La Corte dei diritti dell'uomo si è espressa con una severa condanna per l'Italia per aver violato la vita privata e familiare di 18 cittadini del paese campano, ma nega i danni provocati alla salute.
Città Nuova - Due passi avanti e quattro indietro. Si può sintetizzare così la situazione dei rifiuti in Campania. Mentre dal porto di Napoli partono le prime navi cariche di “monnezza” per l’Olanda (certo che in passato esportavamo articoli migliori!) e la Regione Campania sta per dotarsi (finalmente!) di un sistematico piano rifiuti, arriva da Strasburgo una vera e propria doccia fredda. L’11 gennaio 2012, infatti, la Corte dei diritti dell’uomo ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dello Stato italiano per l'emergenza rifiuti in Campania.
La Commissione della Corte europea ha reputato l’Italia colpevole dell’inaccettabile ritardo nel garantire alla Regione Campania gli impianti necessari oltre che sufficienti per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Nella sentenza si legge che: «Lo Stato italiano, non avendo adottato per la Regione Campania tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo, e in particolare, non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di smaltimento, ha palesemente violato gli articoli 4 e 5 della direttiva europea sui rifiuti Ce/12/2006». E si aggiunge che: «i rifiuti giacenti nelle strade, nonché quelli in attesa di trattamento presso i siti di stoccaggio, hanno costituito un degrado significativo dell'ambiente e del paesaggio, e una reale minaccia tanto per l'ambiente quanto per la salute umana. L'accumulo dei rifiuti potrebbe aver determinato una contaminazione del suolo e delle falde acquifere, il rilascio di sostanze inquinanti nell'atmosfera a seguito dell'autocombustione dei rifiuti o degli incendi provocati dalla popolazione, con conseguente inquinamento dei prodotti agricoli otre ad emanazioni maleodoranti». È stata, inoltre, rilevata «un’anomalia nello stato di salute della popolazione residente nei comuni dell’area nord est della provincia di Napoli e dell’area sud ovest della provincia di Caserta, le zone maggiormente interessate da pratiche illegali di smaltimento e incenerimento di rifiuti solidi urbani pericolosi».
La sentenza, che, comunque, è stata emessa in via “non definitiva”, fa riferimento ad un ricorso presentato nel gennaio 2008 da diciotto cittadini di Somma Vesuviana (NA). Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, intanto, è impegnato ad evitare che diventi operativa la procedura d’infrazione avviata nel 2007. Domenica 15 gennaio scade, infatti, la moratoria concessa all’Italia dalla Commissione europea e lunedì 16 è previsto a Bruxelles un incontro sull'emergenza rifiuti in Campania nel corso del quale verrà presentato il documento italiano. Si spera che sia accettato e che l’Italia non venga multata.
Tornando a Strasburgo, la sentenza risulta, comunque, incompleta perché non è stato riconosciuto il danno alla salute. I giudici di Strasburgo, infatti, hanno ritenuto che la vita e la salute dei ricorrenti non siano state messe in pericolo dall’emergenza rifiuti e non hanno riscontrato l’esistenza di un legame tra l’aumento dei casi di cancro e la gestione dei rifiuti in Campania. Inoltre, la Corte non ha riconosciuto l’indennizzo di 15 mila euro per danni morali richiesto dai ricorrenti perché la constatazione della violazione del loro diritto alla vita privata e familiare è da considerarsi una riparazione sufficiente del danno morale subito. Contentino per i ricorrenti solo il rimborso delle spese legali: 2.500 euro. L’ennesima vittoria di Pirro in questa infinita querelle che, dopo ben 18 anni, non può più essere definita “emergenza”!
Città Nuova - Due passi avanti e quattro indietro. Si può sintetizzare così la situazione dei rifiuti in Campania. Mentre dal porto di Napoli partono le prime navi cariche di “monnezza” per l’Olanda (certo che in passato esportavamo articoli migliori!) e la Regione Campania sta per dotarsi (finalmente!) di un sistematico piano rifiuti, arriva da Strasburgo una vera e propria doccia fredda. L’11 gennaio 2012, infatti, la Corte dei diritti dell’uomo ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dello Stato italiano per l'emergenza rifiuti in Campania.
La Commissione della Corte europea ha reputato l’Italia colpevole dell’inaccettabile ritardo nel garantire alla Regione Campania gli impianti necessari oltre che sufficienti per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Nella sentenza si legge che: «Lo Stato italiano, non avendo adottato per la Regione Campania tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo, e in particolare, non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di smaltimento, ha palesemente violato gli articoli 4 e 5 della direttiva europea sui rifiuti Ce/12/2006». E si aggiunge che: «i rifiuti giacenti nelle strade, nonché quelli in attesa di trattamento presso i siti di stoccaggio, hanno costituito un degrado significativo dell'ambiente e del paesaggio, e una reale minaccia tanto per l'ambiente quanto per la salute umana. L'accumulo dei rifiuti potrebbe aver determinato una contaminazione del suolo e delle falde acquifere, il rilascio di sostanze inquinanti nell'atmosfera a seguito dell'autocombustione dei rifiuti o degli incendi provocati dalla popolazione, con conseguente inquinamento dei prodotti agricoli otre ad emanazioni maleodoranti». È stata, inoltre, rilevata «un’anomalia nello stato di salute della popolazione residente nei comuni dell’area nord est della provincia di Napoli e dell’area sud ovest della provincia di Caserta, le zone maggiormente interessate da pratiche illegali di smaltimento e incenerimento di rifiuti solidi urbani pericolosi».
La sentenza, che, comunque, è stata emessa in via “non definitiva”, fa riferimento ad un ricorso presentato nel gennaio 2008 da diciotto cittadini di Somma Vesuviana (NA). Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, intanto, è impegnato ad evitare che diventi operativa la procedura d’infrazione avviata nel 2007. Domenica 15 gennaio scade, infatti, la moratoria concessa all’Italia dalla Commissione europea e lunedì 16 è previsto a Bruxelles un incontro sull'emergenza rifiuti in Campania nel corso del quale verrà presentato il documento italiano. Si spera che sia accettato e che l’Italia non venga multata.
Tornando a Strasburgo, la sentenza risulta, comunque, incompleta perché non è stato riconosciuto il danno alla salute. I giudici di Strasburgo, infatti, hanno ritenuto che la vita e la salute dei ricorrenti non siano state messe in pericolo dall’emergenza rifiuti e non hanno riscontrato l’esistenza di un legame tra l’aumento dei casi di cancro e la gestione dei rifiuti in Campania. Inoltre, la Corte non ha riconosciuto l’indennizzo di 15 mila euro per danni morali richiesto dai ricorrenti perché la constatazione della violazione del loro diritto alla vita privata e familiare è da considerarsi una riparazione sufficiente del danno morale subito. Contentino per i ricorrenti solo il rimborso delle spese legali: 2.500 euro. L’ennesima vittoria di Pirro in questa infinita querelle che, dopo ben 18 anni, non può più essere definita “emergenza”!
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È presente 1 commento
L'eventuale multa sarebbe da inviare ai politici del precedente governo che hanno osteggiato qualsiasi soluzione lasciando tutto in mano alle mafie.
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