne rendiamo conto o no? Ce lo dicono le immagini di queste ore dalla Liguria e dalla Toscana, come quelle degli allagamenti di Roma nei giorni scorsi. Mentre l'Italia affonda sotto il peso dell'incuria verso il territorio, il Ministero dell'Ambiente viene di fatto cancellato e le risorse, a cominciare da quelle per la difesa del suolo, sostanzialmente azzerate».
«Non meno sconcertante è che quando si discute di misure per lo sviluppo e la ripresa economica non si pensi ad inserire gli interventi per la manutenzione del territorio e delle città tra gli interventi più utili e più importanti. Un piano nazionale per la riqualificazione ambientale e la difesa del suolo: questa deve essere considerata - conclude il presidente Ecodem - la più importante opera pubblica di cui l'Italia ha bisogno, se vogliamo garantire la sicurezza dei cittadini, evitare i costi conseguenti a frane ed alluvioni, contribuire alla crescita di un'economia sostenibile».
«Presenteremo un esposto per disastro colposo perché quello che sta accadendo non è legato ad eventi atmosferici straordinari o a calamità ma ad incuria e negligenza: la politica deve andare sotto processo». Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: «In 10 anni a causa di frane ed alluvioni sono morte 450 persone e almeno sette comuni su dieci, nel nostro paese presentano un rischio idrogeologico elevatissimo. I danni economici di quello che appare come un vero e proprio bollettino di guerra ammontano negli ultimi 20 anni a oltre 50 miliardi di euro».
«E' inaccettabile che nonostante la situazione sia così critica si continui con i Piani Casa l'assalto all'Italia dove, ogni anno, si consumano 480-500 chilometri quadrati di territorio: la Liguria, poi è la regione che ha la maggiore percentuale di territorio consumato con il 45% - continua il leader ecologista -. Non è accettabile che in un Paese dove ogni settimana si muore a causa di frane e alluvioni si continuino a spendere cifre astronomiche per le spese militari e per grandi opere inutili».
«Si spendono 15 miliardi per l'acquisto di caccia F-35, 8 miliardi per il Ponte sullo Stretto di Messina, 20 miliari per la Tav in Val di Susa, mentre per la lotta al dissesto idrogeologico e per la difesa del suolo sono stati pressoché azzerati tutti i fondi - conclude Bonelli -. Noi Verdi invieremo una lettera dettagliati su questa emergenza continua e mai affrontata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani per chiedere che ci sia una sessione straordinaria del Parlamento per una legge per lo stop al consumo del suolo in un Paese che cade a pezzi nel totale disinteresse della politica».
«Purtroppo gli eventi accaduti in Lunigiana sono disastri annunciati» afferma Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, «il nostro è un territorio molto fragile per quanto riguarda l'assetto idrogeologico e ogni anno le piogge portano con sé frane, smottamenti, piccole e grandi alluvioni. Quello che non va bene è che non si fanno abbastanza interventi di prevenzione e di riassetto idrogeologico del territorio. L'imputato principale è il Governo che, non solo non investe in questo settore, ma addirittura taglia le risorse al Ministero dell'Ambiente in maniera considerevole. Quando siamo in situazioni di crisi economica i tagli sono inevitabili, però ci sono settori sui quali si deve investire e il dissesto idrogeologico è uno di quelli. Senza la prevenzione, il prezzo da pagare per i danni sarà sempre più alto con conseguenze drammatiche per il territorio» conclude Piero Baronti.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervistato da La7ha detto che «Sono tributi molto dolorosi che purtroppo paghiamo ai cambiamenti climatici, non solo noi». «Purtroppo - ha aggiunto - non si è riusciti a impedire che ci fossero vittime umane». Il presidente però omette di dire che siccome il fenomeno del cambiamento climatico è noto almeno come quello del dissestro idrogeologico nazionale, non si è riusciti a impedire vittime umane anche perché si è fatto troppo poco, per non dire nulla...
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