L’immagine di una donna al volante rompe i tabù di una società tradizionale e generalmente conservatrice come quella egiziana.
Misna - È quella di Nadia Abdel-Gaber, esponente di un minuscolo gruppo di autisti del gentil sesso che ogni giorno percorrono – in mezzo a milioni di taxi guidati da uomini – le trafficate strade della capitale egiziana. “La prima cosa che la gente mi dice è che è strano vedere una donna al volante di un taxi” racconta la conducente in un articolo pubblicato oggi, nella giornata internazionale delle donne, sul quotidiano egiziano Al masry al youm. Anche se l’Egitto è un paese in cui l’integrazione tra sessi è relativamente tollerata, rispetto ad altri paesi musulmani, quello di conducente a contatto con decine di estranei al giorno è un lavoro tradizionalmente riservato agli uomini.
Madre single di tre figli, abbandonata dal marito, Abdel–Gaber ha comprato il veicolo per darlo a noleggio ai conducenti, ma quando questi hanno cominciato a pretendere percentuali sempre più alte, ha deciso di mettersi al voltante in prima persona.
“Posso fare da sola un lavoro che consente ai miei figli di studiare e di mandare avanti la famiglia – spiega Abdel-Gaber – e allora perché no?”. Seleziona i passeggeri, lascia a piedi i malintenzionati che potrebbero importunarla e raramente lavora di sera, ma questa ‘pioniera’ del taxi trova nel suo essere donna lati positivi per la professione. “Molte signore – racconta – mi noleggiano per la giornata, trovandosi più a loro agio con me che con un uomo al volante nelle lunghe ore che il traffico del Cairo ti costringe a passare in macchina”.
Misna - È quella di Nadia Abdel-Gaber, esponente di un minuscolo gruppo di autisti del gentil sesso che ogni giorno percorrono – in mezzo a milioni di taxi guidati da uomini – le trafficate strade della capitale egiziana. “La prima cosa che la gente mi dice è che è strano vedere una donna al volante di un taxi” racconta la conducente in un articolo pubblicato oggi, nella giornata internazionale delle donne, sul quotidiano egiziano Al masry al youm. Anche se l’Egitto è un paese in cui l’integrazione tra sessi è relativamente tollerata, rispetto ad altri paesi musulmani, quello di conducente a contatto con decine di estranei al giorno è un lavoro tradizionalmente riservato agli uomini.
Madre single di tre figli, abbandonata dal marito, Abdel–Gaber ha comprato il veicolo per darlo a noleggio ai conducenti, ma quando questi hanno cominciato a pretendere percentuali sempre più alte, ha deciso di mettersi al voltante in prima persona.
“Posso fare da sola un lavoro che consente ai miei figli di studiare e di mandare avanti la famiglia – spiega Abdel-Gaber – e allora perché no?”. Seleziona i passeggeri, lascia a piedi i malintenzionati che potrebbero importunarla e raramente lavora di sera, ma questa ‘pioniera’ del taxi trova nel suo essere donna lati positivi per la professione. “Molte signore – racconta – mi noleggiano per la giornata, trovandosi più a loro agio con me che con un uomo al volante nelle lunghe ore che il traffico del Cairo ti costringe a passare in macchina”.
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