La televisione di Stato ha annunciato un’amnistia per 6359 prigionieri, precisando che le prime liberazioni avverranno già domani. Non è stato specificato se il provvedimento riguarda anche i detenuti politici, che si ritiene siano circa 2000, reclusi in carceri e campi di lavoro forzato.
Agenzia Misna -La notizia dell’amnistia era stata anticipata ieri da Shwe Mann, presidente della Camera bassa del Parlamento e membro del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale, durante una conversazione con un esponente della comunità internazionale, il vice-ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide. L’amnistia per i prigionieri politici o di coscienza è da tempo una delle prime richieste della comunità internazionale all’autoritario regime del Myanmar, in cammino verso una progressiva apertura alle libertà democratiche . Dopo aver organizzato le prime elezioni in 20 anni lo scorso novembre, il regime militare si è dato un volto civile e ha concesso la libertà alla più nota dissidente del paese, il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. In Parlamento sembra che comincino a emergere le voci, seppur ridotte, dell’opposizione e delle minoranze etniche. Per i principali detrattori del governo di Naypyidaw l’apertura in atto è solo di facciata mentre la dittatura conserva potere e privilegi.
Agenzia Misna -La notizia dell’amnistia era stata anticipata ieri da Shwe Mann, presidente della Camera bassa del Parlamento e membro del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale, durante una conversazione con un esponente della comunità internazionale, il vice-ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide. L’amnistia per i prigionieri politici o di coscienza è da tempo una delle prime richieste della comunità internazionale all’autoritario regime del Myanmar, in cammino verso una progressiva apertura alle libertà democratiche . Dopo aver organizzato le prime elezioni in 20 anni lo scorso novembre, il regime militare si è dato un volto civile e ha concesso la libertà alla più nota dissidente del paese, il Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. In Parlamento sembra che comincino a emergere le voci, seppur ridotte, dell’opposizione e delle minoranze etniche. Per i principali detrattori del governo di Naypyidaw l’apertura in atto è solo di facciata mentre la dittatura conserva potere e privilegi.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.