Il presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è morto in mattinata. Aveva 93 anni. I funerali avranno luogo in forma privata lunedì alle 14 nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, a Roma. Sarà però allestita una camera ardente per consentire anche alla gente comune di portare il proprio saluto a Scalfaro nella chiesa di Sant'Egidio, sempre lunedì dalle 10.30 alle 13.30.
di Silvio Foini
E’ stato Capo dello Stato dal 1992 al 1999, e prima della nomina al Quirinale è stato ininterrottamente deputato per l'intera storia repubblicana, a partire dal primo Parlamento repubblicano eletto nel 1948 e, prima ancora, dall'assemblea Costituente del 1946. Più volte ministro, da senatore a vita ha aderito al Partito Democratico. Famosa la sua frase: «Non ci sto», pronunciata la sera del 3 novembre 1993 a reti unificate, per difendersi dalle accuse di avere gestito fondi neri ad uso personale nell'epoca in cui era stato Ministro dell'Interno. In quell'occasione Scalfaro parlò di «gioco al massacro» riferendosi all’esplodere dello scandalo Sisde e ad un tentativo di infangare la Presidenza della Repubblica come ritorsione della vecchia classe politica che le inchieste di ‘Mani Pulite’ avevano decimato. La sua presidenza è stata particolarmente significativa: eletto due giorni dopo la strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta, nel corso del settennato dovette gestire il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica e la transizione dagli anni di Tangentopoli.
Nato a Novara il 9 settembre 1918, vedovo di Maria Inzitari dalla quale ha avuto una figlia, Marianna, si era laureato in giurisprudenza nel 1941. Chiamato alle armi e assegnato al 38° Reggimento di Fanteria a Tortona, venne congedato, in quanto magistrato, nell'ottobre del 1942. Il 2 giugno 1946 venne eletto per la prima volta alla Costituente nelle liste della Dc. Poi, dal 1948 al 1992 è stato eletto ininterrottamente alla Camera sempre nelle fila della Dc. Non è mai stato Presidente del Consiglio: nell’aprile del 1987, dopo le dimissioni del Governo presieduto da Bettino Craxi, l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga gli conferì l’incarico di formare il nuovo governo ma, constatata l’impossibilità di comporre un gabinetto di coalizione, rinunciò all’incarico dichiarandosi indisponibile a formare un governo monocolore democratico-cristiano. Nel ruolo di numero uno dell'Assemblea di Montecitorio fu lui stesso a leggere ad alta voce lo spoglio delle schede della votazione delle Camere riunite in seduta comune che portò alla sua elezione al Quirinale.
Immediato il cordoglio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «È con profonda commozione che rendo omaggio alla figura di Oscar Luigi Scalfaro nel momento della sua scomparsa, ricordando tutto quel che egli ha dato al servizio del paese, e l'amicizia limpida e affettuosa che mi ha donato - ha detto in una nota il capo dello Stato - È stato un protagonista della vita politica democratica nei decenni dell'Italia repubblicana, esempio di coerenza ideale e di integrità morale. Si è identificato col Parlamento - ha aggiunto Napolitano - cui ha dedicato con passione la più gran parte del suo impegno. Da uomo di governo, ha lasciato l'impronta più forte nella funzione da lui sentitissima di Ministro dell'Interno. Da Presidente della Repubblica, ha fronteggiato con fermezza e linearità periodi tra i più difficili della nostra storia. Da uomo di fede, da antifascista e da costruttore dello Stato democratico, ha espresso al livello più alto la tradizione dell'impegno politico dei cattolici italiani».
Chi scrive ha avuto l’alto onore di conoscerlo personalmente sin da quando, bambino, lo vedeva spesso accanto al suo grande amico, padre Michelangelo Falcioni, cui, quando ministro dei trasporti, donò alcuni vagoni ferroviari dismessi all’uopo di fornire un tetto ed una casa ai piccoli orfani di Domodossola. Anche a nome del nostro giornale, esprimo alla sua cara figlia Marianna tutto il dolore per questa grave perdita.
Ciao Presidente!
di Silvio Foini
E’ stato Capo dello Stato dal 1992 al 1999, e prima della nomina al Quirinale è stato ininterrottamente deputato per l'intera storia repubblicana, a partire dal primo Parlamento repubblicano eletto nel 1948 e, prima ancora, dall'assemblea Costituente del 1946. Più volte ministro, da senatore a vita ha aderito al Partito Democratico. Famosa la sua frase: «Non ci sto», pronunciata la sera del 3 novembre 1993 a reti unificate, per difendersi dalle accuse di avere gestito fondi neri ad uso personale nell'epoca in cui era stato Ministro dell'Interno. In quell'occasione Scalfaro parlò di «gioco al massacro» riferendosi all’esplodere dello scandalo Sisde e ad un tentativo di infangare la Presidenza della Repubblica come ritorsione della vecchia classe politica che le inchieste di ‘Mani Pulite’ avevano decimato. La sua presidenza è stata particolarmente significativa: eletto due giorni dopo la strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta, nel corso del settennato dovette gestire il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica e la transizione dagli anni di Tangentopoli.
Nato a Novara il 9 settembre 1918, vedovo di Maria Inzitari dalla quale ha avuto una figlia, Marianna, si era laureato in giurisprudenza nel 1941. Chiamato alle armi e assegnato al 38° Reggimento di Fanteria a Tortona, venne congedato, in quanto magistrato, nell'ottobre del 1942. Il 2 giugno 1946 venne eletto per la prima volta alla Costituente nelle liste della Dc. Poi, dal 1948 al 1992 è stato eletto ininterrottamente alla Camera sempre nelle fila della Dc. Non è mai stato Presidente del Consiglio: nell’aprile del 1987, dopo le dimissioni del Governo presieduto da Bettino Craxi, l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga gli conferì l’incarico di formare il nuovo governo ma, constatata l’impossibilità di comporre un gabinetto di coalizione, rinunciò all’incarico dichiarandosi indisponibile a formare un governo monocolore democratico-cristiano. Nel ruolo di numero uno dell'Assemblea di Montecitorio fu lui stesso a leggere ad alta voce lo spoglio delle schede della votazione delle Camere riunite in seduta comune che portò alla sua elezione al Quirinale.
Immediato il cordoglio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «È con profonda commozione che rendo omaggio alla figura di Oscar Luigi Scalfaro nel momento della sua scomparsa, ricordando tutto quel che egli ha dato al servizio del paese, e l'amicizia limpida e affettuosa che mi ha donato - ha detto in una nota il capo dello Stato - È stato un protagonista della vita politica democratica nei decenni dell'Italia repubblicana, esempio di coerenza ideale e di integrità morale. Si è identificato col Parlamento - ha aggiunto Napolitano - cui ha dedicato con passione la più gran parte del suo impegno. Da uomo di governo, ha lasciato l'impronta più forte nella funzione da lui sentitissima di Ministro dell'Interno. Da Presidente della Repubblica, ha fronteggiato con fermezza e linearità periodi tra i più difficili della nostra storia. Da uomo di fede, da antifascista e da costruttore dello Stato democratico, ha espresso al livello più alto la tradizione dell'impegno politico dei cattolici italiani».
Chi scrive ha avuto l’alto onore di conoscerlo personalmente sin da quando, bambino, lo vedeva spesso accanto al suo grande amico, padre Michelangelo Falcioni, cui, quando ministro dei trasporti, donò alcuni vagoni ferroviari dismessi all’uopo di fornire un tetto ed una casa ai piccoli orfani di Domodossola. Anche a nome del nostro giornale, esprimo alla sua cara figlia Marianna tutto il dolore per questa grave perdita.
Ciao Presidente!
Tweet |
Sono presenti 4 commenti
Un uomo della stessa stirpe di Leone ancora più OSCURO e bieco come ex magistrato e mimistro interno.
Vergogna a chi ha scritto queste parole!
No, vergogna a chi ha scritto i due commenti precedenti!!! Perchè accanirsi contro uomoni integerrimi che hanno difeso e impersonato la Costituzione senza scopi personali ma solo per il bene comune ? Questi giudizi così negativi non li capisco proprio, forse si preferisce essere governati da politici che fanno solo il proprio tornaconto ma sono "simpatici"( per dirla con Crozza) Anch'io ho avuto modo di vederlo e ascoltarlo da vicino proprio nella terra di Padre Michelangelo, ero giovane allora, ma in grado di capire i valori, i principi che entrambi mi suggerivano e che ho fatto miei per la vita.Un grazie riconoscente per tutto il bene che hai fatto alla tua, nostra, nazione Presidente1 Tanti sono con te. Da lassù guardaci e guidaci ancora.
Questo commento merita lode: ci sono tante brave persone che rimpiangono i politici di una volta. Questi di oggi, rare eccezioni a parte fanno vomitare. Viva Scalfaro, UN UOMO VERO!!!!!!!!!
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.