“Non con i miei soldi” e “Bilanci di giustizia” sono due progetti che donano consapevolezza al cittadino che vuole spendere e investire il proprio denaro nella maniera più giusta
Per non lasciarsi trasportare dal ciclone economico che sta devastando la vita di molti imprenditori e dei semplici lavoratori occorre reagire. Per farlo si può protestare e indignarsi, ma soprattutto si può aderire a decine di iniziative molto efficienti che rivelano la possibilità di restituire al cittadino la forza di contrastare concretamente un sistema sbagliato e corrotto che ci sta conducendo al baratro. “Non con i miei soldi” è una campagna promossa dalla Banca Etica e dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica che intende informare le persone su come anche la semplice apertura di un conto corrente presso una delle 16 filiali italiane dell’istituto di credito possa consentire a chiunque di diventare il protagonista di un sistema finanziario in grado di agire nel rispetto dei risparmiatori. Il network e il blog dell’iniziativa espongono in modo chiaro e semplice alcuni concetti di finanza differentemente dagli altri mezzi di informazione che affrontano il tema in una maniera complessa e astrusa. Spesso i cittadini sono costretti ad assistere inermi alle manovre delle banche che scelgono di spostare i capitali in veri e propri paradisi fiscali, favoriscono le transazioni al di fuori delle borse, provocano l’aumento del debito pubblico, creano speculazione e lobby anche attraverso il denaro speso per il traffico delle armi oppure negli investimenti delle energie inquinanti.
Tuttavia si può scegliere un’alternativa grazie alla Banca Etica, che da 13 anni impiega i depositi dei suoi 7 milioni di clienti per alimentare il welfare, l’economia sociale, la cooperazione. Nei primi 6 mesi del 2011 per esempio, quando è scoppiata la bufera sui mercati finanziari, la Banca Etica ha erogato dei prestiti a favore di progetti economici solidali come la microfinanza, in particolare per l’agricoltura biologica. La trasparenza delle condizioni bancarie, pubblicate anche sul proprio sito (trasparenza che non necessita di costi aggiuntivi per l’istituto), favorisce la crescita della Banca Etica fino del 9% annuo con un’impennata del risparmio del 5%. I dati mostrano una forte controtendenza rispetto al sistema bancario generale, che consente i leasing a chi è già ricco mentre li nega a chi intende avviare un’attività, oppure vara tassi di interesse sui prestiti molto alti, e quando un piccolo imprenditore non riesce a pagare le rate del mutuo non viene aiutato ma cade in fallimento, subendo per esempio il sequestro della propria casa, messa all’asta ad un prezzo inferiore rispetto al valore effettivo.
La Banca Etica è convinta che l’unico vero interesse sia quello di tutti e a sostenere la tesi della campagna “Non con i miei soldi” c’è un testimonial d’eccezione: padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, che dal rione Sanità di Napoli dove vive e lavora lancia un messaggio a favore dell’iniziativa, elogiando l’operato di coloro che sanno scegliere e riescono a fare la differenza. Ciascuno di noi può reagire alla crisi scegliendo un modo per far circolare il denaro in modo corretto e responsabile. Ma padre Alex non è solo il testimonial dell’iniziativa della Banca Etica, è anche uno dei fondatori e attivisti del movimento “Beati i costruttori di pace”, un’associazione nazionale di volontariato che ha deciso di promuovere il progetto “Bilanci di giustizia”. Il movimento si rivolge alle famiglie con uno slogan: “Quando l’economia uccide bisogna cambiare” invitando così il nucleo familiare a diventare un soggetto micro-economico della società.
1200 famiglie hanno deciso di sfidare lo strapotere dell’economia scegliendo di contenere i consumi conducendo una vita sobria, preferendo un commercio equo e solidale, l’acquisto di prodotti locali e di alimenti di stagione oppure attraverso alcuni interventi sulla casa come la posa di pannelli solari, la coibentazione delle pareti o l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo energetico. Molto importante è anche l'auto-formazione, che può avvenire tramite la sottoscrizione di abbonamenti a riviste "alternative" e l'appoggio a gruppi ed associazioni pacifiste ed ambientaliste. Per partecipare all’operazione “Bilanci di giustizia” non bisogna iscriversi ad un’associazione, basta semplicemente inviare una sorta di bilancio che riporti quanto e come la famiglia si sia realmente impegnata nella realizzazione del progetto, con un monitoraggio mensile dei propri consumi.
Entrambe le iniziative intendono divulgare una presa di coscienza da parte del cittadino, invitandolo a scegliere consapevolmente come spendere e come investire il proprio denaro. Ognuno di noi potrebbe così riuscire ad affrontare i gravi problemi della società nei piccoli gesti della quotidianità.
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