Le persecuzioni contro i cristiani si mescolano alle violenze contro la rivoluzione araba. In un anno vi sono stati 1000 morti; migliaia di feriti; 1200 hanno perso uno o due occhi, perché la polizia spara ad altezza d’uomo. Il governo provvisorio non ha mantenuto molte promesse di uguaglianza fra cristiani e musulmani, ma qua e là crescono alleanze, rispetto e amicizia comune. Questa sera festa in piazza Tahrir con canzoni cristiane copte e di musulmani sufi.
Asianews - Il Cairo. Un anno è passato dal terribile massacro nella chiesa dei due Santi ad Alessandria, la scorsa vigilia di Capodanno, che ha fatto 20 morti e un centinaio di feriti. Fino ad ora non è emersa nessuna chiarezza su chi ha compiuto quest’orribile crimine. Solo voci affermano che ad ordinare l’attacco è stato il ministero degli Affari interni, ma finora non è stato reso pubblico alcun risultato di inchiesta. Ieri, l’ultimo venerdì dell’anno, la Chiesa protestante ha organizzato una dimostrazione pacifica in piazza Tahrir per celebrare l’anniversario, domandando alla gente di portare solo dei ceri e nessun altro simbolo religioso. Per celebrare Natale e il Capodanno, è emersa anche un’altra grande dimostrazione, guidata da Shaykh Mazhar Shaheen, che dalla moschea di Omar Makram, a Midan al Tahrir, è giunta fino alla Chiesa evangelica di Qasr al Doubara, una strada dopo Midan al Tahrir.
Dopo tre settimane dal massacro, il 25 gennaio è scoppiata la rivoluzione e da allora sono avvenuti molti fatti che hanno pesato sulla popolazione, ma soprattutto sui cristiani. Le date della rivoluzione si intrecciano con gli avvenimenti e persecuzione dei cristiani.
Va ricordato che il massacro di Alessandria è avvenuto a quasi un anno dal violento attacco a Nag Hammadi, nell’Alto Egitto, la notte del Natale copto, il 7 gennaio 2010, che ha fatto sette morti e molti feriti. Meno di due mesi dopo, in alcuni scontri legati alla costruzione di una chiesa nella periferia di Giza, vicino al Cairo, ha fatto due morti e molti feriti. (continua a leggere)
Asianews - Il Cairo. Un anno è passato dal terribile massacro nella chiesa dei due Santi ad Alessandria, la scorsa vigilia di Capodanno, che ha fatto 20 morti e un centinaio di feriti. Fino ad ora non è emersa nessuna chiarezza su chi ha compiuto quest’orribile crimine. Solo voci affermano che ad ordinare l’attacco è stato il ministero degli Affari interni, ma finora non è stato reso pubblico alcun risultato di inchiesta. Ieri, l’ultimo venerdì dell’anno, la Chiesa protestante ha organizzato una dimostrazione pacifica in piazza Tahrir per celebrare l’anniversario, domandando alla gente di portare solo dei ceri e nessun altro simbolo religioso. Per celebrare Natale e il Capodanno, è emersa anche un’altra grande dimostrazione, guidata da Shaykh Mazhar Shaheen, che dalla moschea di Omar Makram, a Midan al Tahrir, è giunta fino alla Chiesa evangelica di Qasr al Doubara, una strada dopo Midan al Tahrir.
Dopo tre settimane dal massacro, il 25 gennaio è scoppiata la rivoluzione e da allora sono avvenuti molti fatti che hanno pesato sulla popolazione, ma soprattutto sui cristiani. Le date della rivoluzione si intrecciano con gli avvenimenti e persecuzione dei cristiani.
Va ricordato che il massacro di Alessandria è avvenuto a quasi un anno dal violento attacco a Nag Hammadi, nell’Alto Egitto, la notte del Natale copto, il 7 gennaio 2010, che ha fatto sette morti e molti feriti. Meno di due mesi dopo, in alcuni scontri legati alla costruzione di una chiesa nella periferia di Giza, vicino al Cairo, ha fatto due morti e molti feriti. (continua a leggere)
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