Nei prossimi anni lo “strumento militare” italiano dovrà affrontare un processo di “ridimensionamento”, nel quadro della “sostenibilità” economica imposta dalla crisi, ma senza diminuire la sua “capacità operativa”. Lo ha detto il ministro della Difesa Di Paola nell’incontro di fine anno con i giornalisti
PeaceReporter - “Sarà un ridimensionamento significativo – ha sottolineato Di Paola – in uomini, strutture e programmi. Toccheremo tutte le componenti dello strumento militare, ma soprattutto per quel che riguarda la componente umana la realizzazione degli obiettivi dipenderà da come organizzare in maniera adeguata l’esodo del personale e in ciò la riforma delle pensioni potrebbe avere e certamente avrà un effetto. L’Italia non modificherà il proprio impegno nelle missioni internazionali e alla fine del prossimo mese di gennaio assumerà il comando della missione Unifil in Libano. Fino alle scadenze stabilite in sede internazionale i nostri militari continueranno a essere impegnati innanzitutto in Afghanistan, in Libano, in Kosovo (dove, ha chiarito Di Paola “i tempi di soluzione appaiono ad oggi più lunghi, in ragione dei difficili sviluppi della situazione soprattutto nel nord del paese”) e nella lotta alla pirateria marittima.
Confermati anche gli impegni di addestramento di forze di sicurezza di vari paesi, come ad esempio in Somalia, le cui forze di sicurezza vengono istruite nel territorio dell’Uganda, e in Iraq, dove il termine dell’uscita anche per gli italiani è stato fissato al 31 dicembre 2012. Nuovi impegni potrebbero essere assunti sulla base dei rapporti con il nuovo regime in Libia.
Per quel che riguarda l’impegno delle Forze armate sul territorio nazionale con compiti di sostegno all’attività di ordine pubblico, Di Paola ha sottolineato il “dovere di concorrere là dove necessario. Si tratta certo di un settore non prioritario, ma se ci sarà richiesto un contributo continueremo a darlo”
PeaceReporter - “Sarà un ridimensionamento significativo – ha sottolineato Di Paola – in uomini, strutture e programmi. Toccheremo tutte le componenti dello strumento militare, ma soprattutto per quel che riguarda la componente umana la realizzazione degli obiettivi dipenderà da come organizzare in maniera adeguata l’esodo del personale e in ciò la riforma delle pensioni potrebbe avere e certamente avrà un effetto. L’Italia non modificherà il proprio impegno nelle missioni internazionali e alla fine del prossimo mese di gennaio assumerà il comando della missione Unifil in Libano. Fino alle scadenze stabilite in sede internazionale i nostri militari continueranno a essere impegnati innanzitutto in Afghanistan, in Libano, in Kosovo (dove, ha chiarito Di Paola “i tempi di soluzione appaiono ad oggi più lunghi, in ragione dei difficili sviluppi della situazione soprattutto nel nord del paese”) e nella lotta alla pirateria marittima.
Confermati anche gli impegni di addestramento di forze di sicurezza di vari paesi, come ad esempio in Somalia, le cui forze di sicurezza vengono istruite nel territorio dell’Uganda, e in Iraq, dove il termine dell’uscita anche per gli italiani è stato fissato al 31 dicembre 2012. Nuovi impegni potrebbero essere assunti sulla base dei rapporti con il nuovo regime in Libia.
Per quel che riguarda l’impegno delle Forze armate sul territorio nazionale con compiti di sostegno all’attività di ordine pubblico, Di Paola ha sottolineato il “dovere di concorrere là dove necessario. Si tratta certo di un settore non prioritario, ma se ci sarà richiesto un contributo continueremo a darlo”
Tweet |
Sono presenti 2 commenti
Riaprire le caserme e far tornare i ragazzi alla leva obbligatoria: non vedete che gioventù c'é in giro? Guardate che risultati... i futuri uomini!
Concordo con quanto scritto sopra.
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.