martedì, febbraio 14, 2012
Meglio una risposta molto semplice e pratica con pochi esempi comprensibili, evitando le lungaggini di un discorso prettamente scientifico sulle varie definizioni dell’intelligenza che sono state date dai fondatori della psicologia

Vi descriverò l’intelligenza definita “asfissiante”, che recentemente è finita in pasto ai commenti di autorevoli testate giornalistiche, proponendovi, per alleggerire il clima, un semplice e carino giretto “virtuale”, attraverso situazioni familiari, sociali e lavorative che ci riempiono oggi la vista quotidiana. Cominciamo con la prima situazione in cui, durante la vita di tutti i giorni, sentiamo qualcuno che nel condominio si lamenta di “persone asfissianti”. Eccoci poi catapultati nella vita matrimoniale, dove spessissimo sentiamo una moglie dire che si sente perseguitata e colpita nella propria dignità, sebbene esteticamente gradevole ed economicamente autosufficiente. Lei vuole separarsi dal marito geloso perché ormai non la “fa respirare”, è diventato cioè “asfissiante”, non le lascia libertà, non si fida, ma pensa e ragiona da solo, elabora ipotesi improbabili e si arrabbia dalla mattina alla sera, aumentando il malessere senza collaborare, senza badare alle necessità pratiche e senza migliorare le entrate economiche. Quindi la convivenza è vista come un laccio che si stringe al collo, ad opera di un marito che ragiona in maniera “asfissiante” e impossibile.

Molti giovani, terrorizzati da questi lacci asfissianti prodotti dai comportamenti bizzarri di “persone sicuramente problematiche”, lavorano con la fantasia, si creano paure ingiustificate e pregiudizi e temono i vincoli matrimoniali stabili e consacrati; la paura dell’asfissia li spinge ad optare per una convivenza non dichiarata, nascosta, grigia e provvisoria, forse ancora più instabile ed imprevedibile; uomini e donne ansiosi cedono ai “timori asfissianti” e, in qualche caso non raro, vanno a dormire anche vestiti per poter scappare più facilmente di casa durante la notte.

Anche nelle situazioni sociali la condotta associativa regolata da ideologie tramandate e immodificabili viene spesso percepita come “asfissiante” dai nuovi arrivati, che vogliono essere più liberi di “respirare”, con le loro nuove idee divergenti ed innovative, senza doversi continuamente conformare alle imposizioni preconfezionate, vecchie e standardizzate. Infine nelle situazioni di lavoro, l’operaio che non “lega il carro dove dice il padrone” probabilmente viene accusato di creare problemi e di “pensare troppo” con la propria mente “asfissiante”: elaborando idee diverse, sebbene creative, potrebbe agire in maniera del tutto divergente e provocare intralci alle lavorazioni che devono seguire i protocolli approvati per le esigenze di mercato e gli interessi produttivi.

La mente che pensa troppo in maniera esagerata porterebbe anche alla saccenteria, allo spirito di contraddizione, all’affermazione a tutti i costi dei propri progetti, all’egoismo, all’offesa altrui, alla prevaricazione, alla mancanza di ascolto, al difetto di cooperazione e di accoglienza delle esigenze degli altri.

Lasciando per una volta da parte il lodevole pensiero degli psicologici che vedono nell’intelligenza la massima espressione fattoriale della personalità individuale, bisogna considerare che, sul piano pragmatico della crisi economica che ci attanaglia, oggi il giudizio sull’uso dell’intelligenza è diventato molto più utilitaristico, freddo, sommario e funzionale. L’Italia è la culla delle filosofie, ma oggi ciascuno per proprio conto - sia politico che imprenditore che dipendente - per le sopraggiunte necessità oggettive personali si dovrà sforzare di raffreddare l’intelligenza “asfissiante”, vivendo senza filosofare troppo, cercando di evitare chiacchiere retoriche, funambolismi ed elucubrazioni mentali, per meglio adattarsi alle nuove necessità della vita quotidiana.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa