Costa Concordia. Il Giglio tra paura del disastro ambientale e voglia di sbarazzarsi al più presto del relitto
L'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) ha reso noti oggi i dati dei prelievi effettuati domenica 29 gennaio, ad eccezione delle analisi batteriologiche che hanno tempi di esecuzione più lunghi, sul luogo del naufragio della Costa Concordia all'isola del Giglio.
GreenReport - Arpat dice di aver «Effettuato il campionamento su un numero ridotto di postazioni a causa delle avverse condizioni del mare (forza 4, onde 1,5 m, scirocco)». Nonostante oggi diversi giornali parlino di una elevata presenza di tensioattivi, l'agenzia regionale assicura: «Solventi e idrocarburi inferiori ai limiti di rilevabilità analitica. Tensioattivi in tracce apprezzabili presso la prua della nave lato dritta, più protetto rispetto alla corrente. Test di tossicità negativi. Al momento non si riscontrano fenomeni significativi di inquinamento dell'acqua del mare». Intanto Arpat ha completate le analisi batteriologiche del 27 gennaio e «I risultati sono tutti negativi o ampiamente entro i limiti della balneazione». Da ieri e per due settimane il battello oceanografico Poseidon di Arpat, che era dal 17 gennaio nelle acque del Giglio per l'attività di monitoraggio ambientale, è stato rilevato dall'Astra, il battello dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), «Dato il rischio potenziale di un inquinamento per le operazioni di prelievo dei carburanti della nave in un'area particolarmente sensibile e a rilevante vocazione naturalistica - come sottolinea una nota Arpat - Le due Agenzia hanno condiviso un piano di monitoraggio in via di formalizzazione che prevede l'elaborazione di indagini per valutare l'ampiezza degli impatti dell'inquinamento accidentale arrecato eventualmente all'ecosistema marino dell'area. Le criticità ambientali connesse al monitoraggio della nave Concordia che vengono verificate sono principalmente legate al pericolo di sversamento incontrollato di liquidi o semi-liquidi altamente inquinanti nella colonna d'acqua (prodotti della raffinazione del petrolio, agenti chimici presenti a vario titolo nella nave, ecc.) e la conseguente contaminazione del sedimento e degli organismi marini dell'area».
Sempre a causa del maltempo, la ricerca dei dispersi nella parte sommersa della Costa Concordia è stata definitivamente sospesa: «sono venute meno le condizioni operative di sicurezza» ha detto il commissario per l'emergenza Franco Gabrielli ai familiari e alle ambasciate. Proseguiranno, invece, le ricerche nella parte emersa della Concordia e si continuerà a scandagliare i 18 kmq di mare perlustrati nei giorni scorsi.
Il Poseidon dell'Arpat riprenderà la consueta attività di monitoraggio delle acque marine lungo 19 punti in tutto il litorale toscano, intensificando i campionamenti in 5 di questi: Foce Bruna, Cala Forno, Porto Santo Stefano, Mola, Montecristo, Livorno, proprio «Per verificare gli eventuali effetti del naufragio della Costa Concordia. Per tutti i 19 punti è stata prevista anche «La determinazione dei seguenti metalli: Vanadio, Molibdeno, Cobalto, Antimonio, per verificare invece eventuali ricadute dell'emergenza"bidoni tossici" persi dalla motonave Venezia in prossimità dell'Isola della Gorgona»
Ieri, durante la riunione del Comitato tecnico-scientifico la Costa crociere ha finalmente presentato il progetto per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti che sono dentro la della nave. La Protezione civile informa che «Il piano prevede tre ambiti d'intervento: la raccolta, lo smaltimento e il trasporto di materiale galleggiante e ingombrante; la raccolta e lo smaltimento delle acque nere e quello dei prodotti chimici e degli olii». Da oggi è operativa la parte del piano riguardante la gestione del materiale galleggiante e ingombrante. Il materiale galleggiante sarà caricato sul pontone Marzocco, proveniente da Livorno e poi trasferito a Talamone, che la Costa ha individuato come porto di sbarco.
Per la raccolta e lo smaltimento delle acque nere e per quella dei prodotti chimici e degli olii, da subito chiesta da Legambiente ed alle altre associazioni ambientaliste, la Protezione Civile spiega che «Sarà elaborato un piano più dettagliato che verrà discusso nel corso di una riunione congiunta convocata per mercoledì 1° febbraio dal Commissario delegato con il Comitato Tecnico-Scientifico, il Comitato Consultivo, i due Soggetti attuatori e il Direttore tecnico delle operazioni di soccorso».
Intanto al Giglio si guarda con preoccupazione al futuro e si teme che l'attuale "turismo della catastrofe" si trasformi in estate in un flop per il turismo balneare. Dopo l'assemblea cittadina di ieri, che ha chiesto una rapida rimozione della Concordia, molto problematico e per il quale probabilmente bisognerà armarsi di molta più pazienza, per evitare che operazioni accelerate e progettate con fretta facciano correre all'isola il rischio di un disastro ambientale che, quello davvero, metterebbe in ginocchio il turismo per anni. Ma la pazienza che occorrerà è probabilmente molta di più di quanto attualmente ne dispongano i gigliesi frastornati da un disastro di dimensioni internazionali, immenso per la loro piccola comunità che si è trovata catapultata al centro di un vero e proprio circo mediatico. Domani il commissario Gabrielli incontrerà gli abitanti dell'isola e l'amministrazione comunale e pensiamo che avrà molto da dire e spiegare per far comprendere quali siano le difficoltà tecniche ed i rischi ambientali che comporta e comporterà la bonifica e lo spostamento della Costa Concordia.
Torna sulla tragedia anche il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che afferma: «E' ormai chiaro che nell'Arcipelago toscano è in corso un'emergenza ambientale che va immediatamente affrontata».
«A poche decine di chilometri dal disastro della Costa Concordia - aggiunge - , lo scorso 17 dicembre 2011 l'Eurocargo Venezia della Grimaldi Lines, ha perso due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti tonnellate (224 fusti metallici) di un catalizzatore al cobalto-nichel estremamente inquinante a sud dell'isola di Gorgona, a una ventina di miglia dalla costa e a una profondità per un totale di 224 fusti metallici non ancora recuperati: si tratta di sostanze chimiche pericolosissime per la salute che secondo l'Ispra potrebbero entrare nella catena alimentare».
«È davvero assurdo che nonostante la contaminazione del mare antistante l'Isola del Giglio sia in corso si continui ad il progetto della Costa, i bandi e gli appalti che la società armatrice della Concordia dovrà ultimare per avviare le operazioni di rimozione: quest'iter procedurale non farà che allungare i tempi, nella migliore delle ipotesi - prosegue il leader ecologista -. Si tratta di tempi lunghissimi che si sommano ai 7-10 mesi, in cui gli oli, la corrosione del relitto, i solventi e tutto quello che è presente sul relitto provocheranno un vero e proprio disastro».
«Per questo chiediamo al Governo di intervenire immediatamente per affrontare sia la rimozione della Concordia che i fusti tossici persi in mare dall'Eurocargo Venezia - conclude Bonelli -. Inoltre vorremmo sapere che fine ha fatto decreto sulle rotte sicure di cui tanto si è parlato ma che ad oggi continua ad essere 'ufo'».
GreenReport - Arpat dice di aver «Effettuato il campionamento su un numero ridotto di postazioni a causa delle avverse condizioni del mare (forza 4, onde 1,5 m, scirocco)». Nonostante oggi diversi giornali parlino di una elevata presenza di tensioattivi, l'agenzia regionale assicura: «Solventi e idrocarburi inferiori ai limiti di rilevabilità analitica. Tensioattivi in tracce apprezzabili presso la prua della nave lato dritta, più protetto rispetto alla corrente. Test di tossicità negativi. Al momento non si riscontrano fenomeni significativi di inquinamento dell'acqua del mare». Intanto Arpat ha completate le analisi batteriologiche del 27 gennaio e «I risultati sono tutti negativi o ampiamente entro i limiti della balneazione». Da ieri e per due settimane il battello oceanografico Poseidon di Arpat, che era dal 17 gennaio nelle acque del Giglio per l'attività di monitoraggio ambientale, è stato rilevato dall'Astra, il battello dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), «Dato il rischio potenziale di un inquinamento per le operazioni di prelievo dei carburanti della nave in un'area particolarmente sensibile e a rilevante vocazione naturalistica - come sottolinea una nota Arpat - Le due Agenzia hanno condiviso un piano di monitoraggio in via di formalizzazione che prevede l'elaborazione di indagini per valutare l'ampiezza degli impatti dell'inquinamento accidentale arrecato eventualmente all'ecosistema marino dell'area. Le criticità ambientali connesse al monitoraggio della nave Concordia che vengono verificate sono principalmente legate al pericolo di sversamento incontrollato di liquidi o semi-liquidi altamente inquinanti nella colonna d'acqua (prodotti della raffinazione del petrolio, agenti chimici presenti a vario titolo nella nave, ecc.) e la conseguente contaminazione del sedimento e degli organismi marini dell'area».
Sempre a causa del maltempo, la ricerca dei dispersi nella parte sommersa della Costa Concordia è stata definitivamente sospesa: «sono venute meno le condizioni operative di sicurezza» ha detto il commissario per l'emergenza Franco Gabrielli ai familiari e alle ambasciate. Proseguiranno, invece, le ricerche nella parte emersa della Concordia e si continuerà a scandagliare i 18 kmq di mare perlustrati nei giorni scorsi.
Il Poseidon dell'Arpat riprenderà la consueta attività di monitoraggio delle acque marine lungo 19 punti in tutto il litorale toscano, intensificando i campionamenti in 5 di questi: Foce Bruna, Cala Forno, Porto Santo Stefano, Mola, Montecristo, Livorno, proprio «Per verificare gli eventuali effetti del naufragio della Costa Concordia. Per tutti i 19 punti è stata prevista anche «La determinazione dei seguenti metalli: Vanadio, Molibdeno, Cobalto, Antimonio, per verificare invece eventuali ricadute dell'emergenza"bidoni tossici" persi dalla motonave Venezia in prossimità dell'Isola della Gorgona»
Ieri, durante la riunione del Comitato tecnico-scientifico la Costa crociere ha finalmente presentato il progetto per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti che sono dentro la della nave. La Protezione civile informa che «Il piano prevede tre ambiti d'intervento: la raccolta, lo smaltimento e il trasporto di materiale galleggiante e ingombrante; la raccolta e lo smaltimento delle acque nere e quello dei prodotti chimici e degli olii». Da oggi è operativa la parte del piano riguardante la gestione del materiale galleggiante e ingombrante. Il materiale galleggiante sarà caricato sul pontone Marzocco, proveniente da Livorno e poi trasferito a Talamone, che la Costa ha individuato come porto di sbarco.
Per la raccolta e lo smaltimento delle acque nere e per quella dei prodotti chimici e degli olii, da subito chiesta da Legambiente ed alle altre associazioni ambientaliste, la Protezione Civile spiega che «Sarà elaborato un piano più dettagliato che verrà discusso nel corso di una riunione congiunta convocata per mercoledì 1° febbraio dal Commissario delegato con il Comitato Tecnico-Scientifico, il Comitato Consultivo, i due Soggetti attuatori e il Direttore tecnico delle operazioni di soccorso».
Intanto al Giglio si guarda con preoccupazione al futuro e si teme che l'attuale "turismo della catastrofe" si trasformi in estate in un flop per il turismo balneare. Dopo l'assemblea cittadina di ieri, che ha chiesto una rapida rimozione della Concordia, molto problematico e per il quale probabilmente bisognerà armarsi di molta più pazienza, per evitare che operazioni accelerate e progettate con fretta facciano correre all'isola il rischio di un disastro ambientale che, quello davvero, metterebbe in ginocchio il turismo per anni. Ma la pazienza che occorrerà è probabilmente molta di più di quanto attualmente ne dispongano i gigliesi frastornati da un disastro di dimensioni internazionali, immenso per la loro piccola comunità che si è trovata catapultata al centro di un vero e proprio circo mediatico. Domani il commissario Gabrielli incontrerà gli abitanti dell'isola e l'amministrazione comunale e pensiamo che avrà molto da dire e spiegare per far comprendere quali siano le difficoltà tecniche ed i rischi ambientali che comporta e comporterà la bonifica e lo spostamento della Costa Concordia.
Torna sulla tragedia anche il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che afferma: «E' ormai chiaro che nell'Arcipelago toscano è in corso un'emergenza ambientale che va immediatamente affrontata».
«A poche decine di chilometri dal disastro della Costa Concordia - aggiunge - , lo scorso 17 dicembre 2011 l'Eurocargo Venezia della Grimaldi Lines, ha perso due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti tonnellate (224 fusti metallici) di un catalizzatore al cobalto-nichel estremamente inquinante a sud dell'isola di Gorgona, a una ventina di miglia dalla costa e a una profondità per un totale di 224 fusti metallici non ancora recuperati: si tratta di sostanze chimiche pericolosissime per la salute che secondo l'Ispra potrebbero entrare nella catena alimentare».
«È davvero assurdo che nonostante la contaminazione del mare antistante l'Isola del Giglio sia in corso si continui ad il progetto della Costa, i bandi e gli appalti che la società armatrice della Concordia dovrà ultimare per avviare le operazioni di rimozione: quest'iter procedurale non farà che allungare i tempi, nella migliore delle ipotesi - prosegue il leader ecologista -. Si tratta di tempi lunghissimi che si sommano ai 7-10 mesi, in cui gli oli, la corrosione del relitto, i solventi e tutto quello che è presente sul relitto provocheranno un vero e proprio disastro».
«Per questo chiediamo al Governo di intervenire immediatamente per affrontare sia la rimozione della Concordia che i fusti tossici persi in mare dall'Eurocargo Venezia - conclude Bonelli -. Inoltre vorremmo sapere che fine ha fatto decreto sulle rotte sicure di cui tanto si è parlato ma che ad oggi continua ad essere 'ufo'».
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