Terribile disavventura accaduta a una pensionata di 69 anni, degna del peggior incubo di un film dell’orrore
I medici ne avevano diagnosticato la morte ed il magistrato aveva già rilasciato il certificato di nulla osta per la sepoltura. La signora Cristiana Casarico, ex-impiegata di banca ora in pensione, si era sentita male ed aveva allertato tramite un apparecchio di telesoccorso il proprio medico e il 118. Essendo la porta dell’appartamento chiusa e la signora sola in casa, i vigili urbani riuscivano ad entrare attraverso una finestra, permettendo così l’accesso ai medici che verso le 17,30 iniziavano le tecniche di rianimazione. Purtroppo, pareva senza esito. Al che, dopo una mezz’ora i sanitari ne decretavano la morte.
Era già in arrivo l'impresa di pompe funebri, quando la presunta defunta ha ripreso impercettibilmente a respirare. Ad accorgersene, un poliziotto rimasto nella casa in attesa delle pompe funebri e intento all’acquisizione dei documenti, che ha cercato di convincere i medici che qualcosa non quadrava, cioè che la donna non era affatto morta: aveva notato dei lievi movimenti del torace e delle mani che si erano strette a pugno. “Non si preoccupi, sono gli ultimi spasmi dovuti alle tecniche di rianimazione - avrebbero risposto i sanitari - la signora è morta”. Ma per fortuna il poliziotto non si è dato per vinto ed ha chiamato sul posto un’altra ambulanza che ha provveduto all’immediato ricovero della malcapitata signora in terapia intensiva. Le sue condizioni permangono gravi.
“La paziente è stata trovata in arresto cardiaco e cardiocircolatorio – si giustifica Valoti, responsabile del 118 di Bergamo - ma nonostante ciò il nostro medico ha provato a rianimarla, senza che lei abbia mai dato segni di vita. Così i due medici presenti hanno condiviso l'opportunità di interrompere le operazioni”.
“Prima di decretare la morte di una persona e dare il nulla osta per la sepoltura, bisogna tenerla in osservazione 24 ore”: a spiegarlo è Paolo Arbarello, direttore del dipartimento di medicina legale dell'università ‘La Sapienza’ di Roma. “Se sussistono dubbi si possono eseguire alcuni esami, tipo un elettrocardiogramma o l'elettroencefalogramma. Co¬sa che accade se lo richiede un parente, perché ha dei dubbi o magari teme una morte apparente». Ma la morte apparente, come sottolinea Arbarello, “è un evento molto raro, che si verifica quando il cuore pompa molto lentamente: in ospedale, le macchine sono in grado di rilevare il battito cardiaco”. Nel caso della donna di Bergamo “c'è stato un errore di diagnosi da parte del medico che ha tentato la rianimazione. Magari è intervenuta una bradicardia difficilmente rilevabile (cioè se il polso scende sotto le 34 pulsazioni al minuto). Tuttavia, anche gli operatori del 118 hanno gli stru¬menti per poter rilevare la morte di una persona”.
Certamente al giorno d’oggi questi episodi, a dir poco allucinanti, non dovrebbero più accadere. Anni fa invece si potevano ascoltare macabri racconti di “becchini”, oggi definiti operatori mortuari, che narravano di esumazioni spaventose in cui si ritrovava il cadavere ormai ridotto a scheletro, con le braccia sollevate nell’ultimo disperato e vano tentativo di scoperchiare la bara…
Stella Spinelli
Tweet |
Sono presenti 3 commenti
L'uomo è alla ricerca affannosa dell'infallibilità e della perfezione, ma purtroppo rimane un essere imperfetto, perciò accadono episodi terrificanti come quello descritto, anche se con maggiore attenzione si potrebbero evitare. Auguriamoci che la sventurata paziente possa riprendersi presto.
Medici che compiono simili errori sono poco affidabili. Forse andrebbero meglio come capo sala all'ospedale!
Fargli rifare l'università sarebbe la cosa migliore. Magari si sono comperati le lauree. Con i tempi che corrono, bastano 2 o 3mila euro no?
Pure Belsito era dottore.
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.