Migliaia di abitanti del villaggio si stanno recando alle urne per eleggere un nuovo comitato direttivo. Esso è formato da un capo, due vice e quattro membri. Attivisti e giornalisti stranieri e cinesi seguono con attenzione le operazioni. Il voto frutto di una lotta durata mesi contro la corruzione dei funzionari locali del partito, poi allontanati.
AsiaNews - Gli abitanti di un villaggio cinese, divenuto simbolo della lotta contro la corruzione del partito e degli abusi della polizia, che reprime ogni anno decine di migliaia di rivolte con la violenza, hanno iniziato le operazioni di voto per eleggere un nuovo comitato direttivo. In migliaia oggi a Wukan, nella provincia meridionale del Gaungdong, si stanno recando alle urne - sotto lo sguardo attento di dozzine di attivisti e giornalisti stranieri e locali - per quella che viene definita "prima opportunità di democrazia in decenni" nella superpotenza comunista.
Al termine di una protesta durata mesi, nel dicembre scorso gli abitanti di Wukan hanno ottenuto la cacciata dei funzionari locali del partito, accusati di corruzione e di sequestro illegale dei terreni di poveri agricoltori. Le manifestazioni sono divenute un simbolo nella Cina di oggi, divisa fra una parte minoritaria ricca e all'avanguardia, che si scontra con una maggioranza che vive nelle aree agricole in condizioni di arretratezza e povertà.
Lin Zuluan, segretario del partito a Wukan, conferma che "per la prima volta in decenni" la popolazione sperimenta "un'opportunità per la democrazia". Moltissimi attivisti e osservatori sono giunti nella zona per verificare le operazioni di voto e l'esito delle urne. "Wukan è un esempio per noi" aggiunge Hua Youjuan, capo del villaggio di Huangshan, nella Cina orientale, dove gli abitanti hanno promosso rivolte anticorruzione molto simili. "Quello che Wukan ha ottenuto attraverso la solidarietà reciproca - commenta - è un qualcosa da cui anche noi possiamo trarne insegnamento".
Il comitato del villaggio è composto un capo, due vie e quattro membri. Le elezioni di oggi sono l'ultimo passo di un processo in tre parti, preceduto dalla scelta di un comitato elettorale di 11 membri e di 109 rappresentanti locali avvenuta a inizio mese.
AsiaNews - Gli abitanti di un villaggio cinese, divenuto simbolo della lotta contro la corruzione del partito e degli abusi della polizia, che reprime ogni anno decine di migliaia di rivolte con la violenza, hanno iniziato le operazioni di voto per eleggere un nuovo comitato direttivo. In migliaia oggi a Wukan, nella provincia meridionale del Gaungdong, si stanno recando alle urne - sotto lo sguardo attento di dozzine di attivisti e giornalisti stranieri e locali - per quella che viene definita "prima opportunità di democrazia in decenni" nella superpotenza comunista.
Al termine di una protesta durata mesi, nel dicembre scorso gli abitanti di Wukan hanno ottenuto la cacciata dei funzionari locali del partito, accusati di corruzione e di sequestro illegale dei terreni di poveri agricoltori. Le manifestazioni sono divenute un simbolo nella Cina di oggi, divisa fra una parte minoritaria ricca e all'avanguardia, che si scontra con una maggioranza che vive nelle aree agricole in condizioni di arretratezza e povertà.
Lin Zuluan, segretario del partito a Wukan, conferma che "per la prima volta in decenni" la popolazione sperimenta "un'opportunità per la democrazia". Moltissimi attivisti e osservatori sono giunti nella zona per verificare le operazioni di voto e l'esito delle urne. "Wukan è un esempio per noi" aggiunge Hua Youjuan, capo del villaggio di Huangshan, nella Cina orientale, dove gli abitanti hanno promosso rivolte anticorruzione molto simili. "Quello che Wukan ha ottenuto attraverso la solidarietà reciproca - commenta - è un qualcosa da cui anche noi possiamo trarne insegnamento".
Il comitato del villaggio è composto un capo, due vie e quattro membri. Le elezioni di oggi sono l'ultimo passo di un processo in tre parti, preceduto dalla scelta di un comitato elettorale di 11 membri e di 109 rappresentanti locali avvenuta a inizio mese.
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