Prosegue il ciclo di meditazioni quaresimali sulle parole di san Francesco con il contributo comunitario dei giovani della Gioventù Francescana di Sinalunga
Come giovani che hanno scelto a guida del loro cammino Francesco d’Assisi, siamo rimasti colpiti dall’immagine di Dio come “Somma Speranza”. È bello per noi pensare che frate Francesco piccolino sperasse in Dio in ogni circostanza, anche in vista del fatto che compose queste Lodi rendendo grazie per il grande dono delle Stimmate. Mai come oggi noi giovani sentiamo il bisogno di sperare, e di sperare in qualcosa di vero. Per Francesco la Speranza è stata sempre il motore, lo slancio verso la Perfetta Letizia, soprattutto nei momenti di grande sofferenza ed incertezza, proprio come quello della Quaresima sul Sacro Monte della Verna.
Non una, ma due volte Francesco, in queste Lodi, nomina Dio come “nostra Speranza”, accostandola prima alla gioia “Tu sei gaudio e letizia, sei la nostra speranza” ed in seguito alle altre virtù cardinali “Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità”, quasi a voler significare che si parte dalla gioia per poi arrivare alla fede perfetta.
Quando noi, nel nostro quotidiano, chiamiamo Dio “nostra Speranza”? Presi dalle nostre debolezze, limiti e dubbi, troviamo difficile ri-cor-dare Dio come Speranza, cioè “riporre il nostro cuore” in Lui, nostra luce. A noi piace comunque vedere la Speranza come una fiammella, sempre presente in noi e sempre pronta per essere accolta, perché, come dice un antico proverbio: “Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere”.
Per leggere tutte le riflessioni del ciclo quaresimale, cliccate sull'etichetta famiglia francescana
Come giovani che hanno scelto a guida del loro cammino Francesco d’Assisi, siamo rimasti colpiti dall’immagine di Dio come “Somma Speranza”. È bello per noi pensare che frate Francesco piccolino sperasse in Dio in ogni circostanza, anche in vista del fatto che compose queste Lodi rendendo grazie per il grande dono delle Stimmate. Mai come oggi noi giovani sentiamo il bisogno di sperare, e di sperare in qualcosa di vero. Per Francesco la Speranza è stata sempre il motore, lo slancio verso la Perfetta Letizia, soprattutto nei momenti di grande sofferenza ed incertezza, proprio come quello della Quaresima sul Sacro Monte della Verna.
Non una, ma due volte Francesco, in queste Lodi, nomina Dio come “nostra Speranza”, accostandola prima alla gioia “Tu sei gaudio e letizia, sei la nostra speranza” ed in seguito alle altre virtù cardinali “Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità”, quasi a voler significare che si parte dalla gioia per poi arrivare alla fede perfetta.
Quando noi, nel nostro quotidiano, chiamiamo Dio “nostra Speranza”? Presi dalle nostre debolezze, limiti e dubbi, troviamo difficile ri-cor-dare Dio come Speranza, cioè “riporre il nostro cuore” in Lui, nostra luce. A noi piace comunque vedere la Speranza come una fiammella, sempre presente in noi e sempre pronta per essere accolta, perché, come dice un antico proverbio: “Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere”.
La gioventù francescana di Sinalunga,
Angelica, Matteo, Rachele, Riccardo, Silvia, Tommaso e Valentina
Angelica, Matteo, Rachele, Riccardo, Silvia, Tommaso e Valentina
Per leggere tutte le riflessioni del ciclo quaresimale, cliccate sull'etichetta famiglia francescana
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.