“Guardiamo al passato ma anche al futuro, ispirati dalla profezia di un mondo nuovo, come società e come Chiesa”: così parlando all'agenzia Misna, il vescovo ausiliare di San Salvador, mons. Gregorio Rosa Chavez, che ieri ha presieduto nella capitale salvadoregna, la concelebrazione eucaristica per il 32° anniversario del sacrificio di mons.
Radio Vaticana - Oscar Romero. La Messa, nella chiesa del Rosario, è stata uno dei momenti centrali di una giornata di commemorazioni. All’arcivescovo di San Salvador, assassinato il 24 marzo 1980 dopo aver chiesto ai militari di cessare la repressione e le violenze, è stato dedicato anche un evento culturale che ha visto affluire in piazza Divino Salvador del Mundo migliaia di fedeli, comunità religiose e gruppi sociali. Mons. Chavez sottolinea che questo anniversario arriva in un momento importante della storia del Salvador, sia come Paese che come Chiesa. “Le elezioni legislative dell’11 marzo – dice il vescovo – hanno rafforzato la speranza di un Paese fraterno e solidale, una speranza centrale nella figura e nell’impegno di monsignor Romero”. Più che il risultato del voto, un testa a testa tra l’opposizione di destra e gli ex guerriglieri che hanno conquistato la presidenza tre anni fa, conta la voglia di costruire il futuro in un Paese ferito dalla guerra civile (1980-1992). Un Paese, sottolinea monsignor Chavez, dove un terzo della popolazione resta senza lavoro e si sopravvive grazie alle rimesse degli emigrati. Ma nelle commemorazioni di ieri c’è di più. “Il momento è straordinariamente importante – dice il vescovo – anche alla luce del Sinodo di ottobre dedicato al tema della nuova evangelizzazione”. Nelle parole di mons. Chavez c’è l’urgenza di una Chiesa missionaria che, a 50 anni dal Concilio vaticano secondo e dal Decreto “Ad gentes”, sappia porsi “in dialogo con il mondo”. (R.P.)
Radio Vaticana - Oscar Romero. La Messa, nella chiesa del Rosario, è stata uno dei momenti centrali di una giornata di commemorazioni. All’arcivescovo di San Salvador, assassinato il 24 marzo 1980 dopo aver chiesto ai militari di cessare la repressione e le violenze, è stato dedicato anche un evento culturale che ha visto affluire in piazza Divino Salvador del Mundo migliaia di fedeli, comunità religiose e gruppi sociali. Mons. Chavez sottolinea che questo anniversario arriva in un momento importante della storia del Salvador, sia come Paese che come Chiesa. “Le elezioni legislative dell’11 marzo – dice il vescovo – hanno rafforzato la speranza di un Paese fraterno e solidale, una speranza centrale nella figura e nell’impegno di monsignor Romero”. Più che il risultato del voto, un testa a testa tra l’opposizione di destra e gli ex guerriglieri che hanno conquistato la presidenza tre anni fa, conta la voglia di costruire il futuro in un Paese ferito dalla guerra civile (1980-1992). Un Paese, sottolinea monsignor Chavez, dove un terzo della popolazione resta senza lavoro e si sopravvive grazie alle rimesse degli emigrati. Ma nelle commemorazioni di ieri c’è di più. “Il momento è straordinariamente importante – dice il vescovo – anche alla luce del Sinodo di ottobre dedicato al tema della nuova evangelizzazione”. Nelle parole di mons. Chavez c’è l’urgenza di una Chiesa missionaria che, a 50 anni dal Concilio vaticano secondo e dal Decreto “Ad gentes”, sappia porsi “in dialogo con il mondo”. (R.P.)
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