Eta, pronti al dialogo, ma bisogna aprire trattative anche sugli attivisti tenuti nelle carceri
PeaceReporter - In un'intervista rilasciata al giornale basco 'Garà', due militari dell'Eta, di cui l'identità è sconosciuta, hanno ribadito la disponibilità del gruppo ad aprire delle trattative con Spagna e Francia. La dichiarazione arriva a ridosso delle elezioni elettorali che si terranno nel Paese questo 20 novembre, che secondo i sondaggi darebbero vincitore il Partitto Popolare. Nel comunicato, i due militari, hanno riferito: "Colui che ha la possibilità di diventare primo ministro deve agire con responsabilità", riferendosi chiaramente alle affermazioni rilasciate dal candidato del Pp, Mariano Rajoy, e dei socialisti al potere con il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero di non negoziare con i terroristi.
I due portavoce, hanno affermato di voler discutere con il governo francese e spagnolo dei circa 700 attivisti dell'organizzazione che ora si trovano in carcere, oltre che del disarmo e della possibile demilitarizzazione della regione.
Gli esponenti dell'Eta hanno anche riferito la disponibilità a far partecipare osservatori internazionali alla questione e di esser pronti a "scendere a compromessi".
PeaceReporter - In un'intervista rilasciata al giornale basco 'Garà', due militari dell'Eta, di cui l'identità è sconosciuta, hanno ribadito la disponibilità del gruppo ad aprire delle trattative con Spagna e Francia. La dichiarazione arriva a ridosso delle elezioni elettorali che si terranno nel Paese questo 20 novembre, che secondo i sondaggi darebbero vincitore il Partitto Popolare. Nel comunicato, i due militari, hanno riferito: "Colui che ha la possibilità di diventare primo ministro deve agire con responsabilità", riferendosi chiaramente alle affermazioni rilasciate dal candidato del Pp, Mariano Rajoy, e dei socialisti al potere con il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero di non negoziare con i terroristi.
I due portavoce, hanno affermato di voler discutere con il governo francese e spagnolo dei circa 700 attivisti dell'organizzazione che ora si trovano in carcere, oltre che del disarmo e della possibile demilitarizzazione della regione.
Gli esponenti dell'Eta hanno anche riferito la disponibilità a far partecipare osservatori internazionali alla questione e di esser pronti a "scendere a compromessi".
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