Torna l'appuntamento con Silvio Foini e il teatrino della politica italiana
Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro,
stette il buon B. alla Camera
immobile sì da parer tapiro.
Così percossa e attonita l’ Europa al nunzio sta
muta pensando all’ultim’ ora del cavalier fatale;
caduto giù da’ tacchi giù per le antiche scale.
Lui folgorante in solio vide Mortadella e tacque,
quando con vece assidua cadde, risorse e giacque
di mille voci al sonito mista la sua non ha:
vergin di servo encomio e di codardo oltraggio,
rise D’Alema al subito sparir di tanto raggio
e sciolse in aula un cantico che forse non morrà.
Da Arcor alle piramidi, dal Manzanarre al Reno
dalle più belle gnocche il correa al par d’un treno.
Fu vera gloria? Ai bischeri l’ardua sentenza.
Ei si nomò: “Silvio !” Due partiti, l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero come aspettando il fato;
ei fé silenzio, ed arbitro s’assise in mezzo a lor.
Cadde il governo e lui ripensò le mobil gheddafiane tende,
nei putinian giacigli giocar come conigli,
al Milan suo stellare che meglio non si può.
Ahi! Forse a tanto strazio cadde l’ultimo pelo e disperò Berlusca:
la sua farina in crusca la B.C.E. mutò.
Ma valida venne una man dal cielo e in più spirabil aere
pietosa il trasportò e l’avviò pei floridi sentier della speranza
ove niuna vermiglia Boccassini avanza,
dov’è silenzio e tenebra la gloria che passò.
Ei sparve, e i dì in Giamaica chiuse in sì breve sponda
segno d’immensa invidia e di pietà profonda.
D’inestinguibil odio e d’indomato amor.
Ora Bersani e gli altri, finita lo lor fronda
volgon lo sguardo intorno a ricercar la bionda,
l’ultima che l’Berluscon lasciò.
Gira sui banchi spenti lo voto scoppiettando.
Sta Berluscon fischiando sull’uscio a rimirar
fra le rossastre nubi, stormi di uccelli rossi
correr com’esuli pensieri la Carlucci a ringraziar.
La satira è finita ma pronta a ritornar
se qualche fesso ancora ci proverà a fregar!
Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro,stette il buon B. alla Camera
immobile sì da parer tapiro.
Così percossa e attonita l’ Europa al nunzio sta
muta pensando all’ultim’ ora del cavalier fatale;
caduto giù da’ tacchi giù per le antiche scale.
Lui folgorante in solio vide Mortadella e tacque,
quando con vece assidua cadde, risorse e giacque
di mille voci al sonito mista la sua non ha:
vergin di servo encomio e di codardo oltraggio,
rise D’Alema al subito sparir di tanto raggio
e sciolse in aula un cantico che forse non morrà.
Da Arcor alle piramidi, dal Manzanarre al Reno
dalle più belle gnocche il correa al par d’un treno.
Fu vera gloria? Ai bischeri l’ardua sentenza.
Ei si nomò: “Silvio !” Due partiti, l’un contro l’altro armato,
sommessi a lui si volsero come aspettando il fato;
ei fé silenzio, ed arbitro s’assise in mezzo a lor.
Cadde il governo e lui ripensò le mobil gheddafiane tende,
nei putinian giacigli giocar come conigli,
al Milan suo stellare che meglio non si può.
Ahi! Forse a tanto strazio cadde l’ultimo pelo e disperò Berlusca:
la sua farina in crusca la B.C.E. mutò.
Ma valida venne una man dal cielo e in più spirabil aere
pietosa il trasportò e l’avviò pei floridi sentier della speranza
ove niuna vermiglia Boccassini avanza,
dov’è silenzio e tenebra la gloria che passò.
Ei sparve, e i dì in Giamaica chiuse in sì breve sponda
segno d’immensa invidia e di pietà profonda.
D’inestinguibil odio e d’indomato amor.
Ora Bersani e gli altri, finita lo lor fronda
volgon lo sguardo intorno a ricercar la bionda,
l’ultima che l’Berluscon lasciò.
Gira sui banchi spenti lo voto scoppiettando.
Sta Berluscon fischiando sull’uscio a rimirar
fra le rossastre nubi, stormi di uccelli rossi
correr com’esuli pensieri la Carlucci a ringraziar.
La satira è finita ma pronta a ritornar
se qualche fesso ancora ci proverà a fregar!
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Sono presenti 5 commenti
Ode miglior non si potea sceglier per cantar l'ultime gesta dell'imperioso Silvio!!!
Se a scuola era rottura ora é musica pura!
BEN DETTO!!!!! Concordo pienamente
AHAHAHAHAHA!!!!!!!! STUPENDA!!!!!
Bravo, Silvio. Io e Giorginio ci siamo divertiti molto! Federica
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