sabato, dicembre 17, 2011
La Corea del sud disporrà un’illuminazione natalizia presso il confine con la comunista Corea del nord, nonostante la minaccia di rappresaglie di Pyongyang contro ciò che definisce ‘guerra psicologica’

di p. Pino Cazzaniga (PIME)

I cristiani coreani, cattolici e protestanti, sono molto fervorosi e non lasciano sfuggirsi occasioni per propagandare la fede. Gruppi di fedeli stanno infatti attaccando migliaia di lampadine su tre torri di acciaio, a forma di alberi, che saranno poste sulla cima di colline controllate dai militari. Il ministero della difesa ha autorizzato l’iniziativa. “L’abbiamo permessa - ha detto il portavoce del ministero - in forza del principio di libertà di espressione e di religione per il nostro popolo e di libertà di attività religiose tra le nostre truppe”. L’illuminazione natalizia durerà dal 23 dicembre al 6 gennaio e truppe sud-coreane sorveglieranno le torri illuminate contro eventuali attacchi da parte del Nord.

Nel 2004 i governi delle due Coree raggiunsero l’accordo di interrompere le illuminazioni lungo il confine, ma Seul le ha poi riprese in seguito a un bombardamento da parte del nord contro un’isola sud-coreana al confine che uccise 4 persone.

Il website ufficiale della Corea del nord ha definito l’illuminazione programmata “un meschino tentativo di guerra psicologia”, minacciando immediata rappresaglia se le luci saranno accese. Le tre colline, a tre chilometri dal confine, sono nel raggio del fuoco nord-coreano. Le tre strutture sono alte da 30 a 40 metri e, illuminate da migliaia di lampadine, possono essere viste dalla grande città nord-coreana di Kaesong che si trova ai bordi del confine. “I nemici guerrafondai - si legge nel website - dovrebbero essere consapevoli di essere completamente responsabili delle inattese conseguenze dell’iniziativa. E’ qualcosa che non puo’ essere quietamente ignorata”.

Già precedentemente il Nord ha accusato il Sud di esibire le illuminazioni natalizie per diffondere il cristianesimo tra il suo popolo e i suoi soldati. L’agenzia sud-coreana da cui prendiamo questa notizia osserva che “nella costituzione della Corea del nord è riconociuta la libertà di religione, anche se, secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, essa praticamente non esiste”. Vedremo cosa succederà a Natale…

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