Grazie a Luigi Laguaragnella, testimone diretto, ripercorriamo la via Crucis della GMG 2011 a Madrid e il suo significato
Non si può evitare di associare il periodo di Quaresima alla celebrazione della via Crucis, il cammino della Passione di Cristo che le comunità parrocchiali vivono ogni venerdì durante questo tempo che la Chiesa considera “forte”. Essa rappresenta per i cristiani l’opportunità per riflettere sulle dinamiche della propria vita; un momento di intensa preghiera che rimanda alle tante croci che portano su di loro tantissime persone nel mondo. Vivere le tappe di Cristo verso la crocifissione aiutano a prendere maggior consapevolezza delle debolezze e delle situazioni difficili che ogni cristiano deve accettare e, nel nome di Colui che ci ha Salvato, trovarne riparo.
Le quattordici stazioni della via Crucis sono vissute in numerose nazioni con una sentita partecipazione di fede, intrisa di tradizione. La Spagna, che mantiene comunque una forte tradizione cattolica, ne offre un esempio: il venerdì santo in molte città iberiche sfilano mastodontiche sculture raffiguranti le scene della Passione di Cristo. Si tratta di vere e proprie opere d’arte, che nell’immaginario popolare sono tesori del patrimonio cristiano, grazie ai quali per secoli la gente comune ha potuto vivere il ricordo della Morte e Risurrezione del Signore.
Durante l’ultima Gmg spagnola nell’agosto 2011, i ragazzi della diocesi di Bari-Bitonto (e con loro chi vi scrive), ospitati a Tarragona, città catalana patrimonio dell’Unesco di antiche origini romane con un ampio anfiteatro e un foro, hanno potuto visitare alcune delle statue che sfilano per le strade, condotte sulle spalle da fedeli devoti. Fra l’altro Tarragona è gemellata con la città pugliese di Taranto, e anche qui le processioni sacre uniscono fede, arte e tradizione.
Anche se a distanza di mesi, a pochi giorni dalla Pasqua è opportuno rivivere il momento della via Crucis vissuto nell’ultima Gmg di Madrid dai circa due milioni di giovani in adorante silenzio. Le statue (chiamate “passi”) provenienti da differenti zone delle Spagna sono state esposte per la prima volta insieme nel centro della capitale su Paseo de Recoletos vicino plaza de Cibeles. E Benedetto XVI, che ha presieduto la celebrazione, ne ha esaltato la bellezza: “Sono immagini nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo alla conversione. Quando lo sguardo della fede è limpido e autentico, la bellezza si pone al suo servizio ed è capace di raffigurare i misteri della nostra salvezza fino a commuoverci profondamente e trasformare il nostro cuore”.
La celebre croce della Gmg si è fermata per quattordici volte davanti ai “passi”, portata dalle braccia dei giovani. Ogni tappa rifletteva sulle problematiche giovanili, le croci contemporanee: le guerre, la droga, l’emarginazione, l’immigrazione. E il Papa, rivolgendosi ai giovani, li esortava: “Cari giovani, che l’amore di Dio per noi aumenti la vostra gioia e vi spinga a rimanere vicini ai meno favoriti. Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire”. Le sue parole riecheggiavano nel cuore dei presenti e ancora adesso le parole del Pontefice richiamano i giovani all’attenzione: “Mentre avanzavamo con Gesù, sino a giungere al vertice del suo consegnarsi sul Calvario, ci venivano alla mente le parole di san Paolo: «Cristo mi ha amato e ha dato la sua vita per me» (Gal 2,20). Davanti ad un amore così disinteressato, colmi di stupore e gratitudine, ci chiediamo ora: Che faremo noi per Lui? Quale risposta gli daremo?”. Sono domande che provengono da un dono gratuito d’Amore che vanno oltre la sofferenza a cui ognuno di noi è chiamato a trovare risposta con la propria vita spesso troppo rassegnata: “La croce non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita. Il Padre volle amare gli uomini nell’abbraccio del suo Figlio crocifisso per amore. La croce nella sua forma e nel suo significato rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini”.
Chiudiamo con i quattordici passi (paseo) spagnoli e le confraternite di provenienza:
1-L’ultima Cena proveniente da Murcia
2-Il bacio di Giuda proveniente da Malaga
3-San Pietro rinnega Gesù proveniente da Orihuela, Alicante
4-Gesù è condannato a morte proveniente da Madrid
5-Gesù è caricato della croce proveniente da Madrid
6-Gesù cade sotto il peso della croce proveniente da Ubeda, Jaén
7-Gesù aiutato dal Cireneo a portare la croce proveniente da Leòn
8-La Veronica asciuga il volto di Gesù proveniente da Jerez de la Frontera, Cadice
9-Gesù spogliato delle sue vesti proveniente da Granada
10-Gesù inchiodato sulla croce proveniente da Zamora
11-Gesù muore in croce proveniente da Malaga
12-Gesù deposto dalla croce proveniente da Cuenca
13-Gesù nelle braccia di sua Madre proveniente da Valladolid
14-Il cadavere di Gesù deposto nel sepolcro proveniente da Madrid
Non si può evitare di associare il periodo di Quaresima alla celebrazione della via Crucis, il cammino della Passione di Cristo che le comunità parrocchiali vivono ogni venerdì durante questo tempo che la Chiesa considera “forte”. Essa rappresenta per i cristiani l’opportunità per riflettere sulle dinamiche della propria vita; un momento di intensa preghiera che rimanda alle tante croci che portano su di loro tantissime persone nel mondo. Vivere le tappe di Cristo verso la crocifissione aiutano a prendere maggior consapevolezza delle debolezze e delle situazioni difficili che ogni cristiano deve accettare e, nel nome di Colui che ci ha Salvato, trovarne riparo.
Le quattordici stazioni della via Crucis sono vissute in numerose nazioni con una sentita partecipazione di fede, intrisa di tradizione. La Spagna, che mantiene comunque una forte tradizione cattolica, ne offre un esempio: il venerdì santo in molte città iberiche sfilano mastodontiche sculture raffiguranti le scene della Passione di Cristo. Si tratta di vere e proprie opere d’arte, che nell’immaginario popolare sono tesori del patrimonio cristiano, grazie ai quali per secoli la gente comune ha potuto vivere il ricordo della Morte e Risurrezione del Signore.
Durante l’ultima Gmg spagnola nell’agosto 2011, i ragazzi della diocesi di Bari-Bitonto (e con loro chi vi scrive), ospitati a Tarragona, città catalana patrimonio dell’Unesco di antiche origini romane con un ampio anfiteatro e un foro, hanno potuto visitare alcune delle statue che sfilano per le strade, condotte sulle spalle da fedeli devoti. Fra l’altro Tarragona è gemellata con la città pugliese di Taranto, e anche qui le processioni sacre uniscono fede, arte e tradizione.
Anche se a distanza di mesi, a pochi giorni dalla Pasqua è opportuno rivivere il momento della via Crucis vissuto nell’ultima Gmg di Madrid dai circa due milioni di giovani in adorante silenzio. Le statue (chiamate “passi”) provenienti da differenti zone delle Spagna sono state esposte per la prima volta insieme nel centro della capitale su Paseo de Recoletos vicino plaza de Cibeles. E Benedetto XVI, che ha presieduto la celebrazione, ne ha esaltato la bellezza: “Sono immagini nelle quali la fede e l’arte si armonizzano, per giungere al cuore dell’uomo ed invitarlo alla conversione. Quando lo sguardo della fede è limpido e autentico, la bellezza si pone al suo servizio ed è capace di raffigurare i misteri della nostra salvezza fino a commuoverci profondamente e trasformare il nostro cuore”.
La celebre croce della Gmg si è fermata per quattordici volte davanti ai “passi”, portata dalle braccia dei giovani. Ogni tappa rifletteva sulle problematiche giovanili, le croci contemporanee: le guerre, la droga, l’emarginazione, l’immigrazione. E il Papa, rivolgendosi ai giovani, li esortava: “Cari giovani, che l’amore di Dio per noi aumenti la vostra gioia e vi spinga a rimanere vicini ai meno favoriti. Voi che siete molto sensibili all’idea di condividere la vita con gli altri, non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire”. Le sue parole riecheggiavano nel cuore dei presenti e ancora adesso le parole del Pontefice richiamano i giovani all’attenzione: “Mentre avanzavamo con Gesù, sino a giungere al vertice del suo consegnarsi sul Calvario, ci venivano alla mente le parole di san Paolo: «Cristo mi ha amato e ha dato la sua vita per me» (Gal 2,20). Davanti ad un amore così disinteressato, colmi di stupore e gratitudine, ci chiediamo ora: Che faremo noi per Lui? Quale risposta gli daremo?”. Sono domande che provengono da un dono gratuito d’Amore che vanno oltre la sofferenza a cui ognuno di noi è chiamato a trovare risposta con la propria vita spesso troppo rassegnata: “La croce non fu l’esito di un insuccesso, bensì il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge sino alla donazione più smisurata della propria vita. Il Padre volle amare gli uomini nell’abbraccio del suo Figlio crocifisso per amore. La croce nella sua forma e nel suo significato rappresenta questo amore del Padre e di Cristo per gli uomini”.
Chiudiamo con i quattordici passi (paseo) spagnoli e le confraternite di provenienza:
1-L’ultima Cena proveniente da Murcia
2-Il bacio di Giuda proveniente da Malaga
3-San Pietro rinnega Gesù proveniente da Orihuela, Alicante
4-Gesù è condannato a morte proveniente da Madrid
5-Gesù è caricato della croce proveniente da Madrid
6-Gesù cade sotto il peso della croce proveniente da Ubeda, Jaén
7-Gesù aiutato dal Cireneo a portare la croce proveniente da Leòn
8-La Veronica asciuga il volto di Gesù proveniente da Jerez de la Frontera, Cadice
9-Gesù spogliato delle sue vesti proveniente da Granada
10-Gesù inchiodato sulla croce proveniente da Zamora
11-Gesù muore in croce proveniente da Malaga
12-Gesù deposto dalla croce proveniente da Cuenca
13-Gesù nelle braccia di sua Madre proveniente da Valladolid
14-Il cadavere di Gesù deposto nel sepolcro proveniente da Madrid
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