“Il bombardamento si è verificato intorno alle tre di ieri pomeriggio. Quattro bombe sono deflagrate nei pressi del campo e una, inesplosa, ha centrato il cortile di una scuola durante le ore di lezione. Al momento tuttavia, non risultano feriti”.
Agenzia Misna - Lo ha detto alla MISNA Aleen Siddiquea, portavoce della missione Onu in Sud Sudan (Unmiss) confermando la notizia di un bombardamento nel campo profughi di Yida, nello stato sud-sudanese di Unity, rifugio per oltre 15.000 sfollati, non lontano dal confine e in particolare con la regione sudanese del Sud Kordofan, teatro di violenti scontri tra esercito e combattenti del Movimento popolare per la liberazione del Sudan (Splm-N).“Quando il primo ordigno è esploso, ci hanno riferito operatori umanitari e delle Nazioni Unite presenti nel campo, la gente è fuggita nei boschi” ha aggiunto il responsabile di Unmiss, precisando che “le Nazioni Unite non sono in grado di confermare se il bombardamento sia opera dell’aviazione sudanese”. Dal canto suo, il governo sudanese ha smentito di aver ordinato bombardamenti nelle due località e rinviato al mittente le accuse mosse dal governatore dello Stato di Unity, Taban Deng, che ha indicato in Khartoum l’autore dell’attacco.
L’episodio – che avviene ad appena due giorni di distanza da un’altra controversa vicenda, relativa a un bombardamento nello Stato sudanese dell’Upper Nile – si inserisce in un clima di alta tensione, tra i governi di Juba e Khartoum. Il presidente Sudan Sudanese Salva Kiir ha infatti accusato il Sudan di aver deliberatamente bombardato popolazioni civili e di voler provocare una nuova guerra. Immediata anche la condanna degli Stati uniti, alleato di peso per Juba nel braccio di ferro tra i due Sudan, che nonostante l’avvenuta separazione non hanno ancora risolto questioni relative al confine e ad una equa ripartizione dei proventi petroliferi di cui è ricco il sottosuolo della contesa regione di Abyei.
Agenzia Misna - Lo ha detto alla MISNA Aleen Siddiquea, portavoce della missione Onu in Sud Sudan (Unmiss) confermando la notizia di un bombardamento nel campo profughi di Yida, nello stato sud-sudanese di Unity, rifugio per oltre 15.000 sfollati, non lontano dal confine e in particolare con la regione sudanese del Sud Kordofan, teatro di violenti scontri tra esercito e combattenti del Movimento popolare per la liberazione del Sudan (Splm-N).“Quando il primo ordigno è esploso, ci hanno riferito operatori umanitari e delle Nazioni Unite presenti nel campo, la gente è fuggita nei boschi” ha aggiunto il responsabile di Unmiss, precisando che “le Nazioni Unite non sono in grado di confermare se il bombardamento sia opera dell’aviazione sudanese”. Dal canto suo, il governo sudanese ha smentito di aver ordinato bombardamenti nelle due località e rinviato al mittente le accuse mosse dal governatore dello Stato di Unity, Taban Deng, che ha indicato in Khartoum l’autore dell’attacco.
L’episodio – che avviene ad appena due giorni di distanza da un’altra controversa vicenda, relativa a un bombardamento nello Stato sudanese dell’Upper Nile – si inserisce in un clima di alta tensione, tra i governi di Juba e Khartoum. Il presidente Sudan Sudanese Salva Kiir ha infatti accusato il Sudan di aver deliberatamente bombardato popolazioni civili e di voler provocare una nuova guerra. Immediata anche la condanna degli Stati uniti, alleato di peso per Juba nel braccio di ferro tra i due Sudan, che nonostante l’avvenuta separazione non hanno ancora risolto questioni relative al confine e ad una equa ripartizione dei proventi petroliferi di cui è ricco il sottosuolo della contesa regione di Abyei.
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