mercoledì, dicembre 14, 2011
Ancora focolai di tensione nelle Molucche, da tempo teatro di scontri interconfessionali. La polizia ha sequestrato armi fra cui bombe Molotov, frecce e machete. Il 12 dicembre altre due persone ferite in un agguato. Il governo centrale condanna gli episodi e chiede il rispetto della legge. Per il capo dell’esercito la situazione è “sotto controllo”.

AsiaNews (Indonesia) - È di 16 feriti, di cui uno al petto per un colpo di arma da fuoco, il bilancio aggiornato delle violenze interconfessionali nella città di Ambon, capitale delle Molucche. Nella prima mattinata di ieri due opposte fazioni, separate da una strada, si sono scontrate in un’aspra battaglia al termine della quale alcune abitazioni sono state date alle fiamme. Fonti locali riferiscono che la vicenda era iniziata nella tarda serata del 12 dicembre, con uno scambio di improperi e il lancio di petardi fra i due opposti schieramenti. Nella notte la situazione è degenerata, sino a sfociare in una vera e propria guerriglia urbana nella mattinata di ieri, sedata solo dall’intervento della polizia. Gli agenti hanno sequestrato diverse armi da taglio “tradizionali”, insieme a bombe Molotov, frecce, machete e lance.

Gli scontri della mattinata di ieri sono divampati a sole 24 ore di distanza da un precedente episodio di violenza: il 12 dicembre due persone sono rimaste ferite in modo grave, in seguito ad un agguato portato con coltelli; finora le forze dell’ordine non sono riuscite a identificare gli assalitori. Il comandante Soeharwiyono, capo della polizia di Ambon, spiega che le violenze di ieri sono legate a doppio filo con i fatti dell’11 settembre scorso, in cui si è assistito a una vera e propria guerriglia urbana fra maggioranza musulmana e minoranza cristiana.

A innescare le violenze la morte – per incidente – di un tassista musulmano; nella comunità islamica si era sparsa la voce che egli era stato attaccato da cristiani e, negli scontri di piazza che ne sono scaturiti, sono morte nove persone e altre 60 sono rimaste ferite. A fine settembre, invece, la polizia ha rinvenuto tre bombe artigianali all’interno della chiesa protestante di Maranatha, nei pressi della locale stazione per gli autobus. L’intervento degli artificieri ha scongiurato un’ulteriore carneficina.

Intanto in Indonesia, il Paese musulmano più popoloso al mondo, monta la polemica politica attorno alle violenze di ieri: Djoko Suyanto, ex militare e Coordinating Minister per gli Affari legali, politici e la sicurezza ha condanna con forza l’episodio; al contempo, egli ha ordinato al governatore delle Molucche e al capo della sicurezza nella regione di “prendere misure appropriate” per contenere ulteriori focolai di tensione. A Jakarta il capo dell’esercito indonesiano Agus Suhartono conferma che adesso la situazione è “sotto controllo”.

Mathias Hariyadi

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