mercoledì, marzo 14, 2012
Storia dell’operaia che lotta per difendere un suo diritto: il lavoro

di Paola Bisconti

Nicoletta Zago ha 46 anni, per 25 anni ha lavorato come tecnico ambientale alla Vinyls di Porto Marghera, in provincia di Venezia. Da 24 mesi è in cassa integrazione, per 6 mesi non ha ricevuto lo stipendio. Salendo 430 gradini Nicoletta ha raggiunto la fiaccola che brucia sulla torre del petrolchimico di Marghera dove ha vissuto per 40 giorni. Per altri 16 ha fatto lo sciopero della fame dimostrando cosa vuol dire rimanere senza un lavoro.

La Vinyls Italia Spa è un’azienda che opera da 26 anni in tre siti: a Porto Marghera, in Veneto, a Porto Torres, in Sardegna, e a Ravenna, in Emilia Romagna. Conta 370 dipendenti che devono percepire 700.000 euro di stipendi arretrati. 247,6 milioni è il fatturato della ditta che è entrata in crisi a causa dell’aumento del costo del dicloroetano, la materia prima per la produzione del cloro, imposto dall’Eni, che da 70 euro ha portato il prezzo a ben 270 euro a tonnellata. L’impresa petrolifera inoltre non ha mai ceduto la proprietà dei suoi impianti alla Vinyls, che a sua volta, non riuscendo ad ottenere una totale indipendenza, ha ceduto l’attività nel 2008.

I problemi sono aumentati l’anno successivo, quando i proprietari della Vinyls hanno preferito l’estero per incrementare il proprio business. Prediligendo la Francia, la Germania, la Spagna hanno messo in crisi i dipendenti italiani. Ma se il sito di Ravenna è stato acquistato dalla società Igs, le altre due sedi hanno ricevuto solo delle illusioni. Per tre settimane Fiorenzo Sartor, l’industriale trevigiano, ha mostrato l’intenzione di subentrare come nuovo proprietario, successivamente la multinazionale europea Ramco aveva manifestato lo stesso interesse. Infine il fondo svizzero-tedesco Gita sembrava pronto a stanziare un capitale di 100 milioni di euro… ma così non è stato. Nicoletta e gli altri hanno deciso però di non arrendersi di fronte ad un conflitto di interessi altrui che grava però sulle loro vite. Lei rappresenta il simbolo di una lotta determinata e senza dubbio tra le più civili.

Nicoletta Zago ha sofferto il freddo protestando sulla torre; ha occupato l’isolotto di San Giuliano, soprannominato l’isola delle pantegane in “onore” dell’animale più presente nell’ecosistema locale; insieme a Lucio Sabbadin, l’amico operaio, ha fatto lo sciopero della fame. Nonostante le promesse pronunciate in occasione di una visita presso il petrolchimico di Marghera, l’ex ministro dello sviluppo economico Paolo Romani non ha poi saputo dare delle spiegazioni valide a Nicoletta che si recò a Roma per incontrarlo. A riempire questo silenzio ci sono state le preghiere del papa Benedetto XVI che durante la visita a Venezia, a maggio dello scorso anno, abbracciò Nicoletta. Un gesto di affetto nei confronti di tutti i cassaintegrati rappresentati in quel momento dall’operaia veneta.

I lavoratori a settembre approfittarono del “Festival del cinema” per distogliere l’attenzione dai vip che sfilavano sul tappeto rosso. Insieme ai colleghi sardi hanno protestato, come quando a Mestre fecero i lavavetri per l e vetture che sostavano ai semafori davanti al palazzo della Provincia. Persino Vasco Rossi ha collaborato con le loro contestazioni invitandoli sul palco dell’Heineken Festival. Ora, in attesa del gran concerto del 1° maggio a Roma, Nicoletta Zago e il collega Alessandro Gabarotto hanno scritto una canzone che racconta la loro lotta, mentre il video di Lucio Sabbadin riprende i momenti più significativi di questo periodo. Nella speranza di una ripresa produttiva, Nicoletta Zago continua la propria battaglia vivendo con 750 euro al mese, due genitori e una sorella disabile da accudire.

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