Confermando una sentenza emessa a ottobre dalla Corte d’appello di Puerto Montt, la Corte Suprema del Cile ha respinto sei ricorsi presentati da organizzazioni ambientaliste insieme al senatore Antonio Horvath di ‘Renovación Nacional’ (Rn, centro-destra) contro la costruzione di cinque mega-dighe in Patagonia.
Misna - Un progetto, denominato HydroAysén, che dal 2007 incontra la ferrea opposizione della popolazione dell’Aysén (1600 km a sud di Santiago), protagonista di una massiccia mobilitazione che si è estesa al Cile intero e ha visto scendere in piazza negli ultimi anni decine di migliaia di cittadini. La decisione dell’alto tribunale ratifica il parere positivo dato a HydroAysén dalla Commissione dell’ambiente dell’Aysén (Corema) e dà così il “via libera” al progetto promosso da un consorzio in cui è coinvolta l’italiana Enel attraverso la sua controllata Endesa, insieme alla Colbún, di proprietà della potente famiglia Matte, che comporterà, tra l’altro, l’inondazione di 5600 ettari di un raro ecosistema forestale, con gravi impatti socio-ambientali e conseguenze rovinose per l’agricoltura.
Ufficialmente motivato dalla necessità di fornire energia elettrica alla capitale Santiago e alle zone minerarie del nord, il progetto include la realizzazione di una linea di trasmissione lunga 2300 km e larga 100 metri, composta da 6000 torri alte 70 metri che attraverserà nove regioni, sei parchi nazionali e 67 comuni.
“Oggi hanno parlato i tribunali di giustizia, ma deve ancora parlare la gente della Patagonia a cui non è mai stato chiesto il proprio parere. Ora più che mai è necessario che sia accolta la nostra richiesta di una consultazione cittadina su questo e altri progetti” ha commentato a caldo Iván Fuentes, leader del ‘Movimiento Social por la Región de Aysén’ che nelle ultime settimane ha paralizzato la regione in protesta contro i costi dei combustibili e lo storico isolamento in cui è relegata.
Misna - Un progetto, denominato HydroAysén, che dal 2007 incontra la ferrea opposizione della popolazione dell’Aysén (1600 km a sud di Santiago), protagonista di una massiccia mobilitazione che si è estesa al Cile intero e ha visto scendere in piazza negli ultimi anni decine di migliaia di cittadini. La decisione dell’alto tribunale ratifica il parere positivo dato a HydroAysén dalla Commissione dell’ambiente dell’Aysén (Corema) e dà così il “via libera” al progetto promosso da un consorzio in cui è coinvolta l’italiana Enel attraverso la sua controllata Endesa, insieme alla Colbún, di proprietà della potente famiglia Matte, che comporterà, tra l’altro, l’inondazione di 5600 ettari di un raro ecosistema forestale, con gravi impatti socio-ambientali e conseguenze rovinose per l’agricoltura.
Ufficialmente motivato dalla necessità di fornire energia elettrica alla capitale Santiago e alle zone minerarie del nord, il progetto include la realizzazione di una linea di trasmissione lunga 2300 km e larga 100 metri, composta da 6000 torri alte 70 metri che attraverserà nove regioni, sei parchi nazionali e 67 comuni.
“Oggi hanno parlato i tribunali di giustizia, ma deve ancora parlare la gente della Patagonia a cui non è mai stato chiesto il proprio parere. Ora più che mai è necessario che sia accolta la nostra richiesta di una consultazione cittadina su questo e altri progetti” ha commentato a caldo Iván Fuentes, leader del ‘Movimiento Social por la Región de Aysén’ che nelle ultime settimane ha paralizzato la regione in protesta contro i costi dei combustibili e lo storico isolamento in cui è relegata.
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