Nove milioni di persone a rischio. Tra le cause, il crollo verticale della produzione agricola
PeaceReporter - Il rischio è quello di una "tragedia alimentare", lo ha dichiarato il Centro di ricerche per lo sviluppo economico e sociale di Sana’a, Marzuq Abd al-Wadud Muhsin. La coltivazione dei cereali, affermano, è calata dalle 942 tonnelate nel 2007 alle 665 nel 2010. Lo Yemen, che rappresenta il più povero dei paese arabi, sta attraversando una crisi nella crisi. L'aumento dei prezzi agricoli, direttamente collegato ad una diminuzione della produzione, sta incidendo profondamente sulla vita della popolazione. Di fatto il rendimento delle coltivazioni dovrebbe almeno raddoppiare, mentre le riserve di cereali presenti, non bastano nemmeno a sfamare il 29% degli abitanti.
A questo quadro si aggiungono i problemi legati alle rivolte contro il regime di Ali Abdullah Saleh e il calo del prezzo del greggio nello scenario internazionale, che non fanno altro che aggravare la situazione economica del paese, incidendo direttamente su una moneta sempre più debole.
In più, la massiccia coltivazione del "qat", una droga leggera di cui la popolazione fa un largo uso, rivestendo anche una funzione sociale, è andata pian piano soppiantando quella di altri prodotti destinati all'alimentazione.
In un'intervista rilasciata al quotidiano Al-Hayat, il professore di Economia agraria all'Università di Sanàa, Amer Abd al-Hafiz, ha affermato: "Il 40 per cento degli abitanti guadagna meno di un dollaro al giorno e questo significa che nove milioni di individui soffrono di carenze alimentari".
PeaceReporter - Il rischio è quello di una "tragedia alimentare", lo ha dichiarato il Centro di ricerche per lo sviluppo economico e sociale di Sana’a, Marzuq Abd al-Wadud Muhsin. La coltivazione dei cereali, affermano, è calata dalle 942 tonnelate nel 2007 alle 665 nel 2010. Lo Yemen, che rappresenta il più povero dei paese arabi, sta attraversando una crisi nella crisi. L'aumento dei prezzi agricoli, direttamente collegato ad una diminuzione della produzione, sta incidendo profondamente sulla vita della popolazione. Di fatto il rendimento delle coltivazioni dovrebbe almeno raddoppiare, mentre le riserve di cereali presenti, non bastano nemmeno a sfamare il 29% degli abitanti.
A questo quadro si aggiungono i problemi legati alle rivolte contro il regime di Ali Abdullah Saleh e il calo del prezzo del greggio nello scenario internazionale, che non fanno altro che aggravare la situazione economica del paese, incidendo direttamente su una moneta sempre più debole.
In più, la massiccia coltivazione del "qat", una droga leggera di cui la popolazione fa un largo uso, rivestendo anche una funzione sociale, è andata pian piano soppiantando quella di altri prodotti destinati all'alimentazione.
In un'intervista rilasciata al quotidiano Al-Hayat, il professore di Economia agraria all'Università di Sanàa, Amer Abd al-Hafiz, ha affermato: "Il 40 per cento degli abitanti guadagna meno di un dollaro al giorno e questo significa che nove milioni di individui soffrono di carenze alimentari".
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