Bossi si dimette da segretario della Lega Nord
Umberto Bossi si è dimesso. La notizia suscita sensazioni contrastanti; gli avversari ne gioiscono: stavolta se ne va. Il suo popolo, quello che si autodefinisce padano, rimane attonito e incredulo: il Capo se ne va! Dopo ventitre anni da timoniere imperterrito di mille battaglie il Senatur lascia la barra del comando. La reggenza del movimento é passata temporaneamente a un triumvirato composto dal coordinatore delle segreterie nazionali Roberto Calderoli, dall'ex ministro Roberto Maroni e dalla parlamentare veneta Manuela Dal Lago, che rimarranno in carica fino al congresso federale che si terrà entro l'autunno.
“Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorità é il bene della Lega e continuare la battaglia”: così Umberto Bossi ha presentato le dimissioni irrevocabili da segretario federale della Lega Nord. Una decisione presa per poter meglio tutelare l'immagine del movimento e la propria famiglia.
Il tesoriere della Lega Belsito, uomo dalle mille ombre e dalle molte lauree (ovviamente false), l’ha combinata grossa: indagato per truffa, appropriazione indebita e riciclaggio, bontà sua si è dimesso ed al suo posto ci sarà Stefano Stefani. Proprio lo scandalo sui contributi elettorali ha spinto Bossi all'addio: una serie di documenti, fatture e soprattutto una cartella denominata 'Family' spuntati dalla cassaforte del “dr.” Belsito attestano, secondo gli inquirenti che hanno esaminato il materiale, la distrazione di somme destinate ai familiari del leader del Carroccio. E non solo: dalle intercettazioni agli atti dell'inchiesta emerge l'ipotesi che Bossi abbia passato alle casse del partito denaro in nero.
Ora si scatena anche l’ironia sul motto leghista “Roma ladrona”, grido di battaglia lanciato in questi anni ad ogni piè sospinto... le indagini diranno se a sproposito. Io credo che Qualcuno, duemila anni fa, avesse ammonito affinché solo chi fosse senza peccato avrebbe potuto scagliare la prima pietra...
Comunque la sofferenza del popolo leghista non va assolutamente ridicolizzata, anche perché quando ci si sente defraudati di qualche cosa, soprattutto delle idee per le quali ci si è battuti, il rammarico diventa lancinante. Mi sovviene di quel buon padre che ha cresciuto per trent’anni un figlio con amore e dedizione e poi finisce per scoprire che questo è figlio del postino. Resa l’idea?
Umberto Bossi si è dimesso. La notizia suscita sensazioni contrastanti; gli avversari ne gioiscono: stavolta se ne va. Il suo popolo, quello che si autodefinisce padano, rimane attonito e incredulo: il Capo se ne va! Dopo ventitre anni da timoniere imperterrito di mille battaglie il Senatur lascia la barra del comando. La reggenza del movimento é passata temporaneamente a un triumvirato composto dal coordinatore delle segreterie nazionali Roberto Calderoli, dall'ex ministro Roberto Maroni e dalla parlamentare veneta Manuela Dal Lago, che rimarranno in carica fino al congresso federale che si terrà entro l'autunno.
“Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorità é il bene della Lega e continuare la battaglia”: così Umberto Bossi ha presentato le dimissioni irrevocabili da segretario federale della Lega Nord. Una decisione presa per poter meglio tutelare l'immagine del movimento e la propria famiglia.
Il tesoriere della Lega Belsito, uomo dalle mille ombre e dalle molte lauree (ovviamente false), l’ha combinata grossa: indagato per truffa, appropriazione indebita e riciclaggio, bontà sua si è dimesso ed al suo posto ci sarà Stefano Stefani. Proprio lo scandalo sui contributi elettorali ha spinto Bossi all'addio: una serie di documenti, fatture e soprattutto una cartella denominata 'Family' spuntati dalla cassaforte del “dr.” Belsito attestano, secondo gli inquirenti che hanno esaminato il materiale, la distrazione di somme destinate ai familiari del leader del Carroccio. E non solo: dalle intercettazioni agli atti dell'inchiesta emerge l'ipotesi che Bossi abbia passato alle casse del partito denaro in nero.
Ora si scatena anche l’ironia sul motto leghista “Roma ladrona”, grido di battaglia lanciato in questi anni ad ogni piè sospinto... le indagini diranno se a sproposito. Io credo che Qualcuno, duemila anni fa, avesse ammonito affinché solo chi fosse senza peccato avrebbe potuto scagliare la prima pietra...
Comunque la sofferenza del popolo leghista non va assolutamente ridicolizzata, anche perché quando ci si sente defraudati di qualche cosa, soprattutto delle idee per le quali ci si è battuti, il rammarico diventa lancinante. Mi sovviene di quel buon padre che ha cresciuto per trent’anni un figlio con amore e dedizione e poi finisce per scoprire che questo è figlio del postino. Resa l’idea?
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Sono presenti 6 commenti
Peccato. Avevamo creduto in qualcosa di nuovo.
Questa é la fine delle speranze. In Italia gli onesti nella politica sono rarissimi ormai.
Il nostro paese é al capolinea. Ci aiuti il Signore!
nella lega sono entrati i cavalli di troia e l'han fatta crollare.
Adesso non fa più opposizione a nessun governo. Che bel piano organizzato. Ma da chi?
Boh, finito un mito ne nascerà un altro.
Nel prossimo,i veneti potrebbero discendere da Peter Pan e dalla fata turchina, che finora sono stati lasciati fuori non si sa perchè.
Ora i Padani baggiani, con la faccia da fagiani fanno la cresta anche ai dromedari.Mha! In che mondo viviamo?
Il personaggio ,a volte straffottente, a volte ignorante , ora mi fa quasi pena. Lui, predicatore indefesso contro Roma ladrona , scopre di averli in casa i ladroni, e, non si sa ancora bene se sapesse e o se davvero è stato preso per i fondelli da figli e "badante", ma poco importa, l'importante è averli scoperti e...che paghino. Tutti dovrebbero aprire gli occhi , anche il popolo leghista che fa fatica anche solo a pensare alla fine poco gloriosa del capo e di tutto il movimento arrivato al capo linea, non per un complotto( come qualcuno pensa) ma semplicemente per la disonestà e l'avidità dei principali attori. Io sono contenta.
Certo, la polenta si fa dura...
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