lunedì, dicembre 19, 2011
Nelle Filippine, il bilancio delle vittime, dopo due giorni di incessanti piogge, è di 652 morti e oltre 800 dispersi. Circa 100 mila sono le persone rimaste senza tetto.

Radio Vaticana - Per gli ultimi aggiornamenti, Marco Guerra: ascolta. Prosegue senza sosta il lavoro di oltre 20mila militari impegnati nei soccorsi nella parte settentrionale dell'isola di Mindanao flagellata da piogge torrenziali e venti fino a 90 chilometri all'ora. Al momento, gli sforzi sono concentrati nella ricerca dei dispersi che potrebbero aggravare il bilancio delle vittime, molto probabilmente destinato a salire. Il presidente della Croce Rossa locale, Richard Gordon, ha detto che “molte zone colpite non sono state ancora raggiunte” dai soccorsi. Secondo Richard Gordon, sono circa 400mila persone che necessitano aiuti nelle Filippine centrali e meridionali. La grande quantità d'acqua caduta ha causato smottamenti e l’esondazione di fiumi che hanno travolto diversi centri abitati. “Interi villaggi sono stati spazzati verso il mare”, ha detto il portavoce dell’esercito. Le drammatiche immagini diffuse dalle tv mostrano corpi nel fango, case distrutte e cumuli di automobili, in particolare in alcune cittadine sulla costa settentrionale dell'isola. Le Filippine sono interessate, ogni anno, da una ventina di tempeste tropicali, ma l'isola di Mindanao è solitamente meno soggetta a questi fenomeni, motivo per cui, secondo le autorità locali, molti residenti hanno sottovalutato il tifone Washi.

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