Dobbiamo cambiare rotta ad un modello di sviluppo socio-economico palesemente insostenibile
GreenReport - Un chiaro e netto richiamo è venuto dal mondo scientifico al mondo politico ed economico, per agire con urgenza ed avviare il mondo ed i nostri modelli di sviluppo sulla strada di una sostenibilità globale. La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile che avrà luogo il prossimo giugno a Rio de Janeiro costituisce un'occasione imperdibile per cominciare ad avviare le nostre società su strade meno insostenibili delle attuali (vedasi il sito www.uncsd2012.org) . A Londra si è chiusa l'altro ieri, il 29 marzo, la straordinaria e affascinante conferenza scientifica sui cambiamenti globali dal titolo "Planet Under Pressure.
New Knowledge Towards Solutions" ( vedasi il sito www.planetunderpressure2012.net ), voluta dall'International Council for Science (ICSU, vedasi il sito www.icsu.org), la più importante organizzazione scientifica internazionale e dall'Earth System Science Partnership (ESSP, vedasi il sito www.essp.org ), il grande partenariato mondiale che riunisce i più autorevoli programmi di ricerca sul cambiamento globale.
La Conferenza, alla quale hanno preso parte quasi 3.000 scienziati, studiosi ed esperti governativi sui cambiamenti globali, ha fatto il punto sullo stato del pianeta, sulle conoscenze che abbiamo circa la pressione esercitata dall'intervento umano sui sistemi naturali e sulle proposte operative da mettere urgentemente in campo per cercare di cambiare rotta ad un modello di sviluppo socio-economico che si è dimostrato palesemente insostenibile.
Sul sito della conferenza è stato possibile seguire la conferenza stessa in diretta partecipando ad essa con riflessioni e domande, attraverso i social network.
La Conferenza si è conclusa con il lancio di uno "State of the Planet Declaration" che è molto esplicito sul quadro che la conoscenza scientifica ci fornisce sullo stato di salute dei sistemi naturali. La Dichiarazione ci ricorda che oggi le ricerche dimostrano che la continuazione del funzionamento dei sistema Terra che ha supportato nei secoli recenti il benessere umano e la nostra civilizzazione, è a rischio. Senza azioni urgenti avremo sempre più difficoltà ad affrontare le minacce alle risorse critiche dell'acqua, dell'alimentazione e della biodiversità. Tali minacce rischiano di intensificare le crisi economiche, ecologiche e sociali creando il potenziale per un' emergenza umanitaria su scala globale.
La straordinaria interconnessione ed interdipendenza esistente tra i sistemi economici, sociali, culturali e politici sta esercitando pressioni molto significative sui sistemi naturali causando cambiamenti fondamentali al sistema Terra e muovendo le società umane oltre i "confini planetari" naturali.
La stessa interconnessione può però essere utilizzata per individuare le soluzioni a questi gravi problemi. La sostenibilità globale deve diventare il fondamento delle nostre società.
La Dichiarazione ricorda che l'impatto umano sul sistema Terra è ormai comparabile ai grandi processi geologici su scala planetaria, come ha avuto luogo durante le ere glaciali. E' ormai cresciuto il consenso sul fatto che il nostro pianeta si trova in un nuovo periodo geologico definito Antropocene, nel quale molti dei processi del sistema Terra e della straordinaria "fabbrica" vivente degli ecosistemi sono ora dominati dalle attività umane.
I cambiamenti repentini di ampia scala che le ricerche sui cambiamenti ambientali del passato sono state in grado di individuare ci indicano che questi cambiamenti improvvisi possono avere luogo anche in futuro. Questa consapevolezza ha spinto i ricercatori a identificare le soglie e i confini planetari e regionali che, una volta oltrepassati, potrebbero generare cambiamenti ambientali e sociali ingovernabili da parte delle nostre società.
Durante la Conferenza è stato lanciato anche il nuovo sito dedicato all'Antropocene con la presentazione anche di un breve filmato di pochi minuti visibile sul web (il sito è www.anthropocene.info) .
La comunità scientifica internazionale dedicata alle ricerche sui cambiamenti globali ha annunciato il programma di ricerca per i prossimi dieci anni definito "Future Earth: research for global sustainability" (vedasi www.icsu.org/future-earth) .
In particolare, per quanto riguarda la Conferenza Rio+20, la Dichiarazione chiede un fondamentale riorientamento e ristrutturazione delle istituzioni internazionali e nazionali per avviare una vera e propria governance del sistema Terra, un commitment concreto per la proposta di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile come obiettivi di Sostenibilità Globale, ed il riconoscimento dei valori monetari e non monetari dei beni comuni, come i servizi ecosistemici ed i grandi ambienti planetari, come gli oceani e l'atmosfera.
Ricordo che i quattro programmi internazionali di ricerca sui cambiamenti globali decisero di creare una partnership del sistema Terra in occasione della Global Change Open Science Conference dal titolo "Challenges of a Changing Earth" tenutasi ad Amsterdam nel luglio 2001.
In quell'occasione fu rilasciata una dichiarazione che diceva tra le altre cose : «Le comunità scientifiche che fanno parte dei quattro programmi internazionali di ricerca sui cambiamenti globali, l'IGBP, l'IHDP, il WCRP e Diversitas, affermano che, in aggiunta al pericolo di rilevanti cambiamenti climatici, suscitano crescente preoccupazione i cambiamenti, sempre più evidenti, causati dalle attività umane di altre componenti dell'ambiente globale e le conseguenti implicazioni per lo stesso genere umano. Beni primari essenziali quali le risorse alimentari, l'acqua, l'aria e un ambiente non dannoso per la salute umana sono sempre più compromessi dai cambiamenti globali [...] la comprensione della dinamica del Sistema Terra è molto avanzata negli ultimi tempi ed è ora in grado di fornire le basi con cui valutare gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti indotti dalle attività umane.
Le attività umane stanno influenzando l'ambiente planetario in molti modi che vanno ben oltre l'immissione in atmosfera di gas a effetto serra e i conseguenti cambiamenti climatici. I cambiamenti indotti dalle attività antropiche nel suolo, negli oceani, nell'atmosfera, nel ciclo idrologico e nei cicli biogeochimici dei principali elementi, oltre ai cambiamenti della biodiversità, sono oggi chiaramente identificabili rispetto alla variabilità naturale. Le attività antropiche sono perciò a tutti gli effetti comparabili, per intensità e scala spaziale di azione, alle grandi forze della natura. Molti di questi processi stanno aumentando di importanza ed i cambiamenti globali sono già una realtà oggi.
I cambiamenti globali non possono essere compresi nei termini della semplice relazione causa-effetto. I cambiamenti indotti dalle attività antropiche sono causa di molteplici effetti che si manifestano nel Sistema Terra in modo molto complesso. Questi effetti interagiscono fra di loro e con altri cambiamenti a scala locale e regionale con andamenti multidimensionali difficili da interpretare e ancor più da predire. Per questo gli eventi inattesi abbondano.
La dinamica del Sistema Terra è caratterizzata da soglie critiche e cambiamenti inattesi. Le attività antropiche possono, anche in modo non intenzionale, attivare questi cambiamenti con conseguenza dannose per l'ambiente planetario e le specie viventi. Il Sistema Terra ha operato in stati diversi nel corso dell'ultimo mezzo milione di anni, a volte con transizioni improvvise (con tempi nell'ordine di un decennio o anche meno) all'interno di uno stesso stato. Le attività antropiche hanno la capacità potenziale di fare transitare il Sistema Terra verso stati che possono dimostrarsi irreversibili e non adatti a supportare la vita umana e quella delle altre specie viventi. La probabilità di un cambiamento inatteso nel funzionamento dell'ambiente terrestre non è ancora stata quantificata ma è tutt'altro che trascurabile.
Per quanto riguarda alcuni importanti parametri ambientali, il Sistema Terra si trova oggi ben al di là delle soglie prevedibili di variabilità naturale, per lo meno rispetto all'ultimo mezzo milione di anni. La natura di questi cambiamenti che hanno luogo simultaneamente nel Sistema Terra, la loro intensità e la velocità con cui si manifestano non hanno precedenti nella storia della Terra. Il pianeta sta in questo momento operando in uno stato senza precedenti confrontabili.
Su queste basi i programmi internazionali sui cambiamenti globali intendono sensibilizzare con urgenza i governi, le istituzioni pubbliche e private e tutti gli abitanti del pianeta su alcuni punti:
È necessario al più presto prevedere un sistema condiviso di regole per la protezione e la salvaguardia del Sistema Terra. Il ritmo sempre più accelerato dei cambiamenti imposti dalle attività antropiche all'ambiente planetario non è oggi più sostenibile. Il modo corrente di gestione del Sistema Terra non è più un'opzione percorribile e deve essere al più presto sostituito con strategie di sviluppo sostenibile che possono preservare l'ambiente e, allo steso tempo, perseguire obiettivi di sviluppo sociale ed economico.
È necessario un nuovo sistema di scienze dell'ambiente globale. È attualmente in via di evoluzione un nuovo sistema di ricerca ambientale a livello globale dovuto all'iniziativa congiunta dei programmi internazionali sui cambiamenti globali. Questo nuovo sistema di ricerca deve necessariamente essere consolidato e ulteriormente sviluppato. Il nuovo sistema di ricerca deve necessariamente essere fondato sulle basi disciplinari delle singole scienze che si occupano dei cambiamenti globali, ma deve anche integrare discipline diverse, le tematiche dell'ambiente con quelle dello sviluppo e le scienze naturali con le scienze sociali. Il sistema deve anche sviluppare collaborazioni a livello internazionale basate su infrastrutture comuni, avendo cura di favorire al massimo il coinvolgimento di scienziati dei paesi in via di sviluppo e di valorizzare le potenzialità scientifiche e la complementarietà di tutti i paesi e le aree del pianeta per costruire un efficiente sistema internazionale per le scienze ambientali a livello globale».
Sono passati più di 10 anni dal 2001 e la conoscenza scientifica sui cambiamenti globali ha fatto passi da gigante. Non abbiamo più scuse, dobbiamo intervenire in fretta e concretamente.
GreenReport - Un chiaro e netto richiamo è venuto dal mondo scientifico al mondo politico ed economico, per agire con urgenza ed avviare il mondo ed i nostri modelli di sviluppo sulla strada di una sostenibilità globale. La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile che avrà luogo il prossimo giugno a Rio de Janeiro costituisce un'occasione imperdibile per cominciare ad avviare le nostre società su strade meno insostenibili delle attuali (vedasi il sito www.uncsd2012.org) . A Londra si è chiusa l'altro ieri, il 29 marzo, la straordinaria e affascinante conferenza scientifica sui cambiamenti globali dal titolo "Planet Under Pressure.
New Knowledge Towards Solutions" ( vedasi il sito www.planetunderpressure2012.net ), voluta dall'International Council for Science (ICSU, vedasi il sito www.icsu.org), la più importante organizzazione scientifica internazionale e dall'Earth System Science Partnership (ESSP, vedasi il sito www.essp.org ), il grande partenariato mondiale che riunisce i più autorevoli programmi di ricerca sul cambiamento globale.
La Conferenza, alla quale hanno preso parte quasi 3.000 scienziati, studiosi ed esperti governativi sui cambiamenti globali, ha fatto il punto sullo stato del pianeta, sulle conoscenze che abbiamo circa la pressione esercitata dall'intervento umano sui sistemi naturali e sulle proposte operative da mettere urgentemente in campo per cercare di cambiare rotta ad un modello di sviluppo socio-economico che si è dimostrato palesemente insostenibile.
Sul sito della conferenza è stato possibile seguire la conferenza stessa in diretta partecipando ad essa con riflessioni e domande, attraverso i social network.
La Conferenza si è conclusa con il lancio di uno "State of the Planet Declaration" che è molto esplicito sul quadro che la conoscenza scientifica ci fornisce sullo stato di salute dei sistemi naturali. La Dichiarazione ci ricorda che oggi le ricerche dimostrano che la continuazione del funzionamento dei sistema Terra che ha supportato nei secoli recenti il benessere umano e la nostra civilizzazione, è a rischio. Senza azioni urgenti avremo sempre più difficoltà ad affrontare le minacce alle risorse critiche dell'acqua, dell'alimentazione e della biodiversità. Tali minacce rischiano di intensificare le crisi economiche, ecologiche e sociali creando il potenziale per un' emergenza umanitaria su scala globale.
La straordinaria interconnessione ed interdipendenza esistente tra i sistemi economici, sociali, culturali e politici sta esercitando pressioni molto significative sui sistemi naturali causando cambiamenti fondamentali al sistema Terra e muovendo le società umane oltre i "confini planetari" naturali.
La stessa interconnessione può però essere utilizzata per individuare le soluzioni a questi gravi problemi. La sostenibilità globale deve diventare il fondamento delle nostre società.
La Dichiarazione ricorda che l'impatto umano sul sistema Terra è ormai comparabile ai grandi processi geologici su scala planetaria, come ha avuto luogo durante le ere glaciali. E' ormai cresciuto il consenso sul fatto che il nostro pianeta si trova in un nuovo periodo geologico definito Antropocene, nel quale molti dei processi del sistema Terra e della straordinaria "fabbrica" vivente degli ecosistemi sono ora dominati dalle attività umane.
I cambiamenti repentini di ampia scala che le ricerche sui cambiamenti ambientali del passato sono state in grado di individuare ci indicano che questi cambiamenti improvvisi possono avere luogo anche in futuro. Questa consapevolezza ha spinto i ricercatori a identificare le soglie e i confini planetari e regionali che, una volta oltrepassati, potrebbero generare cambiamenti ambientali e sociali ingovernabili da parte delle nostre società.
Durante la Conferenza è stato lanciato anche il nuovo sito dedicato all'Antropocene con la presentazione anche di un breve filmato di pochi minuti visibile sul web (il sito è www.anthropocene.info) .
La comunità scientifica internazionale dedicata alle ricerche sui cambiamenti globali ha annunciato il programma di ricerca per i prossimi dieci anni definito "Future Earth: research for global sustainability" (vedasi www.icsu.org/future-earth) .
In particolare, per quanto riguarda la Conferenza Rio+20, la Dichiarazione chiede un fondamentale riorientamento e ristrutturazione delle istituzioni internazionali e nazionali per avviare una vera e propria governance del sistema Terra, un commitment concreto per la proposta di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile come obiettivi di Sostenibilità Globale, ed il riconoscimento dei valori monetari e non monetari dei beni comuni, come i servizi ecosistemici ed i grandi ambienti planetari, come gli oceani e l'atmosfera.
Ricordo che i quattro programmi internazionali di ricerca sui cambiamenti globali decisero di creare una partnership del sistema Terra in occasione della Global Change Open Science Conference dal titolo "Challenges of a Changing Earth" tenutasi ad Amsterdam nel luglio 2001.
In quell'occasione fu rilasciata una dichiarazione che diceva tra le altre cose : «Le comunità scientifiche che fanno parte dei quattro programmi internazionali di ricerca sui cambiamenti globali, l'IGBP, l'IHDP, il WCRP e Diversitas, affermano che, in aggiunta al pericolo di rilevanti cambiamenti climatici, suscitano crescente preoccupazione i cambiamenti, sempre più evidenti, causati dalle attività umane di altre componenti dell'ambiente globale e le conseguenti implicazioni per lo stesso genere umano. Beni primari essenziali quali le risorse alimentari, l'acqua, l'aria e un ambiente non dannoso per la salute umana sono sempre più compromessi dai cambiamenti globali [...] la comprensione della dinamica del Sistema Terra è molto avanzata negli ultimi tempi ed è ora in grado di fornire le basi con cui valutare gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti indotti dalle attività umane.
Le attività umane stanno influenzando l'ambiente planetario in molti modi che vanno ben oltre l'immissione in atmosfera di gas a effetto serra e i conseguenti cambiamenti climatici. I cambiamenti indotti dalle attività antropiche nel suolo, negli oceani, nell'atmosfera, nel ciclo idrologico e nei cicli biogeochimici dei principali elementi, oltre ai cambiamenti della biodiversità, sono oggi chiaramente identificabili rispetto alla variabilità naturale. Le attività antropiche sono perciò a tutti gli effetti comparabili, per intensità e scala spaziale di azione, alle grandi forze della natura. Molti di questi processi stanno aumentando di importanza ed i cambiamenti globali sono già una realtà oggi.
I cambiamenti globali non possono essere compresi nei termini della semplice relazione causa-effetto. I cambiamenti indotti dalle attività antropiche sono causa di molteplici effetti che si manifestano nel Sistema Terra in modo molto complesso. Questi effetti interagiscono fra di loro e con altri cambiamenti a scala locale e regionale con andamenti multidimensionali difficili da interpretare e ancor più da predire. Per questo gli eventi inattesi abbondano.
La dinamica del Sistema Terra è caratterizzata da soglie critiche e cambiamenti inattesi. Le attività antropiche possono, anche in modo non intenzionale, attivare questi cambiamenti con conseguenza dannose per l'ambiente planetario e le specie viventi. Il Sistema Terra ha operato in stati diversi nel corso dell'ultimo mezzo milione di anni, a volte con transizioni improvvise (con tempi nell'ordine di un decennio o anche meno) all'interno di uno stesso stato. Le attività antropiche hanno la capacità potenziale di fare transitare il Sistema Terra verso stati che possono dimostrarsi irreversibili e non adatti a supportare la vita umana e quella delle altre specie viventi. La probabilità di un cambiamento inatteso nel funzionamento dell'ambiente terrestre non è ancora stata quantificata ma è tutt'altro che trascurabile.
Per quanto riguarda alcuni importanti parametri ambientali, il Sistema Terra si trova oggi ben al di là delle soglie prevedibili di variabilità naturale, per lo meno rispetto all'ultimo mezzo milione di anni. La natura di questi cambiamenti che hanno luogo simultaneamente nel Sistema Terra, la loro intensità e la velocità con cui si manifestano non hanno precedenti nella storia della Terra. Il pianeta sta in questo momento operando in uno stato senza precedenti confrontabili.
Su queste basi i programmi internazionali sui cambiamenti globali intendono sensibilizzare con urgenza i governi, le istituzioni pubbliche e private e tutti gli abitanti del pianeta su alcuni punti:
È necessario al più presto prevedere un sistema condiviso di regole per la protezione e la salvaguardia del Sistema Terra. Il ritmo sempre più accelerato dei cambiamenti imposti dalle attività antropiche all'ambiente planetario non è oggi più sostenibile. Il modo corrente di gestione del Sistema Terra non è più un'opzione percorribile e deve essere al più presto sostituito con strategie di sviluppo sostenibile che possono preservare l'ambiente e, allo steso tempo, perseguire obiettivi di sviluppo sociale ed economico.
È necessario un nuovo sistema di scienze dell'ambiente globale. È attualmente in via di evoluzione un nuovo sistema di ricerca ambientale a livello globale dovuto all'iniziativa congiunta dei programmi internazionali sui cambiamenti globali. Questo nuovo sistema di ricerca deve necessariamente essere consolidato e ulteriormente sviluppato. Il nuovo sistema di ricerca deve necessariamente essere fondato sulle basi disciplinari delle singole scienze che si occupano dei cambiamenti globali, ma deve anche integrare discipline diverse, le tematiche dell'ambiente con quelle dello sviluppo e le scienze naturali con le scienze sociali. Il sistema deve anche sviluppare collaborazioni a livello internazionale basate su infrastrutture comuni, avendo cura di favorire al massimo il coinvolgimento di scienziati dei paesi in via di sviluppo e di valorizzare le potenzialità scientifiche e la complementarietà di tutti i paesi e le aree del pianeta per costruire un efficiente sistema internazionale per le scienze ambientali a livello globale».
Sono passati più di 10 anni dal 2001 e la conoscenza scientifica sui cambiamenti globali ha fatto passi da gigante. Non abbiamo più scuse, dobbiamo intervenire in fretta e concretamente.
di Gianfranco Bologna
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