Le tempeste mediatiche non affossano un business turistico che conta 20 milioni di turisti all’anno
I fatti relativi all’affondamento della Costa Concordia e l’incendio sulla Costa Allegra hanno acceso i riflettori su un argomento molto delicato e fin troppo sottovalutato: il business di affari e l’inquinamento generato dai “mostri galleggianti”. I grattacieli marini allettano i viaggiatori offrendo loro un nuovo modo di intendere la vacanza, fatta di molteplici attrazioni che distolgono però l’attenzione dalle vere mete turistiche ricche di arte, cultura e storia. Ecco perché il fenomeno crocieristico non porta un vantaggio reale alle città attraversate dalle navi. Chi sceglie una vacanza in crociera è interessato quasi esclusivamente al lusso anche un po’ kitsch propinato dai vari servizi che nulla hanno in comune con l’eleganza degli storici transatlantici come l’Andrea Doria.
Nonostante le ultime vicende, il gigantismo da crociera continua ad allettare i turisti: i titoli di Borsa infatti dimostrano che il commercio non è stato compromesso. I 19 milioni di “toccate” del 2011 saranno superati dai 20 milioni di passeggeri nell’anno corrente. La crescita economica del 7% rafforza un settore che ha un fatturato annuo di 14,5 miliardi di dollari. La “Royal Caribean”, l’”Allure”, l’”Oasis of the seas”, la “Hollan America Line” sono alcune delle più grandi compagnie mondiali, che conoscono tutte la tattica dell’”inchino” intesa come una carta vincente in grado di emozionare i passeggeri paganti. Le grosse imbarcazioni che si avvicinano alla riva, tuttavia, provocano una serie di danni ambientali ed ecologici. Per questo molti hanno deciso di ribellarsi.
Il “Comitato no grandi navi – Laguna Bene Comune” è composto dai veneziani che protestano contro l’irruzione delle navi nel cuore della città perché emettono delle polveri sottili, ossido di azoto, biossido di zolfo e di carbonio, idrocarburi. Il passaggio delle crociere muove i fondali della Laguna dove si è depositata la diossina emessa dall’industria petrolchimica di Marghera. Lo spostamento, inoltre, muove le fondamenta delle case e dei monumenti vicini alle rive. I motori che alimentano le piscine, i bar, le cabine, i cinema e i radar sopra le navi producono inquinamento elettromagnetico e l’aumento delle malattie tumorali. Ogni nave da crociera avvelena l’ambiente come 14.000 autovetture.
Già nel 2000 la petroliera “Sea Bravery” si insabbiò nella Laguna e l’anno successivo il traghetto “Prometheus” rimase affossato sul fondale. Nel 2004, infine, la crociera “Mona Lisa” si arenò nella zona monumentale di piazza San Marco. Ora i veneziani non intendono più accettare un gesto di prepotenza da parte dei mostri marini. Le proteste si uniscono a quelle dei triestini che a novembre del 2011 hanno assistito ad un exploit crocieristico. Il loro sistema portuale, tuttavia, non è organizzato per accogliere 16.000 passeggeri l’anno, così l’amministrazione comunale ha pensato bene di modificare la destinazione d’uso della Riva Traiana: il progetto denominato “Stazione Marittima Bis” prevede una spesa di 95 milioni di euro per convertire il porto dei traghetti turchi in un nuovo e moderno attracco per le navi da crociera.
Gli attivisti si mobilitano anche riguardo l’invasione di alcune zone protette come il “Santuario dei cetacei”, l’habitat naturale per le balene e i delfini del mare che bagna le coste di Liguria, Sardegna e Toscana. Corrado Clini, il ministro dell’ambiente, ha emanato un decreto che stabilisce il limite di 2 miglia di distanza per le navi oltre le 500 tonnellate in prossimità di alcune aree naturali. Le associazioni ambientaliste si ritengono soddisfatte per il risultato ottenuto. Sarebbe giusto, tuttavia, compiere una scelta turistica più consapevole che predilige un tipo di vacanza in grado di rispettare l’ambiente… senza inutili inchini.
I fatti relativi all’affondamento della Costa Concordia e l’incendio sulla Costa Allegra hanno acceso i riflettori su un argomento molto delicato e fin troppo sottovalutato: il business di affari e l’inquinamento generato dai “mostri galleggianti”. I grattacieli marini allettano i viaggiatori offrendo loro un nuovo modo di intendere la vacanza, fatta di molteplici attrazioni che distolgono però l’attenzione dalle vere mete turistiche ricche di arte, cultura e storia. Ecco perché il fenomeno crocieristico non porta un vantaggio reale alle città attraversate dalle navi. Chi sceglie una vacanza in crociera è interessato quasi esclusivamente al lusso anche un po’ kitsch propinato dai vari servizi che nulla hanno in comune con l’eleganza degli storici transatlantici come l’Andrea Doria.
Nonostante le ultime vicende, il gigantismo da crociera continua ad allettare i turisti: i titoli di Borsa infatti dimostrano che il commercio non è stato compromesso. I 19 milioni di “toccate” del 2011 saranno superati dai 20 milioni di passeggeri nell’anno corrente. La crescita economica del 7% rafforza un settore che ha un fatturato annuo di 14,5 miliardi di dollari. La “Royal Caribean”, l’”Allure”, l’”Oasis of the seas”, la “Hollan America Line” sono alcune delle più grandi compagnie mondiali, che conoscono tutte la tattica dell’”inchino” intesa come una carta vincente in grado di emozionare i passeggeri paganti. Le grosse imbarcazioni che si avvicinano alla riva, tuttavia, provocano una serie di danni ambientali ed ecologici. Per questo molti hanno deciso di ribellarsi.
Il “Comitato no grandi navi – Laguna Bene Comune” è composto dai veneziani che protestano contro l’irruzione delle navi nel cuore della città perché emettono delle polveri sottili, ossido di azoto, biossido di zolfo e di carbonio, idrocarburi. Il passaggio delle crociere muove i fondali della Laguna dove si è depositata la diossina emessa dall’industria petrolchimica di Marghera. Lo spostamento, inoltre, muove le fondamenta delle case e dei monumenti vicini alle rive. I motori che alimentano le piscine, i bar, le cabine, i cinema e i radar sopra le navi producono inquinamento elettromagnetico e l’aumento delle malattie tumorali. Ogni nave da crociera avvelena l’ambiente come 14.000 autovetture.
Già nel 2000 la petroliera “Sea Bravery” si insabbiò nella Laguna e l’anno successivo il traghetto “Prometheus” rimase affossato sul fondale. Nel 2004, infine, la crociera “Mona Lisa” si arenò nella zona monumentale di piazza San Marco. Ora i veneziani non intendono più accettare un gesto di prepotenza da parte dei mostri marini. Le proteste si uniscono a quelle dei triestini che a novembre del 2011 hanno assistito ad un exploit crocieristico. Il loro sistema portuale, tuttavia, non è organizzato per accogliere 16.000 passeggeri l’anno, così l’amministrazione comunale ha pensato bene di modificare la destinazione d’uso della Riva Traiana: il progetto denominato “Stazione Marittima Bis” prevede una spesa di 95 milioni di euro per convertire il porto dei traghetti turchi in un nuovo e moderno attracco per le navi da crociera.
Gli attivisti si mobilitano anche riguardo l’invasione di alcune zone protette come il “Santuario dei cetacei”, l’habitat naturale per le balene e i delfini del mare che bagna le coste di Liguria, Sardegna e Toscana. Corrado Clini, il ministro dell’ambiente, ha emanato un decreto che stabilisce il limite di 2 miglia di distanza per le navi oltre le 500 tonnellate in prossimità di alcune aree naturali. Le associazioni ambientaliste si ritengono soddisfatte per il risultato ottenuto. Sarebbe giusto, tuttavia, compiere una scelta turistica più consapevole che predilige un tipo di vacanza in grado di rispettare l’ambiente… senza inutili inchini.
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