Istat: nei prossimi 50 anni calerà dell'11% la forza lavoro in Italia ma triplicheranno gli immigrati
Potremmo dire scontata e un tantino sfocata la fotografia scattata dall’Istituto nazionale di statistica sul futuro della popolazione residente in Italia da qui al 2065, quando saranno 61 milioni e 300 mila ad abitare la penisola, con un picco di 63,9 milioni nel 2042.
Radio Vaticana - Non molti di più rispetto agli attuali 60 milioni 900 mila ma invecchiati: l’età media salirà infatti da 43,5 nel 2011 al 49,8 nel 2059, per poi fermarsi. Gli ultra 65enni oggi pari al 20,3% della popolazione cresceranno infatti al 32% nel 2043 e resteranno più o meno stabili fino al 2056. Per contro i minori di 15 anni oggi pari al 14% scenderanno al 12,4% nel 2037 per assestarsi fino al 2065, con stime che oscillano però dall’11 al 14%. Stranieri in rilevante aumento: triplicheranno dagli odierni 4 milioni 600 mila ai 14 milioni 100 mila del 2065.
Di certo preoccupa il calo dell’11% della popolazione in età lavorativa, tra i 15 e 64 anni: dal 65,7% oggi al minimo del 54,3% nel 2056 per attestarsi al 54,7% nel 2065. Questo vorrà dire che il rapporto di dipendenza tra anziani con più di 65 anni e lavoratori oggi al 30,9% salirà al 59,7% nel 2065. C’è da augurarsi che la politica faccia buon uso di questi dati per pianificare politiche sociali attente ai cambiamenti in atto. (A cura di Roberta Gisotti)
Radio Vaticana - Non molti di più rispetto agli attuali 60 milioni 900 mila ma invecchiati: l’età media salirà infatti da 43,5 nel 2011 al 49,8 nel 2059, per poi fermarsi. Gli ultra 65enni oggi pari al 20,3% della popolazione cresceranno infatti al 32% nel 2043 e resteranno più o meno stabili fino al 2056. Per contro i minori di 15 anni oggi pari al 14% scenderanno al 12,4% nel 2037 per assestarsi fino al 2065, con stime che oscillano però dall’11 al 14%. Stranieri in rilevante aumento: triplicheranno dagli odierni 4 milioni 600 mila ai 14 milioni 100 mila del 2065.
Di certo preoccupa il calo dell’11% della popolazione in età lavorativa, tra i 15 e 64 anni: dal 65,7% oggi al minimo del 54,3% nel 2056 per attestarsi al 54,7% nel 2065. Questo vorrà dire che il rapporto di dipendenza tra anziani con più di 65 anni e lavoratori oggi al 30,9% salirà al 59,7% nel 2065. C’è da augurarsi che la politica faccia buon uso di questi dati per pianificare politiche sociali attente ai cambiamenti in atto. (A cura di Roberta Gisotti)
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