sabato, febbraio 04, 2012
Amnesty International e l'European Women's Lobby chiedono all'Unione europea un impegno per porre fine alle mutilazioni dei genitali femminili

Amnesty International - In vista della Giornata internazionale per la tolleranza zero nei confronti delle mutilazioni dei genitali femminili, che si celebra il 6 febbraio, Amnesty International e l'European Women's Lobby hanno chiesto all'Unione europea di adottare una visione coerente e l'impegno per porre fine a queste e ad altre forme di violenza contro le donne.

Dal 2010, quando la Commissione europea aveva promesso di adottare una strategia sulla violenza contro le donne, comprese le mutilazioni dei genitali femminili, non vi è stato alcun tentativo coerente e strutturato di affrontare questa violazione dei diritti umani.

Il parlamento europeo stima che 500.000 donne e bambine residenti in Europa portino su di sé le conseguenze permanenti delle mutilazioni dei genitali femminili e che altre 180.000 siano a rischio ogni anno. Molto spesso, le bambine vengono portate all'estero durante le vacanze estive e costrette a subire la mutilazione dei genitali, garanzia del loro status sociale e della loro idoneità ad andare in spose. Pur se alcuni stati membri dell'Unione europea si sono dotati di leggi e politiche in materia, c'è ampia disparità tra stato e stato.

In Francia, Regno Unito, Svezia e altri paesi dove è stata riconosciuta reato da oltre un decennio, la pratica delle mutilazioni dei genitali femminili prosegue. "È la prova che la legge non è la chiave che chiude tutte le porte a questa violazione dei diritti umani. L'Unione europea dovrebbe adottare un approccio complessivo che coinvolga le comunità interessate, per garantire che le bambine siano protette e le loro famiglie non siano colpite dallo stigma" - ha dichiarato Christine Loudes, direttrice della Campagna europea END FGM, per porre fine alle mutilazioni dei genitali femminili, promossa da Amnesty International.

La violenza contro le donne, di cui le mutilazioni dei genitali femminili sono uno dei più gravi esempi, è un fenomeno sistematico e molto diffuso. Quasi ogni donna nell'Unione europea subirà qualche forma di violenza durante la sua vita, una su cinque sarà vittima di violenza domestica, una su 10 verrà stuprata o costretta a compiere atti sessuali.

Amnesty International e l'European Women's Lobby ritengono che un passo che ciascuno stato membro dell'Unione europea potrebbe già intraprendere per proteggere le donne e le bambine dalle mutilazioni dei genitali femminili e da altre forme di violenza contro le donne, sia quello di firmare e ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.

L'Italia non ha finora firmato la Convenzione. L'auspicio è che il governo italiano si impegni a firmarla e ratificarla quanto prima in quanto si tratterebbe del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza.

"Porre fine a tutte le forme di violenza contro le donne, comprese le mutilazioni dei genitali femminili, dev'essere una priorità, specialmente in tempi di crisi. Sappiamo che l'Unione europea ha gli strumenti per far cessare la violenza contro le donne e sviluppare una strategia che garantisca a tutte le donne il diritto di vivere libere dalla violenza. Allora, cosa stiamo aspettando?" - ha chiesto Cecile Greboval, direttrice dell'European Women's Lobby.


In occasione della Giornata internazionale per la tolleranza zero nei confronti delle mutilazioni dei genitali femminili, Amnesty International ha lanciato un video che chiede ai leader europei di fermare le mutilazioni dei genitali femminili. Il video è disponibile a questo indirizzo: www.endfgm.eu

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