“Quest’anno al Cairo sarà un Natale diverso, per tanti motivi. È cambiato lo scenario politico, non c’è più Hosni Mubarak e c’è un paese che sta cercando di costruirsi un futuro diverso. E, nel nostro piccolo c’è anche una piccola e gustosa iniziativa missionaria pensata per favorire la socializzazione, creare lavoro e raccogliere fondi per ulteriori iniziative”.
Agenzia Misna - Alla MISNA che lo raggiunge telefonicamente al Cairo, padre Giovanni Maria Esti racconta dell’idea realizzata dai missionari comboniani di Cor di Iesu e affidata alle sapienti mani di una provetta cuoca, la signora Elsa.
“Avevamo un grande spazio a disposizione – dice padre Giovanni – così abbiamo acquistato un forno da una ditta in Italia, qualche tavolo, l’attrezzatura che poteva servire e abbiamo aperto… una pizzeria! Abbiamo avuto anche la fortuna di avere a disposizione una persona volenterosa come Elsa e poi abbiamo voluto qualcosa che fosse multiculturale”.
Così se la pizzaiola è questa signora etiope da tempo residente in Egitto, gli altri due lavoratori sono un egiziano e un sudanese. “E anche le pizze – aggiunge il missionario – vogliono essere testimonianza della ricchezza e diversità culturale del mondo unendo un piatto della tradizione italiana a ingredienti e sapori egiziani, sudanesi e del Corno d’Africa”.
L’obiettivo, prosegue padre Giovanni, “era creare uno spazio di socializzazione da collegare ad altre iniziative: convegni, incontri, eventi musicali ora sono sempre accompagnati da un intermezzo culinario. Oltre che raccogliere fondi per un progetto giornalistico a cui stiamo lavorando”. Ma la pizzeria è diventata un ‘must’ anche per i fedeli che vengono a messa la domenica: “In molti prima di entrare prenotano una pizza – conclude padre Giovanni – per poi ritirarla e portarla casa alla fine della celebrazione. A Natale ci sarà il pienone”.
Agenzia Misna - Alla MISNA che lo raggiunge telefonicamente al Cairo, padre Giovanni Maria Esti racconta dell’idea realizzata dai missionari comboniani di Cor di Iesu e affidata alle sapienti mani di una provetta cuoca, la signora Elsa.
“Avevamo un grande spazio a disposizione – dice padre Giovanni – così abbiamo acquistato un forno da una ditta in Italia, qualche tavolo, l’attrezzatura che poteva servire e abbiamo aperto… una pizzeria! Abbiamo avuto anche la fortuna di avere a disposizione una persona volenterosa come Elsa e poi abbiamo voluto qualcosa che fosse multiculturale”.
Così se la pizzaiola è questa signora etiope da tempo residente in Egitto, gli altri due lavoratori sono un egiziano e un sudanese. “E anche le pizze – aggiunge il missionario – vogliono essere testimonianza della ricchezza e diversità culturale del mondo unendo un piatto della tradizione italiana a ingredienti e sapori egiziani, sudanesi e del Corno d’Africa”.
L’obiettivo, prosegue padre Giovanni, “era creare uno spazio di socializzazione da collegare ad altre iniziative: convegni, incontri, eventi musicali ora sono sempre accompagnati da un intermezzo culinario. Oltre che raccogliere fondi per un progetto giornalistico a cui stiamo lavorando”. Ma la pizzeria è diventata un ‘must’ anche per i fedeli che vengono a messa la domenica: “In molti prima di entrare prenotano una pizza – conclude padre Giovanni – per poi ritirarla e portarla casa alla fine della celebrazione. A Natale ci sarà il pienone”.
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