Nature Climate Change ha pubblicato lo studio "Continent-wide response of mountain vegetation to climate change" al quale hanno partecipato diversi ricercatori italiani , Giovanni Pelino e Angela Stanisci dell'università del Molise, 4Graziano Rossi dell'università di Pavia, Marcello Tomaselli dell'Università di Parma.
Greenreport - Il folto team di scienziati provenienti anche da Austria, Brasile, Cipro, Georgia, Gran Bretagna, Grecia, Norvegia, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Svizzera, evidenzia che «Gli studi sull'impatto climatico hanno evidenziato le impronte ecologiche del recente riscaldamento globale in una vasta gamma di habitat. Sebbene questi studi abbiano mostrato risposte da vari casi di studio locali, una coerente analisi su larga scala dei cambiamenti portati dalle temperature nelle comunità biotiche è mancata» .
Per capira quanto e come il cambiamento climatico in atto trasformi a poco a poco le comunità vegetali di montagna. la ricerca ha utilizzato 867 campioni di vegetazione raccolti al di sopra del limite del bosco in 60 siti delle cime di tutti i principali sistemi montani europei.
Secondo il team c'è la prova sono in calo le specie più adattate al freddo e in aumento le specie in grado di adattarsi ad un clima più caldo, ma avvertono che a livello di una singola montagna questo fenomeno può non essere evidente, ma che su una più grande scala continentale «E' stata osservata una significativamente più alta abbondanza di specie termofile nel 2008, rispetto al 2001 La termofilizzazione delle comunità vegetali montane riflette il grado del recente riscaldamento ed è più pronunciato nelle aree in cui l'aumento della temperatura è stato maggiore. In vista del previsto cambiamento climatico,la trasformazione osservata suggerisce un progressivo declino degli habitat montani freddi e del loro biota».
Lo studio, sostenuto in parte dal progetto "Ensemble-based predictions of climate changes and their impacts" (Ensemble), finanziato dall'Ue con 15 milioni di euro all'interno dell'area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi" del Sesto programma quadro, è stato capeggiato dall'Università di Vienna in Austria, ed offre «Prove chiare e statisticamente importanti di un effetto di riscaldamento sulle comunità vegetali di montagna di tutto il mondo».
Uno degli autori, Ottar Michelsen dell'Università norvegese di scienza e tecnologia (Ntnu) ha spiegato: «Ci sono studi che hanno dimostrato un effetto a livello locale e dove i ricercatori cercano di dire qualcosa in più a livello globale, ma in questo caso, dal momento che si hanno così tante montagne e altrettante regioni e si riesce a dimostrare un effetto, si tratta di una cosa importante».
I ricercatori hanno individuato una "posizione altitudinale" per tutte le 764 specie di piante oggetto del loro studio. Una specie di "classifica" che «Riflette la temperatura alla quale ogni specie presenta le sue prestazioni ottimali. Dal momento che l'altitudine e la temperatura sono direttamente correlate in ciascuna zona di montagna (con l'aumentare dell'altitudine in montagna, aumenta anche il freddo in generale), la posizione sulla montagna dove si trova una pianta riflette la sua risposta alla temperatura reale del posto».
Il team internazionale ha utilizzato una formula matematica per dare ad ogni parte un "indicatore di vegetazione termico", calcolato durante un periodo di 7 anni e la variazione dell'indicatore tra il 2001 e il 2008 ha mostrato se il mix di piante di ogni area fosse rimasto lo stesso o si fosse spostato mediamente verso tipi vegetali che preferivano temperature più fredde o più calde.
Sono stati messi insieme i dati relativi alle 17 zone di montagna per il 2001 e il 2008 e così i ricercatori hanno ottenuto una "scala continentale" a livello cartografico delle altre eventuali modifiche.
Lo studio sottolinea che «La trasformazione delle comunità vegetali su scala continentale in meno di un decennio può essere considerata una risposta rapida dell'ecosistema al riscaldamento climatico in corso. Anche se il segnale non è statisticamente significativo per le singole regioni di montagna, è chiaramente significativo quando vengono raggruppati i dati di tutta l'Europa.
I risultati di questo studio sono importanti per due ragioni: 1) la variazione delle comunità vegetali può essere rilevata nel tempo e 2) le piante che si sono adattate a temperature più fredde affrontano una maggiore concorrenza da altre specie, che potrebbe condurre al declino o alla scomparsa locale delle specie vegetali alpine. Infatti, recentemente è stato osservato nelle Alpi il declino delle specie di estrema alta quota nelle fasce vegetative più basse».
Greenreport - Il folto team di scienziati provenienti anche da Austria, Brasile, Cipro, Georgia, Gran Bretagna, Grecia, Norvegia, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Svizzera, evidenzia che «Gli studi sull'impatto climatico hanno evidenziato le impronte ecologiche del recente riscaldamento globale in una vasta gamma di habitat. Sebbene questi studi abbiano mostrato risposte da vari casi di studio locali, una coerente analisi su larga scala dei cambiamenti portati dalle temperature nelle comunità biotiche è mancata» .
Per capira quanto e come il cambiamento climatico in atto trasformi a poco a poco le comunità vegetali di montagna. la ricerca ha utilizzato 867 campioni di vegetazione raccolti al di sopra del limite del bosco in 60 siti delle cime di tutti i principali sistemi montani europei.
Secondo il team c'è la prova sono in calo le specie più adattate al freddo e in aumento le specie in grado di adattarsi ad un clima più caldo, ma avvertono che a livello di una singola montagna questo fenomeno può non essere evidente, ma che su una più grande scala continentale «E' stata osservata una significativamente più alta abbondanza di specie termofile nel 2008, rispetto al 2001 La termofilizzazione delle comunità vegetali montane riflette il grado del recente riscaldamento ed è più pronunciato nelle aree in cui l'aumento della temperatura è stato maggiore. In vista del previsto cambiamento climatico,la trasformazione osservata suggerisce un progressivo declino degli habitat montani freddi e del loro biota».
Lo studio, sostenuto in parte dal progetto "Ensemble-based predictions of climate changes and their impacts" (Ensemble), finanziato dall'Ue con 15 milioni di euro all'interno dell'area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi" del Sesto programma quadro, è stato capeggiato dall'Università di Vienna in Austria, ed offre «Prove chiare e statisticamente importanti di un effetto di riscaldamento sulle comunità vegetali di montagna di tutto il mondo».
Uno degli autori, Ottar Michelsen dell'Università norvegese di scienza e tecnologia (Ntnu) ha spiegato: «Ci sono studi che hanno dimostrato un effetto a livello locale e dove i ricercatori cercano di dire qualcosa in più a livello globale, ma in questo caso, dal momento che si hanno così tante montagne e altrettante regioni e si riesce a dimostrare un effetto, si tratta di una cosa importante».
I ricercatori hanno individuato una "posizione altitudinale" per tutte le 764 specie di piante oggetto del loro studio. Una specie di "classifica" che «Riflette la temperatura alla quale ogni specie presenta le sue prestazioni ottimali. Dal momento che l'altitudine e la temperatura sono direttamente correlate in ciascuna zona di montagna (con l'aumentare dell'altitudine in montagna, aumenta anche il freddo in generale), la posizione sulla montagna dove si trova una pianta riflette la sua risposta alla temperatura reale del posto».
Il team internazionale ha utilizzato una formula matematica per dare ad ogni parte un "indicatore di vegetazione termico", calcolato durante un periodo di 7 anni e la variazione dell'indicatore tra il 2001 e il 2008 ha mostrato se il mix di piante di ogni area fosse rimasto lo stesso o si fosse spostato mediamente verso tipi vegetali che preferivano temperature più fredde o più calde.
Sono stati messi insieme i dati relativi alle 17 zone di montagna per il 2001 e il 2008 e così i ricercatori hanno ottenuto una "scala continentale" a livello cartografico delle altre eventuali modifiche.
Lo studio sottolinea che «La trasformazione delle comunità vegetali su scala continentale in meno di un decennio può essere considerata una risposta rapida dell'ecosistema al riscaldamento climatico in corso. Anche se il segnale non è statisticamente significativo per le singole regioni di montagna, è chiaramente significativo quando vengono raggruppati i dati di tutta l'Europa.
I risultati di questo studio sono importanti per due ragioni: 1) la variazione delle comunità vegetali può essere rilevata nel tempo e 2) le piante che si sono adattate a temperature più fredde affrontano una maggiore concorrenza da altre specie, che potrebbe condurre al declino o alla scomparsa locale delle specie vegetali alpine. Infatti, recentemente è stato osservato nelle Alpi il declino delle specie di estrema alta quota nelle fasce vegetative più basse».
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