martedì, novembre 08, 2011
Il bilancio delle vittime delle violenze della repressione in Siria è salito ad “oltre 3500”. È quanto hanno annunciato oggi le Nazioni Unite a Ginevra.

Radio Vaticana - . Il governo siriano non ascolta i ripetuti appelli a mettere fine allo spargimento di sangue: il portavoce dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani, Ravina Shamdasani, parla chiaro. Denuncia che “la brutale repressione dei dissidenti in Siria, costata finora la vita a più di 3.500 siriani” dal mese di marzo, sembra perfino aumentata negli ultimi giorni. Da quando la Siria ha firmato il piano di pace sponsorizzato dalla Lega araba, la settimana scorsa, sono morte più di 60 persone e – spiega la portavoce – le cifre Onu sono “molto prudenti”. Sono state uccise da militari e forze di sicurezza: 19 domenica scorsa, nella festa di Id al-Adha. Il servizio di Fausta Speranza: ascolta. La portavoce Onu, Shamdasani, esprime grande preoccupazione e delusione: dalla firma del piano di pace della Lega Araba – dice - ci sono stati in realtà “più uccisioni e più assedi”. Dalla città di Homs – afferma - “giungono informazioni scioccanti”. In particolare il quartiere di Bab Amro è rimasto sotto assedio per sette giorni con i residenti privati di cibo, acqua e forniture mediche. E “le truppe siriane continuano ad usare carri armati e armi pesanti per attaccare zone residenziali". Resta da dire che rimangono inascolate dalle autorità siriane anche le ripetute richieste fatte dagli esperti della Commissione indipendente di inchiesta del Consiglio Onu sui diritti umani di poter entrare nel Paese.

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