114 container sequestrati al porto dalla Guardia di Finanza e dal personale dell’ Agenzia delle Dogane.
Liberainformazione - Un giro milionario che coinvolgeva decine di aziende sparse in 13 regioni italiane e in tre Paesi asiatici è stato scoperto a Taranto dalla Guardia di Finanza e dal personale dell’Agenzia delle Dogane. «La più vasta operazione del genere fatta mai in Italia», l’ha definita il Procuratore Capo della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, illustrando l’ esito dell’ indagine sul traffico illecito di rifiuti dall’ Italia verso i paesi del Sud Est asiatico.
In Puglia vi è il maggior numero d’imprese coinvolte (cinque nel Barese e una a Taranto), segue il Lazio con quattro società e tre a testa per Sicilia, Piemonte e Campania. L’ inchiesta ha portato all’ arresto di cinquantaquattro persone, tra cui tre imprenditori cinesi. Anche per quanto riguarda il numero delle persone arrestate la Puglia è in testa con dodici persone raggiunte dalle misure cautelari. A loro carico (rappresentanti di società operanti nel settore del recupero e riciclaggio di rifiuti speciali, spedizionieri doganali e agenti di compagnie di navigazione), si ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere transnazionale finalizzata al traffico illecito di rifiuti e falso ideologico in atto pubblico. Le Fiamme Gialle del Colonnello Salvatore Paiano hanno sgominato un traffico, il cui volume d’ affari ammonta a sei milioni di euro, creando i presupposti per il sequestro dei beni agli indagati per un importo equivalente.
I piazzisti italiani avevano escogitato un articolato sistema di manomissione e falsificazione della documentazione che classifica la merce. Acquistavano a prezzi molto bassi il materiale destinato in discarica per poi rivenderlo a clienti asiatici ad un importo 350 volte superiore. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Taranto e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Coinvolta anche la Direzione Nazionale Antimafia. Tutto è cominciato due anni fa quando nel porto di Taranto è stato individuato il primo container carico di rifiuti plastici diretti in Cina.
Grazie all’ inchiesta denominata «Gold plastic» sono stati sequestrati 114 container con carichi illeciti per un totale di oltre 2 milioni e mezzo di chilogrammi di rifiuti speciali composti da plastica, gomma e pneumatici usati. Soprattutto il ciabattato (sfarinato di pneumatici), veniva utilizzato per alimentare impianti asiatici per la produzione di energia elettrica. Per produrre giocattoli, minuteria, ed anche oggetti sanitari tutti Made in China, venivano impiegati altri rifiuti plastici riciclati e lavorati.
Alla conferenza stampa hanno preso parte, oltre ai vertici regionali dell’ Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza, il Sostituto Procuratore che ha condotto le indagini, Alessio Coccioli, e il Capo della Procura della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio che ha esordito così: «Questo lavoro dimostra che non ci occupiamo solo di Avetrana». Una battuta significativa, con la quale ha espresso tutta la sua soddisfazione.
Liberainformazione - Un giro milionario che coinvolgeva decine di aziende sparse in 13 regioni italiane e in tre Paesi asiatici è stato scoperto a Taranto dalla Guardia di Finanza e dal personale dell’Agenzia delle Dogane. «La più vasta operazione del genere fatta mai in Italia», l’ha definita il Procuratore Capo della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, illustrando l’ esito dell’ indagine sul traffico illecito di rifiuti dall’ Italia verso i paesi del Sud Est asiatico.
In Puglia vi è il maggior numero d’imprese coinvolte (cinque nel Barese e una a Taranto), segue il Lazio con quattro società e tre a testa per Sicilia, Piemonte e Campania. L’ inchiesta ha portato all’ arresto di cinquantaquattro persone, tra cui tre imprenditori cinesi. Anche per quanto riguarda il numero delle persone arrestate la Puglia è in testa con dodici persone raggiunte dalle misure cautelari. A loro carico (rappresentanti di società operanti nel settore del recupero e riciclaggio di rifiuti speciali, spedizionieri doganali e agenti di compagnie di navigazione), si ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere transnazionale finalizzata al traffico illecito di rifiuti e falso ideologico in atto pubblico. Le Fiamme Gialle del Colonnello Salvatore Paiano hanno sgominato un traffico, il cui volume d’ affari ammonta a sei milioni di euro, creando i presupposti per il sequestro dei beni agli indagati per un importo equivalente.
I piazzisti italiani avevano escogitato un articolato sistema di manomissione e falsificazione della documentazione che classifica la merce. Acquistavano a prezzi molto bassi il materiale destinato in discarica per poi rivenderlo a clienti asiatici ad un importo 350 volte superiore. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Taranto e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Coinvolta anche la Direzione Nazionale Antimafia. Tutto è cominciato due anni fa quando nel porto di Taranto è stato individuato il primo container carico di rifiuti plastici diretti in Cina.
Grazie all’ inchiesta denominata «Gold plastic» sono stati sequestrati 114 container con carichi illeciti per un totale di oltre 2 milioni e mezzo di chilogrammi di rifiuti speciali composti da plastica, gomma e pneumatici usati. Soprattutto il ciabattato (sfarinato di pneumatici), veniva utilizzato per alimentare impianti asiatici per la produzione di energia elettrica. Per produrre giocattoli, minuteria, ed anche oggetti sanitari tutti Made in China, venivano impiegati altri rifiuti plastici riciclati e lavorati.
Alla conferenza stampa hanno preso parte, oltre ai vertici regionali dell’ Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza, il Sostituto Procuratore che ha condotto le indagini, Alessio Coccioli, e il Capo della Procura della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio che ha esordito così: «Questo lavoro dimostra che non ci occupiamo solo di Avetrana». Una battuta significativa, con la quale ha espresso tutta la sua soddisfazione.
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