La maxi-aula è già piena di parenti delle vittime dell'amianto, circa 2100. A giudizio due alti dirigenti della multinazionale svizzera che rischiano 20 anni
E-ilmensile - Questa mattina nell’aula più grande del tribunale di Torino verrà pronunciata la sentenza del maxi processo Eternit. Già dalle prime ore del mattino una lunga coda si è formata all’ingresso, aperto dalle 8.30, e tutto intorno al Palazzo di Giustizia un gruppo di parenti delle vittime ha esposto pannelli che ritraggono Stephan Schmidheiny, uno dei due imputati del processo, dietro le sbarre di una prigione. Schmidheiny, miliardario svizzero di 64 anni, è giudicato insieme al barone belga Louis de Cartier, 90 anni, per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Entrambi sono stati alti dirigenti della multinazionale svizzera Eternit e ora è stata richiesta una condanna a 20 anni di reclusione. Il processo è durato oltre due anni e si è articolato in 65 udienze. Ai dirigenti vengono contestate le morti di 2.100 persone e le malattie che hanno colpito altre 800 persone nelle zone degli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Le parti civili che si sono costituite in giudizi sono oltre seimila. Fra i parenti e i curiosi, sono entrati in aula anche quindici sindaci della zona del Monferrato, nell’Alessandrino, con tanto di fascia tricolore. I primi cittadini hanno detto che aspetteranno in piedi la lettura del dispositivo, che potrebbe durare anche più di un paio di ore.
E-ilmensile - Questa mattina nell’aula più grande del tribunale di Torino verrà pronunciata la sentenza del maxi processo Eternit. Già dalle prime ore del mattino una lunga coda si è formata all’ingresso, aperto dalle 8.30, e tutto intorno al Palazzo di Giustizia un gruppo di parenti delle vittime ha esposto pannelli che ritraggono Stephan Schmidheiny, uno dei due imputati del processo, dietro le sbarre di una prigione. Schmidheiny, miliardario svizzero di 64 anni, è giudicato insieme al barone belga Louis de Cartier, 90 anni, per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Entrambi sono stati alti dirigenti della multinazionale svizzera Eternit e ora è stata richiesta una condanna a 20 anni di reclusione. Il processo è durato oltre due anni e si è articolato in 65 udienze. Ai dirigenti vengono contestate le morti di 2.100 persone e le malattie che hanno colpito altre 800 persone nelle zone degli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Le parti civili che si sono costituite in giudizi sono oltre seimila. Fra i parenti e i curiosi, sono entrati in aula anche quindici sindaci della zona del Monferrato, nell’Alessandrino, con tanto di fascia tricolore. I primi cittadini hanno detto che aspetteranno in piedi la lettura del dispositivo, che potrebbe durare anche più di un paio di ore.
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