Il numero dei matrimoni negli Stati Uniti ha registrato in questi ultimi decenni un constante calo. Un fenomeno che ha colpito anche la Chiesa cattolica come confermano diverse ricerche condotte in questi anni.
Radio Vaticana - L’ultimo studio sull’argomento, pubblicato nel 2008 dal Cara, il Centro per la Ricerca applicata nell’apostolato della Georgetown, indica un crollo del 60% dei matrimoni celebrati in Chiesa dal 1972. Dall’indagine il 53% dei cattolici risultavano sposati, il 25% celibi, il 12% divorziati, il 5% vedovi, il 4% conviventi e l’1% separati. I dati non si discostano da quelli rilevati da una più recente ricerca del Pew Research Center sulla società americana nel suo insieme. Questo trend negativo è uno dei motivi che ha spinto l’episcopato americano a porre il matrimonio tra le priorità pastorali del quinquennio 2006-2011. In tale quadro si iscrive la cosiddetta “Iniziativa pastorale nazionale pluriennale per il matrimonio” lanciata dalla Conferenza episcopale (Usccb) nel 2004 insieme al sito http://foryourmarriage.org con l’obiettivo di fare capire meglio il punto di vista cattolico sul matrimonio e di aiutare le coppie, non solo cattoliche, a rafforzare la loro unione. Dell’iniziativa fa parte anche una vasta campagna di comunicazione integrata sul matrimonio condotta in questi anni su radio, televisione, internet e manifesti stradali. “Quello che vogliamo dire – spiega all’agenzia Cns Sheila Garcia, co-direttrice del Segretariato per i laici, il matrimonio, la famiglia e i giovani della Usccb – è che per sostenere il matrimonio occorrono tre cose: una visione, capacità e il sostegno della comunità. La Chiesa naturalmente offre la sua visione del matrimonio che è quella di un rapporto fedele, definitivo e aperto alla vita”. Una visione che i fedeli cattolici sembrano condividere più dei loro concittadini, il 39% dei quali, sempre secondo la ricerca del Pew Research Center, considera l’istituto matrimoniale “obsoleto”. (L.Z.)
Radio Vaticana - L’ultimo studio sull’argomento, pubblicato nel 2008 dal Cara, il Centro per la Ricerca applicata nell’apostolato della Georgetown, indica un crollo del 60% dei matrimoni celebrati in Chiesa dal 1972. Dall’indagine il 53% dei cattolici risultavano sposati, il 25% celibi, il 12% divorziati, il 5% vedovi, il 4% conviventi e l’1% separati. I dati non si discostano da quelli rilevati da una più recente ricerca del Pew Research Center sulla società americana nel suo insieme. Questo trend negativo è uno dei motivi che ha spinto l’episcopato americano a porre il matrimonio tra le priorità pastorali del quinquennio 2006-2011. In tale quadro si iscrive la cosiddetta “Iniziativa pastorale nazionale pluriennale per il matrimonio” lanciata dalla Conferenza episcopale (Usccb) nel 2004 insieme al sito http://foryourmarriage.org con l’obiettivo di fare capire meglio il punto di vista cattolico sul matrimonio e di aiutare le coppie, non solo cattoliche, a rafforzare la loro unione. Dell’iniziativa fa parte anche una vasta campagna di comunicazione integrata sul matrimonio condotta in questi anni su radio, televisione, internet e manifesti stradali. “Quello che vogliamo dire – spiega all’agenzia Cns Sheila Garcia, co-direttrice del Segretariato per i laici, il matrimonio, la famiglia e i giovani della Usccb – è che per sostenere il matrimonio occorrono tre cose: una visione, capacità e il sostegno della comunità. La Chiesa naturalmente offre la sua visione del matrimonio che è quella di un rapporto fedele, definitivo e aperto alla vita”. Una visione che i fedeli cattolici sembrano condividere più dei loro concittadini, il 39% dei quali, sempre secondo la ricerca del Pew Research Center, considera l’istituto matrimoniale “obsoleto”. (L.Z.)
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