Il governo Berlusconi ottiene la fiducia alla Camera: 316 i sì, 301 no. Dopo che il governo era stato battuto a Montecitorio sul rendiconto dello Stato, l'aula era stata chiamata a un voto di fiducia. Berlusconi: «Figuraccia dell'opposizione».
L'opposizione non ha partecipato alla prima «chiama», tentando di non far raggiungere il numero legale per la votazione. Tentativo fatto saltare però dai cinque deputati radicali e da due dell'Svp, che entrano comunque in aula e votano (315 sì e 7 no i risultati della prima chiama). Tanto che al secondo «appello», al resto dell'opposizione non resta che prendere parte al voto. Feroce la reazione di Rosy Bindi. «Ora che hanno votato i radicali entrate, non restate qui. Fate presto» le dice un sorridente Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera. La presidente dell'Assemblea del Pd, Rosy Bindi, allarga sconsolata le braccia e poi, quando Lupi con una battuta le fa presente che «i voti sono voti», replica ironica: «No, gli stronzi sono stronzi».
Non sono bastate a far cadere il governo le assenze dei cosiddetti «scajoliani» Fabio Gava e Giuliana Destro. L'ex ministro invece ha votato sì. In precedenza aveva rassicurato: «Oggi ci sarà la fiducia». Pur precisando: «Se non si cambia, i nomi dei deputati che non voteranno la fiducia si moltiplicheranno e si andrà a sbattere». «Io non andrò (in aula, ndr)- aveva invece spiegato Gava - perché non credo sia giusto votare la sfiducia essendo stato eletto nella lista del Pdl e per l'affetto sincero che provo per Berlusconi. Ma nel suo interesse reputo necessario un momento di decantazione per un allargamento della maggioranza».
L'opposizione non ha partecipato alla prima «chiama», tentando di non far raggiungere il numero legale per la votazione. Tentativo fatto saltare però dai cinque deputati radicali e da due dell'Svp, che entrano comunque in aula e votano (315 sì e 7 no i risultati della prima chiama). Tanto che al secondo «appello», al resto dell'opposizione non resta che prendere parte al voto. Feroce la reazione di Rosy Bindi. «Ora che hanno votato i radicali entrate, non restate qui. Fate presto» le dice un sorridente Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera. La presidente dell'Assemblea del Pd, Rosy Bindi, allarga sconsolata le braccia e poi, quando Lupi con una battuta le fa presente che «i voti sono voti», replica ironica: «No, gli stronzi sono stronzi».
Non sono bastate a far cadere il governo le assenze dei cosiddetti «scajoliani» Fabio Gava e Giuliana Destro. L'ex ministro invece ha votato sì. In precedenza aveva rassicurato: «Oggi ci sarà la fiducia». Pur precisando: «Se non si cambia, i nomi dei deputati che non voteranno la fiducia si moltiplicheranno e si andrà a sbattere». «Io non andrò (in aula, ndr)- aveva invece spiegato Gava - perché non credo sia giusto votare la sfiducia essendo stato eletto nella lista del Pdl e per l'affetto sincero che provo per Berlusconi. Ma nel suo interesse reputo necessario un momento di decantazione per un allargamento della maggioranza».
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È presente 1 commento
Povera signorina Bindi! Un suo omonimo, anni fa, cantava "Il nostro concerto" era il famoso Umberto. Oggi lei ci fa venire in mente una parafrasi: "Il nostro Sconcerto" Pure la verginella dice le parolacce! Non c'é più religione!!!!!!!
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