domenica, novembre 13, 2011
Giovani e adolescenti a confronto sul tema della mafia

di Paola Bisconti

Un popolo di formiche lavora laboriosamente per il futuro, è un movimento diffuso in tutta la penisola, dal Nord al Sud, isole incluse: sono i ragazzi che popolano l’Italia intera e che esprimono il proprio sentimento di indignazione nei confronti della mafia. I loro sfoghi sono stati raccolti nel libro “La mafia fa schifo” (ottobre 2011, Mondadori) di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso. Il testo nasce dalla collaborazione tra il noto magistrato calabrese e lo scrittore-giornalista, destinatari di una miriade di lettere, interviste, opinioni da parte di coloro che all’indifferenza preferiscono la consapevolezza.

I giovani di oggi hanno acquisito una maggiore coscienza sul tema della legalità e questo libro rappresenta un gesto responsabile nei confronti della società, con riflessioni e pensieri sull’argomento. Un contesto comunitario, purtroppo poco propenso ad aprire barlumi di speranza, per un futuro migliore, ma tra le pagine del testo prevale la volontà, da parte di giovani e adolescenti, di impossessarsi dei propri diritti. Nella scala dei valori predomina la cultura intesa come lo strumento più efficace per combattere la mafia e come il mezzo che consente di mettere in pratica, sin dalla giovane età, una battaglia pacifica, anche se con tanti ostacoli da superare.

La mafia è, per molti di loro, un muro invalicabile perché ha corrotto ferocemente anche quelle istituzioni che avrebbero dovuto mantenere inviolata la propria verginità - chiesa, politica, imprenditoria. “Ecco, la mafia è come un virus, è una malattia per la quale esistono poche cure, spesso letale, che attacca principalmente la testa e acceca la ragione. E quel che fa ancora più paura è che è un virus contagioso, perché anche chi non fa nulla per cercare di cambiare, chi sa e sta zitto, chi si piega e si fa sottomettere, diventa un mafioso in quanto contribuisce a fare evolvere questo virus”(Marco, 17 anni).

Nell’immaginario collettivo, non esiste più la figura del mafioso con la coppola e la lupara sulla spalla, ma un uomo dai modi eleganti e ingannevoli. Si tratta di personaggi che indossano delle maschere e nascondono, dietro un apparente perbenismo, i loro sporchi traffici. Le lezioni svolte nelle scuole, durante i corsi dedicati alla legalità, hanno contribuito notevolmente ad incrementare l’interesse verso un fenomeno senza confini e senza scrupoli. I ragazzi, nei loro interventi, non hanno esitato a dimostrare lo sdegno sulle atrocità commesse dai mafiosi. Non accettano la violenza e nella semplicità di una sintassi, poco articolata e povera di retorica, propongono possibili soluzioni.

Partendo da un problema molto diffuso nel loro contesto quotidiano hanno descritto scene di bullismo interpretandolo come l’origine di atti mafiosi. La legge del più forte che prevale sul più debole si può sconfiggere se si vince l’omertà. La paura che dilaga fra le persone oneste, vittime di fatti mafiosi, le incita a seguire “scelte prudenti”, barricandosi dietro un silenzio distruttivo per il compimento di un decorso giudiziario. Si tratta di decisioni comprensibili, dettate da un istinto naturale, ecco perché paura e omertà sono le facce della stessa medaglia. Il messaggio, espresso fra le 135 pagine del libro, è l’esaltazione del coraggio che sconfigge la mafia, intesa come un problema collettivo e non individuale. I giovani vivono di speranze, utopie, sogni, desideri e sono questi i sentimenti che animano le lotte più difficili, le battaglie più ardue. È attraverso i loro ideali che si possono sconfiggere gli argini della criminalità.

A scrivere, fra i tanti interventi, vi sono anche i figli di alcuni genitori che hanno insegnato loro a vivere sottomessi, ad accondiscendere ai compromessi, a chiedere a testa bassa quello che invece è un loro diritto. Fra le pagine c’è la voglia di riscatto ad una mentalità che ha collaborato al deterioramento della società. Non si può e non si deve accettare un ricatto mafioso, scrivono le giovani penne, perché “non si può subire in silenzio come tante civette di giorno”.
Sei capitoli, abbracciati da una toccante introduzione e dai sinceri ringraziamenti come epilogo, costituiscono un libro fatto dai ragazzi e destinato a tanti altri coetanei che come loro dovrebbero imparare a rispondere con decisione sì o no dinanzi ai bivi della vita. “Per combattere la mafia, bisognerebbe imparare a dire no alle tante scorciatoie che la vita offre ogni giorno, ai favori, alle raccomandazioni, e preferire al puzzo del compromesso morale il fresco profumo della libertà”.

Le numerose citazioni non sono solo scelte letterarie, ma rappresentano un vivido esempio di quanti personaggi hanno osato combattere il più grande male della società attraverso le parole e i fatti, pagando in alcuni casi il loro eroismo con la morte. Il brillante progetto editoriale, curato da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, nato dalla volontà di diffondere le molteplici voci di coloro che credono nella giustizia e nel suo compimento, è un efficace strumento di persuasione per chi ancora vive nel buio, brancola nelle incertezze e oscilla tra il bene e il male.

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