Realizzata in un laboratorio di ricerca a Rotterdam un’arma di distruzione di massa in confronto alla quale la nota antrace sembrerebbe acqua fresca…
di Silvio Foini
Ron Fouchier, virologo dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, definisce la sua creatura, messa a punto in laboratorio modificando geneticamente il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria, “uno dei virus più pericolosi che si possano creare. Se il nuovo patogeno fosse rilasciato in natura causerebbe una pandemia quasi certamente mortale per milioni di persone”. Certamente la notizia non è molto edificante: sapere che la scienza possa mettere a punto strumenti di sterminio di massa sempre più terribili e meno individuabili fa tremare le vene ai polsi.
Spiega il virologo come siano bastate cinque modifiche genetiche per rendere il virus di partenza altamente contagioso perché trasmissibile per via aerea. Ne hanno fatto le spese alcuni furetti, che hanno un sistema respiratorio molto simile a quello umano: bastava mettere un furetto sano nella stessa gabbia con uno malato perché il primo contraesse i virus.
Ci si può ragionevolmente domandare perché mai costruire in laboratorio un virus tanto pericolosamente letale. Spiega il dr. Fouchier che serve a capire esattamente quali mutazioni rendono il virus trasmissibile, in modo da aiutare gli scienziati a cercarle sul campo e a prendere misure di controllo più aggressive nel momento in cui una o più mutazioni si aggiungono al quadro. C’è sempre il timore però che gruppi di bioterroristi possano servirsene come minaccia verso il mondo intero. Anche la rivista Science, a sua volta, prospetta che questa scoperta possa porre a repentaglio la sicurezza della popolazione: lo scienziato Paul Keim, un microbiologo statunitense del Board, ha affermato che l’antrace, a paragone, non sia per niente pericolosa!
Il nostro Giampiero Carosi, infettivologo dell’Università di Brescia, avvisa che questo tipo di ricerche va fatta, in modo tale da essere preparati in caso di pandemia, ma dare le modalità di preparazione, come si fa di solito nel caso di pubblicazioni scientifiche, sarebbe pericoloso. Per Michael Osterholm, direttore del Centro di ricerca sulle malattie infettive dell’Università del Minnesota, Twin Cities e membro del Board, occorrerebbe omettere alcuni dettagli chiave degli
studi.
Rimane quindi la speranza che vengano adottate tutte le massime cautele affinché questo terribile portatore di morte rimanga per sempre confinato nel laboratorio dove è stato messo a punto. Si rischierebbe altrimenti di diffondere un’altra piaga come l’AIDS, virus che a sua volta fu creato in laboratorio.
di Silvio Foini
Ron Fouchier, virologo dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, definisce la sua creatura, messa a punto in laboratorio modificando geneticamente il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria, “uno dei virus più pericolosi che si possano creare. Se il nuovo patogeno fosse rilasciato in natura causerebbe una pandemia quasi certamente mortale per milioni di persone”. Certamente la notizia non è molto edificante: sapere che la scienza possa mettere a punto strumenti di sterminio di massa sempre più terribili e meno individuabili fa tremare le vene ai polsi.
Spiega il virologo come siano bastate cinque modifiche genetiche per rendere il virus di partenza altamente contagioso perché trasmissibile per via aerea. Ne hanno fatto le spese alcuni furetti, che hanno un sistema respiratorio molto simile a quello umano: bastava mettere un furetto sano nella stessa gabbia con uno malato perché il primo contraesse i virus.
Ci si può ragionevolmente domandare perché mai costruire in laboratorio un virus tanto pericolosamente letale. Spiega il dr. Fouchier che serve a capire esattamente quali mutazioni rendono il virus trasmissibile, in modo da aiutare gli scienziati a cercarle sul campo e a prendere misure di controllo più aggressive nel momento in cui una o più mutazioni si aggiungono al quadro. C’è sempre il timore però che gruppi di bioterroristi possano servirsene come minaccia verso il mondo intero. Anche la rivista Science, a sua volta, prospetta che questa scoperta possa porre a repentaglio la sicurezza della popolazione: lo scienziato Paul Keim, un microbiologo statunitense del Board, ha affermato che l’antrace, a paragone, non sia per niente pericolosa!
Il nostro Giampiero Carosi, infettivologo dell’Università di Brescia, avvisa che questo tipo di ricerche va fatta, in modo tale da essere preparati in caso di pandemia, ma dare le modalità di preparazione, come si fa di solito nel caso di pubblicazioni scientifiche, sarebbe pericoloso. Per Michael Osterholm, direttore del Centro di ricerca sulle malattie infettive dell’Università del Minnesota, Twin Cities e membro del Board, occorrerebbe omettere alcuni dettagli chiave degli
studi.
Rimane quindi la speranza che vengano adottate tutte le massime cautele affinché questo terribile portatore di morte rimanga per sempre confinato nel laboratorio dove è stato messo a punto. Si rischierebbe altrimenti di diffondere un’altra piaga come l’AIDS, virus che a sua volta fu creato in laboratorio.
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Sono presenti 2 commenti
paura
Speriamo solo che il virus non vada nelle mani sbagliate e che la scienza si ponga dei limiti.
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