“Il giusto deve amare gli uomini” Sap 12,19 - Giuseppe Toniolo è stato un protagonista nel fruttuoso periodo di impegno dei cattolici di fine Ottocento proponendo un’economia al servizio del bene comune
di Carlo Mafera
Giuseppe Toniolo, uno dei più grandi pensatori nell’ambito della dottrina sociale della Chiesa, quale apostolo moderno impegnato in politica dedicò tutta la sua vita nella carità intellettuale e nella dimensione specifica del rapporto tra fini particolari e fine supremo. A proposito della carità intellettuale è interessante riportare per esteso la definizione che ne fa un altro beato, Antonio Rosmini «Poiché la carità è via alla verità e sua pienezza, la Società che prende il nome dalla carità deve custodire in modo preclaro, contemplare e indagare la verità, ed essere ottima ed instancabile promotrice della cognizione della verità fra gli uomini. Di qui deriva il genere di carità che abbiamo chiamato intellettuale, il quale tende immediatamente a illuminare e arricchire di cognizioni l’intelletto umano». (Costituzioni dell'Istituto della Carità, n. 799).
Toniolo ha incarnato più di tutti il desiderio della ricerca del bene comune: egli sosteneva che il fine ultimo della democrazia cristiana non può essere che realizzarla quanto prima possibile, auspicando in particolare la difesa e l'innalzamento dei ceti popolari e la promozione integrale dei singoli individui.
Il periodo storico nel quale il Toniolo incomincia la sua attività è pieno di grandi fermenti politici, religiosi e culturali: da una parte il pensiero marxista, che sposta l'attenzione sulle condizioni delle masse proletarie, denunciandone le disagiate condizioni di vita e di lavoro; dall'altro lato però Giuseppe Toniolo sottolinea l’insufficienza della teoria classica, con le sue idee di utilitarismo e di liberismo economico, e intuisce invece l’esigenza di interventi economici statali che possano influire sull'azione delle componenti macroeconomiche e sulla regolamentazione del mercato, come pensò e scrisse un secolo più tardi l’altro grande cristiano impegnato nella politica per il quale è in corso il processo di beatificazione, Giorgio La Pira. Le leggi intrinseche dell’economia, se lasciate a se stesse, procurano infatti una profonda ingiustizia. Basti pensare all’istituzione biblica del giubileo proprio per fare in modo che la ricchezza venisse ridistribuita ogni 50 anni.
Interessante un pensiero di Toniolo sul rapporto tra le teorie economiche e il pensiero religioso: “Vi ha una corrispondenza tra i fatti caratteristici economici di ogni momento storico e le teorie dell’economia: quelli divengono occasione e materia all’erigersi e all’atteggiarsi di queste; le quali a lor volta reagendo sopra i fatti stessi ne rendono più uniformi e diffuse le manifestazioni, sicché le teorie definitivamente li signoreggiano. Ma queste teorie economiche appaiono figlie di volta in volta delle predominanti dottrine filosofico-morali in connessione coi principii religiosi”... Onde “la perfezione della scienza economica è collegata al trionfo della cultura cristiana: e ciò in proporzione della eccellenza che spetta alla, filosofia e religione cattolica sopra ogni altra forma di filosofia e di cultura razionalista”.
In questo contesto viene promulgata l'enciclica sociale più famosa, la prima del corpus della Dottrina sociale della Chiesa, la Rerum novarum, con la quale la Chiesa prende ufficialmente posizione in merito alla situazione operaia e lavorativa di quegli anni. Toniolo, che collaborò alla stesura dell'enciclica di Leone XIII, sviluppa una sua teoria, personale, sociologica, che vede il prevalere dell'etica e dello spirito cristiano sulle dure leggi dell'economia. Inoltre, dal punto di vista religioso ed ecclesiale, Toniolo propugna un'azione più decisa dei cattolici in campo sociale, ai fini di una più marcata partecipazione all'evoluzione storica di quegli anni e per cercare di far fermentare la società di quei principi universali che sono i principi cristiani. Per sostenere con l'apporto di pensiero alto e intellettuale le idee delle basi cattoliche e per perseguire con maggiore efficacia l'obiettivo del bene comune, Toniolo fonda nel 1889 l'Unione cattolica per gli studi sociali; a distanza di pochi anni crea la Rivista internazionale di scienze e discipline ausiliarie, progettando la nascita di nuove Unioni, capaci di raccogliere le forze cattoliche e farne un movimento ordinato e rappresentativo, gettando così le prime basi della democrazia cristiana.
Toniolo è stato tra i più attivi organizzatori della prima Settimana sociale dei cattolici italiani, tenutasi a Pistoia. Fece propria la lezione del cardinal Newman – che per primo in quel periodo aveva messo in evidenza il ruolo dei laici nello sviluppo della fede – guidando il laicato cattolico ad essere protagonista nell'approfondimento e nella ricerca del vero strumento di carità per tutta la società: la realizzazione del bene comune.
Toniolo, nei suoi scritti, accenna poi all'importanza del suffragio universale, all'uso del referendum, alle diverse forme di governo, alla convergenza fra base popolare e vertici dello Stato, al primato del lavoro sul capitale e dell'etica sull'economia (il Toniolo economista insiste sempre sull’elemento etico quale “fattore intrinseco” dell’economia). Fa riferimento anche alla difesa dei diritti individuali, al rapporto tra giustizia commutativa e giustizia distributiva, all'arbitrato internazionale, al disarmo universale, alla pace, alla dinamica delle classi sociali, al già citato superamento dei limiti dell'economia politica classica. Tali aspetti socio-politici interpellano la coscienza del credente ed esprimono una viva solidarietà con il mondo dei poveri e degli emarginati, sollecitando nello stesso tempo a cogliere i segni dei tempi, che sempre ipotizzano la ricerca di soluzioni sempre nuove per le nuove e pressanti novità che appaiono nel panorama sociale e politico, le cosiddette Res Novae.
In un periodo storico come questo, dove alligna una profonda disaffezione per la politica, proclamare beato un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al pensiero e all’azione politica rappresenta una vera grazia e soprattutto una bellissima testimonianza che esiste la possibilità di svolgere tale attività con competenza e saggezza. La ricerca sincera della verità, non disgiunta mai dalla carità, porta infatti, come nel caso di Giuseppe Toniolo, frutti di santità: il Toniolo antropologo, che matura l’idea che la persona umana debba essere al centro del sistema di valori; il Toniolo sociologo, che da questa visione dell’uomo matura l’idea che la società debba basarsi sulla relazionalità della persona, sulla società civile prima che sullo Stato; il Toniolo economista, che fin dalla sua prima lezione universitaria insiste sull’elemento etico quale “fattore intrinseco” dell’economia.
di Carlo Mafera
Giuseppe Toniolo, uno dei più grandi pensatori nell’ambito della dottrina sociale della Chiesa, quale apostolo moderno impegnato in politica dedicò tutta la sua vita nella carità intellettuale e nella dimensione specifica del rapporto tra fini particolari e fine supremo. A proposito della carità intellettuale è interessante riportare per esteso la definizione che ne fa un altro beato, Antonio Rosmini «Poiché la carità è via alla verità e sua pienezza, la Società che prende il nome dalla carità deve custodire in modo preclaro, contemplare e indagare la verità, ed essere ottima ed instancabile promotrice della cognizione della verità fra gli uomini. Di qui deriva il genere di carità che abbiamo chiamato intellettuale, il quale tende immediatamente a illuminare e arricchire di cognizioni l’intelletto umano». (Costituzioni dell'Istituto della Carità, n. 799).
Toniolo ha incarnato più di tutti il desiderio della ricerca del bene comune: egli sosteneva che il fine ultimo della democrazia cristiana non può essere che realizzarla quanto prima possibile, auspicando in particolare la difesa e l'innalzamento dei ceti popolari e la promozione integrale dei singoli individui.
Il periodo storico nel quale il Toniolo incomincia la sua attività è pieno di grandi fermenti politici, religiosi e culturali: da una parte il pensiero marxista, che sposta l'attenzione sulle condizioni delle masse proletarie, denunciandone le disagiate condizioni di vita e di lavoro; dall'altro lato però Giuseppe Toniolo sottolinea l’insufficienza della teoria classica, con le sue idee di utilitarismo e di liberismo economico, e intuisce invece l’esigenza di interventi economici statali che possano influire sull'azione delle componenti macroeconomiche e sulla regolamentazione del mercato, come pensò e scrisse un secolo più tardi l’altro grande cristiano impegnato nella politica per il quale è in corso il processo di beatificazione, Giorgio La Pira. Le leggi intrinseche dell’economia, se lasciate a se stesse, procurano infatti una profonda ingiustizia. Basti pensare all’istituzione biblica del giubileo proprio per fare in modo che la ricchezza venisse ridistribuita ogni 50 anni.
Interessante un pensiero di Toniolo sul rapporto tra le teorie economiche e il pensiero religioso: “Vi ha una corrispondenza tra i fatti caratteristici economici di ogni momento storico e le teorie dell’economia: quelli divengono occasione e materia all’erigersi e all’atteggiarsi di queste; le quali a lor volta reagendo sopra i fatti stessi ne rendono più uniformi e diffuse le manifestazioni, sicché le teorie definitivamente li signoreggiano. Ma queste teorie economiche appaiono figlie di volta in volta delle predominanti dottrine filosofico-morali in connessione coi principii religiosi”... Onde “la perfezione della scienza economica è collegata al trionfo della cultura cristiana: e ciò in proporzione della eccellenza che spetta alla, filosofia e religione cattolica sopra ogni altra forma di filosofia e di cultura razionalista”.
In questo contesto viene promulgata l'enciclica sociale più famosa, la prima del corpus della Dottrina sociale della Chiesa, la Rerum novarum, con la quale la Chiesa prende ufficialmente posizione in merito alla situazione operaia e lavorativa di quegli anni. Toniolo, che collaborò alla stesura dell'enciclica di Leone XIII, sviluppa una sua teoria, personale, sociologica, che vede il prevalere dell'etica e dello spirito cristiano sulle dure leggi dell'economia. Inoltre, dal punto di vista religioso ed ecclesiale, Toniolo propugna un'azione più decisa dei cattolici in campo sociale, ai fini di una più marcata partecipazione all'evoluzione storica di quegli anni e per cercare di far fermentare la società di quei principi universali che sono i principi cristiani. Per sostenere con l'apporto di pensiero alto e intellettuale le idee delle basi cattoliche e per perseguire con maggiore efficacia l'obiettivo del bene comune, Toniolo fonda nel 1889 l'Unione cattolica per gli studi sociali; a distanza di pochi anni crea la Rivista internazionale di scienze e discipline ausiliarie, progettando la nascita di nuove Unioni, capaci di raccogliere le forze cattoliche e farne un movimento ordinato e rappresentativo, gettando così le prime basi della democrazia cristiana.
Toniolo è stato tra i più attivi organizzatori della prima Settimana sociale dei cattolici italiani, tenutasi a Pistoia. Fece propria la lezione del cardinal Newman – che per primo in quel periodo aveva messo in evidenza il ruolo dei laici nello sviluppo della fede – guidando il laicato cattolico ad essere protagonista nell'approfondimento e nella ricerca del vero strumento di carità per tutta la società: la realizzazione del bene comune.
Toniolo, nei suoi scritti, accenna poi all'importanza del suffragio universale, all'uso del referendum, alle diverse forme di governo, alla convergenza fra base popolare e vertici dello Stato, al primato del lavoro sul capitale e dell'etica sull'economia (il Toniolo economista insiste sempre sull’elemento etico quale “fattore intrinseco” dell’economia). Fa riferimento anche alla difesa dei diritti individuali, al rapporto tra giustizia commutativa e giustizia distributiva, all'arbitrato internazionale, al disarmo universale, alla pace, alla dinamica delle classi sociali, al già citato superamento dei limiti dell'economia politica classica. Tali aspetti socio-politici interpellano la coscienza del credente ed esprimono una viva solidarietà con il mondo dei poveri e degli emarginati, sollecitando nello stesso tempo a cogliere i segni dei tempi, che sempre ipotizzano la ricerca di soluzioni sempre nuove per le nuove e pressanti novità che appaiono nel panorama sociale e politico, le cosiddette Res Novae.
In un periodo storico come questo, dove alligna una profonda disaffezione per la politica, proclamare beato un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al pensiero e all’azione politica rappresenta una vera grazia e soprattutto una bellissima testimonianza che esiste la possibilità di svolgere tale attività con competenza e saggezza. La ricerca sincera della verità, non disgiunta mai dalla carità, porta infatti, come nel caso di Giuseppe Toniolo, frutti di santità: il Toniolo antropologo, che matura l’idea che la persona umana debba essere al centro del sistema di valori; il Toniolo sociologo, che da questa visione dell’uomo matura l’idea che la società debba basarsi sulla relazionalità della persona, sulla società civile prima che sullo Stato; il Toniolo economista, che fin dalla sua prima lezione universitaria insiste sull’elemento etico quale “fattore intrinseco” dell’economia.
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