Nucleare: ancora 12 anni, forse, per il definitivo smantellamento della centrale di Trino Vercellese
Il nuovo nucleare è stato definitivamente affossato dall'esito del referendum dello scorso giugno, almeno ce lo auguriamo, ma resta ancora da mettere in definitiva sicurezza il territorio dal "vecchio" nucleare, quello che era in funzione in Italia prima del precedente referendum, quello del 1987.
GreenReport - Per quanto riguarda l'impianto di Trino Vercellese entrato in produzione nel 1964, bisogna attendere almeno altri dodici anni prima che il sito possa essere dichiarato "senza vincoli di natura radiologica''. La notizia fornita dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, in risposta ad un question time alla Camera, va presa con prudenza considerato che viene da Sogin, la società che dal 1999 è proprietaria della centrale (e delle altre ex centrali italiane) e che deve procedere al decommissioning, cioè allo smantellamento degli impianti, alla sistemazione dei materiali radioattivi presenti nel sito e al recupero dell'area.
«Lo stato di avanzamento dello smantellamento dell'impianto nucleare di Trino Vercellese al 2011 è stato valutato dalla Sogin pari al 14% e il 2024 è l'anno stimato quale data presumibile di rilascio del sito senza vincoli di natura radiologica - ha dichiarato Clini - I costi di mantenimento della centrale sono stimati, sempre dalla Sogin, in circa 4,5 milioni di euro l'anno».
Per l'attuazione del processo di smantellamento, ha fatto presente il ministro, «occorre sbloccare la situazione anche del combustibile nucleare, attualmente stoccato nella centrale di Trino (circa 15 tonnellate di biossido di uranio) e destinato ad essere trasferito in Francia per il riprocessamento. I trasporti, previsti in origine per l'anno 2011, stanno subendo ritardi nei tempi a causa della sospensione delle spedizioni decretata dal Prefetto di Vercelli nel giugno scorso, in seguito alle manifestazioni No-Tav».
Il ministro ha poi fornito i numeri sul volume dei rifiuti stoccati in centrale: a fine 2010 erano 1.150 metri cubi, mentre i volumi massimi da conferire al deposito nazionale (che ancora non c'è e di questo passo rimangono dubbi anche per il 2024) dopo le attività di smantellamento saranno di circa 4.200 metri cubi. Clini ha concluso dicendo che sarà probabilmente autorizzata entro l'estate dal ministero dello Sviluppo economico la disattivazione definitiva dell'impianto di Trino Vercellese.
GreenReport - Per quanto riguarda l'impianto di Trino Vercellese entrato in produzione nel 1964, bisogna attendere almeno altri dodici anni prima che il sito possa essere dichiarato "senza vincoli di natura radiologica''. La notizia fornita dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, in risposta ad un question time alla Camera, va presa con prudenza considerato che viene da Sogin, la società che dal 1999 è proprietaria della centrale (e delle altre ex centrali italiane) e che deve procedere al decommissioning, cioè allo smantellamento degli impianti, alla sistemazione dei materiali radioattivi presenti nel sito e al recupero dell'area.
«Lo stato di avanzamento dello smantellamento dell'impianto nucleare di Trino Vercellese al 2011 è stato valutato dalla Sogin pari al 14% e il 2024 è l'anno stimato quale data presumibile di rilascio del sito senza vincoli di natura radiologica - ha dichiarato Clini - I costi di mantenimento della centrale sono stimati, sempre dalla Sogin, in circa 4,5 milioni di euro l'anno».
Per l'attuazione del processo di smantellamento, ha fatto presente il ministro, «occorre sbloccare la situazione anche del combustibile nucleare, attualmente stoccato nella centrale di Trino (circa 15 tonnellate di biossido di uranio) e destinato ad essere trasferito in Francia per il riprocessamento. I trasporti, previsti in origine per l'anno 2011, stanno subendo ritardi nei tempi a causa della sospensione delle spedizioni decretata dal Prefetto di Vercelli nel giugno scorso, in seguito alle manifestazioni No-Tav».
Il ministro ha poi fornito i numeri sul volume dei rifiuti stoccati in centrale: a fine 2010 erano 1.150 metri cubi, mentre i volumi massimi da conferire al deposito nazionale (che ancora non c'è e di questo passo rimangono dubbi anche per il 2024) dopo le attività di smantellamento saranno di circa 4.200 metri cubi. Clini ha concluso dicendo che sarà probabilmente autorizzata entro l'estate dal ministero dello Sviluppo economico la disattivazione definitiva dell'impianto di Trino Vercellese.
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