Trovato l’accordo sul compenso: la Rai pagherà 750 mila euro al famoso cantautore, il quale assicura che darà tutto in beneficienza. Tra chi elogia Celentano per il buon esempio di generosità dato e chi parla di “beneficienza-spettacolo”, una domanda sorge spontanea: è questa la strada per far del bene indicataci dal Vangelo?
di Bartolo Salone
La partecipazione di Adriano Celentano al Festival di Sanremo sta suscitando parecchie discussioni, in buona parte alimentate – diciamoci la verità – dallo stesso cantautore. In particolare, qualche giorno fa si è accesa una vivace polemica, ancora non del tutto sopita, sul compenso che l’illustre ospite dovrebbe ricevere per la sua presenza sul palco dell’Ariston. Da più parti è ritenuta infatti una anomalia che un personaggio dello spettacolo possa essere retribuito con 300 mila euro a serata per una semplice comparsa televisiva. Tanto più che, essendo la Rai una tv di Stato, sono tutti soldi provenienti dal canone, pagati quindi dai contribuenti.
Non nascondo che la polemica possa essere stata artificiosamente creata da una certa parte politica, che non nutre particolare simpatia per le idee del Molleggiato e per le sue imprevedibili performance. D’altro canto, però, non si può non considerare che se una grande azienda televisiva come la Rai è disposta a pagare somme così esose per un ospite è perché è sicura di recuperare quanto speso in termini di audience e di ritorno pubblicitario. In ogni caso Celentano, con grande astuzia, è riuscito a sedare ogni contestazione, annunciando che avrebbe devoluto in beneficienza il suo intero cachet. L’annuncio è stato pubblicamente confermato nel corso della conferenza stampa tenutasi il 31 gennaio scorso presso il Teatro del Casinò di Sanremo, durante la quale il direttore artistico del Festival, Gian Marco Mazzi, alla presenza dell’intero staff sanremese, ha spiegato che Celentano avrebbe percepito da 350 mila a 750 mila euro complessivi (a seconda del numero di serate), precisando – con puntiglio quasi notarile – che nel primo caso (compenso di 350 mila euro per una comparsa di una sola serata), 100 mila euro andranno ad un ospedale di guerra di Emergency e i restanti 250 mila a 13 famiglie italiane bisognose, scelte dai sindaci dei comuni di Verona, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari; mentre, nell’ipotesi in cui il capriccioso cantautore decida di onorare della sua presenza il palco dell’Ariston per tutte e cinque le serate, dei 750 mila euro promessi 200 mila andranno a due ospedali di Emergency e i restanti 550 mila a 27 famiglie bisognose dell’Italia, scelte dai sindaci dei suddetti comuni. Non solo: quando solcherà il palco dell’Ariston, Celentano – spiega ancora Mazzi – consegnerà ad un notaio un documento con il nome delle fortunate famiglie, suggellando così sotto gli occhi di milioni di telespettatori e sotto gli applausi del pubblico l’impegno solenne per una sì meritoria azione.
Di fronte ad un uomo così generoso, chi avrà il coraggio di muovere ancora delle critiche? La coscienza degli Italiani può mettersi a posto, ché i soldi dei contribuenti serviranno per una giusta causa! Celentano e la Rai tutta potranno inoltre vantarsi di aver aiutato dei bisognosi: trionfo di quella che qualcuno ha definito “beneficienza-spettacolo”.
A voler ragionare un momento però, ci si accorgerà che il Molleggiato non ha rinunciato al suo compenso: il servizio pubblico dovrà in ogni caso sborsare 750 mila euro per un solo ospite, per cui l’anomalia da taluno lamentata – se davvero di anomalia si tratta – comunque rimane. Che poi Celentano voglia dare tutto in beneficienza, questo è un altro paio di maniche: di certo non viene pagato per questo dalla Rai e, indirettamente, dai contribuenti italiani.
Riflettendo ancora sulle polemiche di questi giorni, mi sovvengono altresì le parole, quanto mai attuali, di Gesù: “Quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quello che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 2-3). La vera carità – vuole dirci Gesù – è gratuita, non desidera nulla in cambio, neppure gli elogi della gente. La carità vera non cerca i riflettori, ma rimane nella discrezione, se non addirittura nell’oscurità.
Il segreto che il Vangelo ci raccomanda nel compiere le buone azioni non è però solo garanzia di gratuità, ma anche di rispetto verso il povero. Tante, anzi troppe volte, l’elemosina si rivela essere interessata: tante volte sui poveri i ricchi costruiscono la loro fama di grandi benefattori! Le polemiche di questi giorni sul cachet di Celentano per la sua presenza al Festival dimostrano come è facile strumentalizzare chi è meno fortunato per costruire o alimentare la propria notorietà o semplicemente per pubblicizzare un qualche evento artistico o commerciale. Contro la carità fasulla cui certi vip e certo sistema mediatico ci hanno abituati possa il cristiano proporre al mondo quella carità genuina che nulla cerca in cambio, quale dal Vangelo ci viene insegnata!
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di Bartolo Salone
La partecipazione di Adriano Celentano al Festival di Sanremo sta suscitando parecchie discussioni, in buona parte alimentate – diciamoci la verità – dallo stesso cantautore. In particolare, qualche giorno fa si è accesa una vivace polemica, ancora non del tutto sopita, sul compenso che l’illustre ospite dovrebbe ricevere per la sua presenza sul palco dell’Ariston. Da più parti è ritenuta infatti una anomalia che un personaggio dello spettacolo possa essere retribuito con 300 mila euro a serata per una semplice comparsa televisiva. Tanto più che, essendo la Rai una tv di Stato, sono tutti soldi provenienti dal canone, pagati quindi dai contribuenti.
Non nascondo che la polemica possa essere stata artificiosamente creata da una certa parte politica, che non nutre particolare simpatia per le idee del Molleggiato e per le sue imprevedibili performance. D’altro canto, però, non si può non considerare che se una grande azienda televisiva come la Rai è disposta a pagare somme così esose per un ospite è perché è sicura di recuperare quanto speso in termini di audience e di ritorno pubblicitario. In ogni caso Celentano, con grande astuzia, è riuscito a sedare ogni contestazione, annunciando che avrebbe devoluto in beneficienza il suo intero cachet. L’annuncio è stato pubblicamente confermato nel corso della conferenza stampa tenutasi il 31 gennaio scorso presso il Teatro del Casinò di Sanremo, durante la quale il direttore artistico del Festival, Gian Marco Mazzi, alla presenza dell’intero staff sanremese, ha spiegato che Celentano avrebbe percepito da 350 mila a 750 mila euro complessivi (a seconda del numero di serate), precisando – con puntiglio quasi notarile – che nel primo caso (compenso di 350 mila euro per una comparsa di una sola serata), 100 mila euro andranno ad un ospedale di guerra di Emergency e i restanti 250 mila a 13 famiglie italiane bisognose, scelte dai sindaci dei comuni di Verona, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari; mentre, nell’ipotesi in cui il capriccioso cantautore decida di onorare della sua presenza il palco dell’Ariston per tutte e cinque le serate, dei 750 mila euro promessi 200 mila andranno a due ospedali di Emergency e i restanti 550 mila a 27 famiglie bisognose dell’Italia, scelte dai sindaci dei suddetti comuni. Non solo: quando solcherà il palco dell’Ariston, Celentano – spiega ancora Mazzi – consegnerà ad un notaio un documento con il nome delle fortunate famiglie, suggellando così sotto gli occhi di milioni di telespettatori e sotto gli applausi del pubblico l’impegno solenne per una sì meritoria azione.
Di fronte ad un uomo così generoso, chi avrà il coraggio di muovere ancora delle critiche? La coscienza degli Italiani può mettersi a posto, ché i soldi dei contribuenti serviranno per una giusta causa! Celentano e la Rai tutta potranno inoltre vantarsi di aver aiutato dei bisognosi: trionfo di quella che qualcuno ha definito “beneficienza-spettacolo”.
A voler ragionare un momento però, ci si accorgerà che il Molleggiato non ha rinunciato al suo compenso: il servizio pubblico dovrà in ogni caso sborsare 750 mila euro per un solo ospite, per cui l’anomalia da taluno lamentata – se davvero di anomalia si tratta – comunque rimane. Che poi Celentano voglia dare tutto in beneficienza, questo è un altro paio di maniche: di certo non viene pagato per questo dalla Rai e, indirettamente, dai contribuenti italiani.
Riflettendo ancora sulle polemiche di questi giorni, mi sovvengono altresì le parole, quanto mai attuali, di Gesù: “Quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quello che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 2-3). La vera carità – vuole dirci Gesù – è gratuita, non desidera nulla in cambio, neppure gli elogi della gente. La carità vera non cerca i riflettori, ma rimane nella discrezione, se non addirittura nell’oscurità.
Il segreto che il Vangelo ci raccomanda nel compiere le buone azioni non è però solo garanzia di gratuità, ma anche di rispetto verso il povero. Tante, anzi troppe volte, l’elemosina si rivela essere interessata: tante volte sui poveri i ricchi costruiscono la loro fama di grandi benefattori! Le polemiche di questi giorni sul cachet di Celentano per la sua presenza al Festival dimostrano come è facile strumentalizzare chi è meno fortunato per costruire o alimentare la propria notorietà o semplicemente per pubblicizzare un qualche evento artistico o commerciale. Contro la carità fasulla cui certi vip e certo sistema mediatico ci hanno abituati possa il cristiano proporre al mondo quella carità genuina che nulla cerca in cambio, quale dal Vangelo ci viene insegnata!
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Sono presenti 6 commenti
Secondo me ,che non amo le polemiche e le strumentalizzazioni, è comunque un nobile gesto seppur pubblicizzato. Quanto al compenso beh, ce ne sono e ce ne sono stati di più elevati per personaggi meno noti e meno bravi.
Bellissimo articolo, complimenti! E scusatemi la polemica, in fin dei conti, la beneficienza non la sta facendo veramente lui, ma noi contribuenti italiani che paghiamo il canone!!!
prima era uno spot sul treno e poi il film e poi fantastico fece scalpore sulla foca chi non lo ricorda ando a finire in galera dopo alcuni prg fa dischim e fa sempre polemiche prima tony renis lo volle poi ora sto fatto delle guerre celentano fara gia scalpore con il fatto di questo spot e parlera di monti gia non piace come si presenta la cosa fara il suo successo ciao
Perdonatemi, ma non sopporto l'italiano così bistrattato, consiglierei, a chi vuol dire la sua, di munirsi di dizionario e libro di analisi logica per costruire una frase comprensibile!!
Credo sia DELINQUENZIALE, MAFIOSEGGIANTE, permettere compensi con i NOSTRI SOLDI, permettere che gentaglia con la sola cultura del sopruso GESTISCA in questo modo la televisione pubblica. Un operaio per prendere 750 mila euri ci mette 38 anni di lavoro !!! SIAMO UN POPOLO DI IDIOTI !!!
Non siamo un popolo di idioti se diamo 750 mila € a Celentano e ne incassiamo di più!
Non capisco queste polemiche sui compensi, si chiama mercato, io pago una persona a fronte di ricavi dati dalla sua presenza. Io non guardo il festival e non amo Celentano, ma se a fronte di 750 mila € di compenso ne fa incassare il doppio (per esempio) non vedo dove stia lo scandalo.I soldi sono dei contribuenti anche quando la rai guadagna non solo quando spende.
Per Benedetta Biasci, te quando lavori lo fai gratis? La sua beneficenza, criticabile sicuramente nella sua spettacolarizzazione, è data dal suo lavoro, pagato da noi ma svolto da lui.
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