Il ministro dei Trasporti Juan Pablo Schiavi ha presentato le dimissioni a due settimane dal disastro ferroviario alla stazione di Once, a Buenos Aires, costato 51 morti e 700 feriti.
Argentina (Misna) - In una missiva indirizzata alla presidente Cristina Fernández, Schiavi ha addotto “ragioni di salute” a motivo della sua rinuncia. Al suo posto è stato designato Alejandro Ariel Ramos, sindaco della città di Granadero Baigorria, nella provincia di Santa Fe. L’opposizione aveva invocato a più riprese le dimissioni di Schiavi dopo quella che è stata definita la più grave tragedia ferroviaria degli ultimi 80 anni in Argentina.
Essendo l’inchiesta ancora in corso, è stato disposto il divieto di espatrio per Schiavi e Claudio Cirigliano, gestore della società ‘Tba’ (Trenes de Buenos Aires SA), responsabile della linea ferroviaria Sarmiento dove è avvenuto l’incidente.
Dopo l’accaduto, Schiavi aveva sollevato polemiche affermando, tra l’altro, che se i passeggeri non si fossero concentrati nei primi vagoni, quelli più danneggiati dall’impatto a fine corsa contro i respingenti, il bilancio delle vittime sarebbe stato inferiore. Nella lettera di rinuncia, l’ormai ex ministro – già presidente dell’Amministrazione delle infrastrutture ferroviarie (Adif) – non fa riferimento all’incidente.
[FB]
Argentina (Misna) - In una missiva indirizzata alla presidente Cristina Fernández, Schiavi ha addotto “ragioni di salute” a motivo della sua rinuncia. Al suo posto è stato designato Alejandro Ariel Ramos, sindaco della città di Granadero Baigorria, nella provincia di Santa Fe. L’opposizione aveva invocato a più riprese le dimissioni di Schiavi dopo quella che è stata definita la più grave tragedia ferroviaria degli ultimi 80 anni in Argentina.
Essendo l’inchiesta ancora in corso, è stato disposto il divieto di espatrio per Schiavi e Claudio Cirigliano, gestore della società ‘Tba’ (Trenes de Buenos Aires SA), responsabile della linea ferroviaria Sarmiento dove è avvenuto l’incidente.
Dopo l’accaduto, Schiavi aveva sollevato polemiche affermando, tra l’altro, che se i passeggeri non si fossero concentrati nei primi vagoni, quelli più danneggiati dall’impatto a fine corsa contro i respingenti, il bilancio delle vittime sarebbe stato inferiore. Nella lettera di rinuncia, l’ormai ex ministro – già presidente dell’Amministrazione delle infrastrutture ferroviarie (Adif) – non fa riferimento all’incidente.
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