Ecco il nostro consueto appuntamento col teatrino della politica e della società italiana
di Silvio Foini
Se desideravamo l’inverno, eccoci accontentati. Rischio siccità svanito nel nulla. “Troppa grazia Sant’Antonio” si diceva una volta quando dal cielo scendeva più del dovuto, ma oggi, in molte parti d’Italia, si prega affinché non nevichi più. Popolo di mai contenti! A chi è caduta troppa neve in testa, e con molto rumore (al contrario del detto che la neve di rumore non ne faccia) è il povero sindaco di Roma, Alemanno. Dicono sia colpa sua e l’accusano di tutto il caos che ha steso Roma. Ma guardiamoci negli occhi e siamo seri, almeno una tantum: pochi centimetri e voilà, tutto fermo. Possibile? Fossero stati cinquanta centimetri che sarebbe accaduto? Pesano le pale nelle mani dei cives romani o proprio non si trovano? I mezzi spazzaneve dove sono andati? Ci sono mai stati? A Roma nevica una volta ogni morte di Papa, ma per questa volta il nostro amato Pontefice, quasi a sfatar il detto, gode fortunatamente di ottima salute. Allora com’è sta storia? Darsi una mossa tutti insieme no?
Il sale si sparge prima che la neve scenda copiosa (qui mi pare un eufemismo quest’aggettivo) e le strade vanno spazzate. Alemanno non lo sapeva. Ora se la prende con la Protezione civile che non ha avuto nessuna richiesta di intervento. Una volta questa istituzione non esisteva nemmeno. Come facevamo?
Preso spunto da quanto avvenuto a Como, ci giunge notizia che il buon Romano La Russa, fratello del più noto e simpatico Ignazio, abbia chiesto che gli extracomunitari che sono “ospitati” negli alberghi delle città italiane, e sono in molti, si sdebitino un momentino spalando la neve. “Oh ragazzi - diciamola alla Bersani – siam mica qui a mangiare gratis! Siamo pazzi?”. Alla richiesta “fascista” si è levato un coro di proteste degno dell’Antoniano di Bologna! “Sono sicuro – conclude lui – che i lombardi apprezzerebbero questo gesto di solidarietà, che per una volta darebbe senso concreto al tanto abusato termine integrazione. Italiani e profughi finalmente sarebbero davvero uniti nell’affrontare l’emergenza neve e ghiaccio”.
Insomma, la neve porta litigi nei palazzi e fuori: o tempora, o mores, una volta le nevicate le si gustavano col naso all’insù. Ma erano altri tempi appunto! I tre moschettieri, raccontava Dumas, erano tutti per uno e uno per tutti. Dimenticavo un particolare importante: qui di moschettieri non se ne trovano più. Al massimo mosconi ronzanti sulle macerie di un povero paese allo sfinimento.
di Silvio Foini
Se desideravamo l’inverno, eccoci accontentati. Rischio siccità svanito nel nulla. “Troppa grazia Sant’Antonio” si diceva una volta quando dal cielo scendeva più del dovuto, ma oggi, in molte parti d’Italia, si prega affinché non nevichi più. Popolo di mai contenti! A chi è caduta troppa neve in testa, e con molto rumore (al contrario del detto che la neve di rumore non ne faccia) è il povero sindaco di Roma, Alemanno. Dicono sia colpa sua e l’accusano di tutto il caos che ha steso Roma. Ma guardiamoci negli occhi e siamo seri, almeno una tantum: pochi centimetri e voilà, tutto fermo. Possibile? Fossero stati cinquanta centimetri che sarebbe accaduto? Pesano le pale nelle mani dei cives romani o proprio non si trovano? I mezzi spazzaneve dove sono andati? Ci sono mai stati? A Roma nevica una volta ogni morte di Papa, ma per questa volta il nostro amato Pontefice, quasi a sfatar il detto, gode fortunatamente di ottima salute. Allora com’è sta storia? Darsi una mossa tutti insieme no?
Il sale si sparge prima che la neve scenda copiosa (qui mi pare un eufemismo quest’aggettivo) e le strade vanno spazzate. Alemanno non lo sapeva. Ora se la prende con la Protezione civile che non ha avuto nessuna richiesta di intervento. Una volta questa istituzione non esisteva nemmeno. Come facevamo?
Preso spunto da quanto avvenuto a Como, ci giunge notizia che il buon Romano La Russa, fratello del più noto e simpatico Ignazio, abbia chiesto che gli extracomunitari che sono “ospitati” negli alberghi delle città italiane, e sono in molti, si sdebitino un momentino spalando la neve. “Oh ragazzi - diciamola alla Bersani – siam mica qui a mangiare gratis! Siamo pazzi?”. Alla richiesta “fascista” si è levato un coro di proteste degno dell’Antoniano di Bologna! “Sono sicuro – conclude lui – che i lombardi apprezzerebbero questo gesto di solidarietà, che per una volta darebbe senso concreto al tanto abusato termine integrazione. Italiani e profughi finalmente sarebbero davvero uniti nell’affrontare l’emergenza neve e ghiaccio”.
Insomma, la neve porta litigi nei palazzi e fuori: o tempora, o mores, una volta le nevicate le si gustavano col naso all’insù. Ma erano altri tempi appunto! I tre moschettieri, raccontava Dumas, erano tutti per uno e uno per tutti. Dimenticavo un particolare importante: qui di moschettieri non se ne trovano più. Al massimo mosconi ronzanti sulle macerie di un povero paese allo sfinimento.
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Sono presenti 3 commenti
Parole sante!
Non c'è emergenza senza polemica, anche se una tantum!!Il sindaco è ilprimo rappresentante della protezione civile , quindi,niente polemiche nè accuse, ma responsabilità, una tantum...
E' vero che l'Italia è il paese del sole, ma l'inverno , con neve e gelo, non è una novità, anche se negli ultimi anni questi fenomeni sono stati poco presenti, quindi un po' di pazienza, non si può risolvere tutto con un" clic"come purtroppo siamo abituati
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