Si chiama SACE, ed è una agenzia di credito all'esportazione. Cosa fa? Si assume in assicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane che investono all'estero. Anni fa la SACE è rimasta coinvolta in un pasticciaccio miliardario di debiti e deforestazione. E ne è uscita male. Ora rischia di finire di nuovo in una storia simile. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ma non i soldi nostri.
Ecco la storia: nel 2001 il gruppo cartario Asia Pulp & Paper si ritrovò con 13 miliardi di debito e l'incapacità di restituirlo, all'epoca il peggiore default asiatico. L'impresa era già conosciuta per le sue pratiche distruttive verso le foreste di Sumatra. Forte di potenti agganci nel governo indonesiano e nella Indonesian Bank Restructuring Agency (IBRA), la APP è riuscita a rimandare il debito di oltre dieci anni, lasciandolo sul gobbo delle agenzie di credito all'esportazione di Italia, Germania, Austria, Canada, Spagna, Francia, Svezia, Giappone, Stati Uniti, Danimarca e Finlandia. Queste brave agenzie hanno così salvato il peggior gruppo cartario del mondo, permettendogli di continuare a distruggere le foreste dell'Indonesia, arrivando nel frattempo ad abbatterne ben due milioni di ettari.
Per azzittire le polemiche, il piano di ristrutturazione del debito conteneva però due clausole ambientali vincolanti: la APP dal 2007 avrebbe dovuto usare solo legno di piantagione per produrre la sua carta, e avrebbe comunque dovuto rispettare un alcune aree di foresta di alto valore di conservazione.
La coalizione ambientalista indonesiana Eyes on the Forest pubblica oggi un nuovo rapporto che dimostra carte alla mano che la APP non ha rispettato nessuna delle due condizioni, continua a utilizzare legno proveniente dalle foreste pluviali e ha già abbattuto ben12.000 ettari di foreste di alto valore di conservazione - un terzo dei quelle che si era impegnata a proteggere - e continua ad abbatterle.
Come se non bastasse, la APP continua a costruire nuove cartiere, e a progettarne altre ancora. In Cina ha previsto dodici linee di produzione di carta igienica in Cina, nel distretto di Hainan. Insieme avranno una capacità di 240.000 tonnellate annue (20.000 ciascuna), in gran parte con macchinari della Celli. Una nuova fabbrica di produzione di cellulosa, con una linea da un milione di tonnellate annue, è prevista a Sud Sumatra, probabilmente con macchinari europei. Le agenzie di credito all'esportazione sono coinvolte?
La SACE è controllata al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e i soldi finiti nel buco della APP sono i nostri. Si appresta a partecipare di nuovo alla roulette della deforestazione, con i soldi pubblici?
Ecco la storia: nel 2001 il gruppo cartario Asia Pulp & Paper si ritrovò con 13 miliardi di debito e l'incapacità di restituirlo, all'epoca il peggiore default asiatico. L'impresa era già conosciuta per le sue pratiche distruttive verso le foreste di Sumatra. Forte di potenti agganci nel governo indonesiano e nella Indonesian Bank Restructuring Agency (IBRA), la APP è riuscita a rimandare il debito di oltre dieci anni, lasciandolo sul gobbo delle agenzie di credito all'esportazione di Italia, Germania, Austria, Canada, Spagna, Francia, Svezia, Giappone, Stati Uniti, Danimarca e Finlandia. Queste brave agenzie hanno così salvato il peggior gruppo cartario del mondo, permettendogli di continuare a distruggere le foreste dell'Indonesia, arrivando nel frattempo ad abbatterne ben due milioni di ettari.
Per azzittire le polemiche, il piano di ristrutturazione del debito conteneva però due clausole ambientali vincolanti: la APP dal 2007 avrebbe dovuto usare solo legno di piantagione per produrre la sua carta, e avrebbe comunque dovuto rispettare un alcune aree di foresta di alto valore di conservazione.
La coalizione ambientalista indonesiana Eyes on the Forest pubblica oggi un nuovo rapporto che dimostra carte alla mano che la APP non ha rispettato nessuna delle due condizioni, continua a utilizzare legno proveniente dalle foreste pluviali e ha già abbattuto ben12.000 ettari di foreste di alto valore di conservazione - un terzo dei quelle che si era impegnata a proteggere - e continua ad abbatterle.
Come se non bastasse, la APP continua a costruire nuove cartiere, e a progettarne altre ancora. In Cina ha previsto dodici linee di produzione di carta igienica in Cina, nel distretto di Hainan. Insieme avranno una capacità di 240.000 tonnellate annue (20.000 ciascuna), in gran parte con macchinari della Celli. Una nuova fabbrica di produzione di cellulosa, con una linea da un milione di tonnellate annue, è prevista a Sud Sumatra, probabilmente con macchinari europei. Le agenzie di credito all'esportazione sono coinvolte?
La SACE è controllata al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, e i soldi finiti nel buco della APP sono i nostri. Si appresta a partecipare di nuovo alla roulette della deforestazione, con i soldi pubblici?
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