lunedì, marzo 26, 2012
Melting Pot Europa lancia la campagna “Diritto di scelta” e richiede il rilascio immediato di un titolo di soggiorno umanitario ai numerosi libici scampati un anno fa alla follia di Gheddafi

di Paola Bisconti

I migliaia di nordafricani approdati circa 13 mesi fa sulle coste dell’isola di Lampedusa sono sparsi in tutta Italia e sono stati affidati alla Protezione Civile, che opera in base al piano di accoglienza dato dal Governo. La gran parte di loro sono libici e trascorrono le giornate nella speranza di ricevere il documento che gli consentirà un futuro, ma il presente lo vivono nell’incertezza e nella frustrazione. Francesco Rocca, il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, ha dichiarato che occorre un provvedimento speciale, ma nel frattempo l’associazione Melting Pot Europa ha promosso il progetto “Diritto di scelta”, che prevede una raccolta di firme per la consegna del permesso di soggiorno ai migranti. Alla petizione hanno già aderito 6mila italiani, e fra questi ci sono Gino Strada, don Andrea Gallo, padre Alex Zanotelli e molti altri personaggi che stanno sostenendo l’ammirevole iniziativa.

La campagna punta l’attenzione su un problema che rischia di diventare più grave di quanto non lo sia già. Se i migranti, infatti, riceveranno un responso negativo dovranno abbandonare le strutture che li ospitano, ma nessuno di loro tornerà nella terra d’origine. Rimanendo in Italia diventeranno dei clandestini e nessuna azienda sarà disposta ad assumerli, così non avendo un lavoro si avvicineranno più facilmente alla criminalità.

Fino ad oggi il governo ha messo a disposizione 46 euro al giorno per ogni migrante ospitato nelle varie strutture, come il Cara di Mineo nella piana di Catania che è definito il centro d’eccellenza a livello europeo, ma per chi ci abita è solo un carcere di lusso. L’ex residence degli aranci è di proprietà dell’impresa Pizzarrotti di Parma ed è gestito dal Consorzio Sisico. Le villette ospitano circa 1500 alloggiati che pur avendo una cucina a disposizione non possono utilizzarla per motivi di sicurezza. Il servizio mensa che ricevono dall’esterno ha provocato numerosi casi di disturbi intestinali, inoltre l’assistenza medica è inadeguata ed è al vaglio la dinamica di tre decessi avvenuti all’interno della prigione a 5 stelle. Molti altri si trovano nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, dove vivono in una situazione di carenza igenico-sanitaria e soprattutto sono vittime di violenze fisiche.

Sostenere la campagna di Melting Pot Europa è un gesto di solidarietà che può restituire dignità a chi chiede aiuto.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Capisco la penosità della situazione, ma non credo che un titolo di soggiorno umanitario sia il mezzo più corretto per risolvere la situazione. Con la caduta del regime di Gheddafi, infatti, è venuto meno il motivo della persecuzione politica (ammesso che tutti i migranti provenienti dalla Libia fossero realmente tutti dei perseguitati politici), per cui potrebbe anche pensarsi ad un rimpatrio in territorio libico...

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa