giovedì, novembre 03, 2011
La forte siccità che si sta abbattendo da mesi in Niger ha distrutto i raccolti e amplificato i gravi problemi di approvvigionamento di viveri che il paese già da anni soffre.

Radio Vaticana - L’organizzazione cattolica spagnola Manos Unidas, attraverso il missionario Rafael Marco, impegnato a Tera, città a 157 chilometri dal confine con il Burkina Faso, in un comunicato inviato all’Agenzia Fides, conferma la gravità della situazione. “Il raccolto perso - ha detto padre Marco - continua lo stato di emergenza del 2009-2010. La situazione è molto grave”. Il missionario spagnolo afferma che sono andati persi tra il 60 e il 90 per cento dei raccolti e, per la prima volta, il governo ha riconosciuto lo stato di calamità e ha chiesto aiuto. Rafael Marco appartiene alla Società delle Missioni Africane, presente a Tera da circa due anni, vive e lavora con la popolazione più vulnerabile: “Ci prendiamo cura dell’istruzione e dell’alimentazione di un gruppo di circa 30 bambini, e ultimamente il gruppo non fa che aumentare”. La preoccupazione è molto evidente. Il Niger, inoltre, si è visto gravemente colpito dal conflitto in Libia, dal momento che i nigerini erano usati come mercenari. “Circa 250 mila persone sono rientrate dalla Libia e di conseguenza molte famiglie sono rimaste senza alcun reddito” spiega il missionario. La guerra ha colpito anche il settore degli allevamenti, uno dei principali nell’economia del paese. Il commercio del bestiame è calato quasi del 30% aumentando la vulnerabilità delle persone che dipendevano da questa attività. La comunità internazionale è tuttavia in tempo per evitare che anche il Niger entri a far parte della lista dei paesi africani colpiti dalla carestia.

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