Cooperazione e dialogo per lo sviluppo dei popoli nordafricani (10 e 11 febbraio 2012 - Roma, Domus Mariae, via Aurelia 481)
AC - Il Mediterraneo è per sua natura crocevia di popoli e culture, nonché snodo geopolitico tra i più delicati per l’intero equilibrio mondiale. Non prendere sul serio quanto accade sulle sue sponde significa essere ciechi sul futuro che ci attende e non intendere che il XXI secolo sta giocando sulle rive del mare nostrum la sua possibilità di pacemore. Di questo, e di altro ancora, si dibatterà al XXXII Convegno Bachelet, l’ormai tradizionale appuntamento che la Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e l’Istituto “Vittorio Bachelet” per lo studio dei problemi sociali e politici dedicano ogni anno all’amato presidente, ucciso dalle Br il 12 febbraio 1980. Traccia dell’incontro: “Italia ed Europa nel nuovo contesto mediterraneo. Cooperazione e dialogo per lo sviluppo dei popoli nordafricani”. Due intense giornate di riflessione, i prossimi 10 e 11 febbraio 2012, a Roma, presso la Domus Mariae, in via Aurelia 481. (Inizio dei lavori alle ore 15.00 di venerdì 10 febbraio).
È passato poco più di un anno dall’inizio della cosiddetta “Primavera araba”, nella Tunisia di Mohamed Bouazizi, il venditore ambulante che il 17 dicembre 2010 si dette fuoco per protestare contro l’ennesimo sopruso da parte delle autorità locali. L’ondata di manifestazioni, sollevazioni, rivoluzioni che ne è seguita si è poi allargata a tutta la sponda nordafricana del Mediterraneo.
Oggi, tracciando un bilancio provvisorio, sappiamo che la “Primavera araba” ha portato alla fuga o alla eliminazione di tre Capi di Stato (Egitto, Libia, Tunisia), che in alcuni di questi paesi si è alle prese con governi provvisori e con prospettive elettorali non chiare, che gli eserciti spesso hanno sostituito i poteri dello Stato, che ci sono piazze ancora in fiamme e violenze non ancora sedate. La situazione nel tempo che passa più che chiarirsi e volgersi decisamente verso una soluzione, si offusca, diventa più complessa, rischia di impantanarsi. Siria docet.
Allo stesso tempo, la nostra storia europea ci consegna un patrimonio di rivoluzioni e sollevazioni che ci fa essere assai prudenti nei confronti degli esiti certamente positivi dei tentativi di rivolgimento politico. Sappiamo bene che “fatta la rivoluzione” non si è ancora nemmeno a metà strada. Ciò che forse non sappiamo è quale possa essere la nostra parte in scacchiera. Quale può essere il ruolo dell’Italia e dell’Europa tutta dentro questo processo. Quali compiti politici, sociali e istituzionali debbano attenderci per favorire un’autonoma e reale crescita dei paesi nordafricani.
A queste e ad altre questioni si cercherà di dare risposta con l’aiuto degli interventi di: Gian Candido De Martin, presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto “Vittorio Bachelet”; Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana; Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione; Francesca Maria Corrao, docente di Lingua e Cultura araba alla Luiss di Roma; Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati; Antonio Golini, docente di Demografia all’Università di Roma “La Sapienza”; P. Rafic E. Greiche, portavoce della Chiesa Cattolica in Egitto; Lorenzo Caselli, docente di Economia all’Università di Genova; Joseph Mifsud, presidente dell’Università Euro-Mediterranea, Portorose (Slovenia); Khaled Fouad Allam, docente di Storia e Istituzioni dei Paesi islamici all’Università di Trieste; Giuseppe Cataldi, pro-rettore vicario dell’Università di Napoli “L’Orientale”; mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione “Migrantes”.
Ricordiamo che venerdì 11 febbraio, alle ore 19.00, presso la Cappella della Domus Mariae, mons. Domenico Sigalini, Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, celebrerà la Santa Messa in memoria di Vittorio Bachelet.
Per consultare il programma clicca qui
AC - Il Mediterraneo è per sua natura crocevia di popoli e culture, nonché snodo geopolitico tra i più delicati per l’intero equilibrio mondiale. Non prendere sul serio quanto accade sulle sue sponde significa essere ciechi sul futuro che ci attende e non intendere che il XXI secolo sta giocando sulle rive del mare nostrum la sua possibilità di pacemore. Di questo, e di altro ancora, si dibatterà al XXXII Convegno Bachelet, l’ormai tradizionale appuntamento che la Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e l’Istituto “Vittorio Bachelet” per lo studio dei problemi sociali e politici dedicano ogni anno all’amato presidente, ucciso dalle Br il 12 febbraio 1980. Traccia dell’incontro: “Italia ed Europa nel nuovo contesto mediterraneo. Cooperazione e dialogo per lo sviluppo dei popoli nordafricani”. Due intense giornate di riflessione, i prossimi 10 e 11 febbraio 2012, a Roma, presso la Domus Mariae, in via Aurelia 481. (Inizio dei lavori alle ore 15.00 di venerdì 10 febbraio).
È passato poco più di un anno dall’inizio della cosiddetta “Primavera araba”, nella Tunisia di Mohamed Bouazizi, il venditore ambulante che il 17 dicembre 2010 si dette fuoco per protestare contro l’ennesimo sopruso da parte delle autorità locali. L’ondata di manifestazioni, sollevazioni, rivoluzioni che ne è seguita si è poi allargata a tutta la sponda nordafricana del Mediterraneo.
Oggi, tracciando un bilancio provvisorio, sappiamo che la “Primavera araba” ha portato alla fuga o alla eliminazione di tre Capi di Stato (Egitto, Libia, Tunisia), che in alcuni di questi paesi si è alle prese con governi provvisori e con prospettive elettorali non chiare, che gli eserciti spesso hanno sostituito i poteri dello Stato, che ci sono piazze ancora in fiamme e violenze non ancora sedate. La situazione nel tempo che passa più che chiarirsi e volgersi decisamente verso una soluzione, si offusca, diventa più complessa, rischia di impantanarsi. Siria docet.
Allo stesso tempo, la nostra storia europea ci consegna un patrimonio di rivoluzioni e sollevazioni che ci fa essere assai prudenti nei confronti degli esiti certamente positivi dei tentativi di rivolgimento politico. Sappiamo bene che “fatta la rivoluzione” non si è ancora nemmeno a metà strada. Ciò che forse non sappiamo è quale possa essere la nostra parte in scacchiera. Quale può essere il ruolo dell’Italia e dell’Europa tutta dentro questo processo. Quali compiti politici, sociali e istituzionali debbano attenderci per favorire un’autonoma e reale crescita dei paesi nordafricani.
A queste e ad altre questioni si cercherà di dare risposta con l’aiuto degli interventi di: Gian Candido De Martin, presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto “Vittorio Bachelet”; Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana; Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione; Francesca Maria Corrao, docente di Lingua e Cultura araba alla Luiss di Roma; Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati; Antonio Golini, docente di Demografia all’Università di Roma “La Sapienza”; P. Rafic E. Greiche, portavoce della Chiesa Cattolica in Egitto; Lorenzo Caselli, docente di Economia all’Università di Genova; Joseph Mifsud, presidente dell’Università Euro-Mediterranea, Portorose (Slovenia); Khaled Fouad Allam, docente di Storia e Istituzioni dei Paesi islamici all’Università di Trieste; Giuseppe Cataldi, pro-rettore vicario dell’Università di Napoli “L’Orientale”; mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione “Migrantes”.
Ricordiamo che venerdì 11 febbraio, alle ore 19.00, presso la Cappella della Domus Mariae, mons. Domenico Sigalini, Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, celebrerà la Santa Messa in memoria di Vittorio Bachelet.
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