La crisi economica continua ad uccidere
L’Adnkronos riporta la tristissima notizia di un altro lavoratore che strangolato dalla crisi si è tolto la vita: l’imprenditore di 59 anni che si è ucciso sparandosi un colpo di fucile a Roma ha lasciato ai familiari una lettera in cui attribuiva il suo gesto ai problemi economici. Il 59enne era titolare di un'azienda in fallimento. Purtroppo non si tratta di un caso isolato, solo due giorni fa a Roma un corniciaio di Centocelle si è ucciso poiché soverchiato dai debiti.
Purtroppo l’elenco si allunga giorno dopo giorno. In un paese ormai allo sbando, dove la corruzione la fa ormai da padrona in tutti i settori (per non parlare della politica), c’è gente onesta che, piuttosto che delinquere per ottenere i soldi, si toglie la vita. Quei signori che stanno in alto, seduti indegnamente sugli scanni sul cui sedile hanno versato litri di colla, non avvertono l’ormai tsunamico disgusto del popolo che sta sotto di loro? Hanno le orecchie turate dalle mazzette che non consentono di udire il grido di disperazione di chi, nell’attimo estremo di addio alla vita, li maledice? Nemmeno l’urlo rabbioso di un Papa li ha potuti smuovere. Un giorno Wojtyla ci gridò di non aver paura e forse qualcosa si sta muovendo. Qualcuno che non ha paura incomincia a parlare: si scoprono altarini mai nemmeno lontanamente sospettati... Rubano, rubano... al popolo! A noi che piuttosto che delinquere preferiamo la morte. Vergogna! Mille volte vergogna!
Questi nomi riportati qui sotto sono nomi di Eroi. Eroi di civiltà che gridano vendetta e qualcuno, come ha detto Di Pietro, se li porterà sulla coscienza. Leggete l’elenco e meditate quanto dolore avrà certamente provocato il gesto disperato.
29 marzo 2012: un operaio edile marocchino di 27 anni si è dato fuoco davanti al municipio di Verona. Il ragazzo, che non percepiva lo stipendio da 4 mesi, è stato ricoverato all'ospedale civile maggiore di Verona-Borgo Trento. L'operaio si è cosparso il corpo di benzina dandosi fuoco alle gambe e alla testa durante un presidio di protesta a pochi metri dall'Arena, in piazza Bra. Provvidenziale l'intervento dei carabinieri della Compagnia di Verona che, impegnati nel servizio di ordine pubblico disposto in occasione del presidio, hanno spento le fiamme utilizzando un drappo dei manifestanti e i guanti in dotazione.
28 marzo 2012: un muratore di 58 anni, nato in provincia di Caserta ma residente a Ozzano, Emilia, si dà fuoco nella sua auto in via Nanni Costa, non lontano dall'Agenzia delle Entrate di Bologna. L'uomo viene ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione del centro grandi ustionati di Parma: ha ustioni gravissime su tutto il corpo. All'interno dell'abitacolo vengono trovati una lettera indirizzata alla moglie e un'altra indirizzata all'Agenzia delle Entrate, in cui l'uomo spiega di aver sempre pagato le tasse e chiede di lasciare stare la propria consorte.
27 marzo 2012: un imbianchino di 49 anni si lancia dal balcone a Trani perché da tempo non riusciva a trovare un posto di lavoro.
23 marzo 2012: un imprenditore di 44 anni si impicca con una corda legata a un carrello elevatore nel capannone dell'azienda di cui era socio. Succede a Cepagatti, nel pescarese. Il suo corpo viene trovato dai dipendenti. Il gesto dell'uomo sarebbe legato a motivi economici: sembra che la ditta avesse problemi finanziari.
21 marzo 2012: a Crispiano, in provincia di Taranto, un uomo di 60 anni, disoccupato da due anni e invalido civile, a causa dello sconforto per le precarie condizioni economiche, si rinchiude nello sgabuzzino della propria abitazione e tenta il suicidio impiccandosi. La moglie, non vedendolo più in casa e notando la porta del ripostiglio chiusa a chiave, si preoccupa e telefona ai carabinieri e tra grida e lacrime chiede il loro aiuto. Grazie all'intervento dei carabinieri e del personale del 118 l'uomo viene salvato.
20 marzo 2012: un uomo di 53 anni, residente in provincia di Belluno, a Sospirolo, viene trovato senza vita, impiccato, in una baracca dietro alla sua abitazione. Il 53enne, imprenditore edile, sarebbe un ennesima vittima della crisi: da qualche tempo infatti era in difficoltà economiche non riuscendo a incassare alcuni crediti. Il gesto estremo è maturato dopo che l'uomo è stato multato e si è visto sequestrare l'auto per guida senza patente.
15 marzo 2012: una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il lavoro in provincia di Lucca. La vittima ingerisce del liquido per sgorgare gli scarichi, un prodotto fortemente tossico, e finisce in ospedale.
9 marzo 2012: un commerciante di 60 anni, in provincia di Taranto, durante la notte si toglie la vita impiccandosi in contrada 'Ciaurro', nella Marina della cittadina jonica. La causa del gesto è da attribuirsi a problemi di natura economica.
9 marzo 2012: un falegname di 60 anni si toglie la vita a Noventa di Piave (Venezia) per motivazioni riconducibili a problemi di carattere economico. L'uomo lascia una lettera prima di compiere il folle gesto con una corda recuperata in azienda.
27 febbraio 2012: a Verona un piccolo imprenditore edile, dicendo di vantare crediti con vari clienti per circa 34mila euro, si presenta in banca chiedendo un prestito di 4mila euro. L'uomo, un 50enne titolare di un'impresa edile, vistosi negare il prestito dalla sua banca, verso cui era già debitore, esce dalla filiale e si cosparge di alcol tentando il suicidio. I carabinieri della Compagnia di Verona, intervenuti sul posto lo salvano.
26 febbraio 2012: un imprenditore si toglie la vita impiccandosi nel capannone della sua ditta, in provincia di Firenze. Il cadavere viene trovato dai familiari. All'origine del gesto le preoccupazioni dell'uomo, 64 anni, per la crisi economica che aveva investito la sua azienda: questo il senso del messaggio lasciato dall'imprenditore in un biglietto ritrovato accanto al corpo. L'uomo si impicca con una corda a una trave del capannone.
21 febbraio 2012: un piccolo imprenditore trentino, oppresso dai debiti, cerca di suicidarsi gettandosi sotto un treno merci, nei pressi della stazione ferroviaria di Trento. Viene salvato dal tempestivo intervento di agenti.
15 febbraio 2012: a Paternò, in provincia di Catania, un imprenditore 57enne si uccide impiccandosi in preda alla disperazione a causa dei debiti della sua azienda. Il cadavere viene rinvenuto in un capannone in un deposito di proprietà della ditta della quale era titolare.
12 dicembre 2011: un imprenditore si suicida per problemi economici a Vigonza, nel padovano. Prima di uccidersi con un colpo di pistola nel suo ufficio lascia un biglietto sulla scrivania con scritto: "Perdonatemi non ce la faccio più". Soffriva perché costretto ad accettare la cassa integrazione per i suoi dipendenti a causa di mancanza di liquidità.
10 febbraio 2011: un commerciante si toglie la vita impiccandosi nel suo negozio situato al centralissimo corso Umberto a Napoli. E' il figlio a fare la tragica scoperta. Prima di suicidarsi l'uomo lascia un biglietto ai suoi familiari: "Perdonatemi, non ce la faccio più". –
13 settembre 2010: troppi debiti, questa la motivazione che spinge un imprenditore 57enne a bruciare nella notte, a Firenze, il ristorante che gestiva da tre anni, e poi a togliersi la vita impiccandosi nel gazebo esterno al locale. L'uomo, secondo quanto emerso, aveva uno scoperto di 18mila euro in banca. Prima di compiere il tragico gesto, invia degli sms ai suoi collaboratori, scrivendo: ''Mi avete ammazzato con le vostre pretese, non riceverete più una lira, addio, arrangiatevi''. L'imprenditore doveva ai suoi dipendenti degli stipendi arretrati.
2 marzo 2010 - Un imprenditore si suicida a Camposampiero, nel padovano, per le difficoltà della sua azienda.
Speriamo ardentemente che dopo la Passione di Cristo cui queste povere vittime si sono unite, risorga, in chi di dovere, una coscienza civile ed umana.
L’Adnkronos riporta la tristissima notizia di un altro lavoratore che strangolato dalla crisi si è tolto la vita: l’imprenditore di 59 anni che si è ucciso sparandosi un colpo di fucile a Roma ha lasciato ai familiari una lettera in cui attribuiva il suo gesto ai problemi economici. Il 59enne era titolare di un'azienda in fallimento. Purtroppo non si tratta di un caso isolato, solo due giorni fa a Roma un corniciaio di Centocelle si è ucciso poiché soverchiato dai debiti.
Purtroppo l’elenco si allunga giorno dopo giorno. In un paese ormai allo sbando, dove la corruzione la fa ormai da padrona in tutti i settori (per non parlare della politica), c’è gente onesta che, piuttosto che delinquere per ottenere i soldi, si toglie la vita. Quei signori che stanno in alto, seduti indegnamente sugli scanni sul cui sedile hanno versato litri di colla, non avvertono l’ormai tsunamico disgusto del popolo che sta sotto di loro? Hanno le orecchie turate dalle mazzette che non consentono di udire il grido di disperazione di chi, nell’attimo estremo di addio alla vita, li maledice? Nemmeno l’urlo rabbioso di un Papa li ha potuti smuovere. Un giorno Wojtyla ci gridò di non aver paura e forse qualcosa si sta muovendo. Qualcuno che non ha paura incomincia a parlare: si scoprono altarini mai nemmeno lontanamente sospettati... Rubano, rubano... al popolo! A noi che piuttosto che delinquere preferiamo la morte. Vergogna! Mille volte vergogna!
Questi nomi riportati qui sotto sono nomi di Eroi. Eroi di civiltà che gridano vendetta e qualcuno, come ha detto Di Pietro, se li porterà sulla coscienza. Leggete l’elenco e meditate quanto dolore avrà certamente provocato il gesto disperato.
29 marzo 2012: un operaio edile marocchino di 27 anni si è dato fuoco davanti al municipio di Verona. Il ragazzo, che non percepiva lo stipendio da 4 mesi, è stato ricoverato all'ospedale civile maggiore di Verona-Borgo Trento. L'operaio si è cosparso il corpo di benzina dandosi fuoco alle gambe e alla testa durante un presidio di protesta a pochi metri dall'Arena, in piazza Bra. Provvidenziale l'intervento dei carabinieri della Compagnia di Verona che, impegnati nel servizio di ordine pubblico disposto in occasione del presidio, hanno spento le fiamme utilizzando un drappo dei manifestanti e i guanti in dotazione.
28 marzo 2012: un muratore di 58 anni, nato in provincia di Caserta ma residente a Ozzano, Emilia, si dà fuoco nella sua auto in via Nanni Costa, non lontano dall'Agenzia delle Entrate di Bologna. L'uomo viene ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione del centro grandi ustionati di Parma: ha ustioni gravissime su tutto il corpo. All'interno dell'abitacolo vengono trovati una lettera indirizzata alla moglie e un'altra indirizzata all'Agenzia delle Entrate, in cui l'uomo spiega di aver sempre pagato le tasse e chiede di lasciare stare la propria consorte.
27 marzo 2012: un imbianchino di 49 anni si lancia dal balcone a Trani perché da tempo non riusciva a trovare un posto di lavoro.
23 marzo 2012: un imprenditore di 44 anni si impicca con una corda legata a un carrello elevatore nel capannone dell'azienda di cui era socio. Succede a Cepagatti, nel pescarese. Il suo corpo viene trovato dai dipendenti. Il gesto dell'uomo sarebbe legato a motivi economici: sembra che la ditta avesse problemi finanziari.
21 marzo 2012: a Crispiano, in provincia di Taranto, un uomo di 60 anni, disoccupato da due anni e invalido civile, a causa dello sconforto per le precarie condizioni economiche, si rinchiude nello sgabuzzino della propria abitazione e tenta il suicidio impiccandosi. La moglie, non vedendolo più in casa e notando la porta del ripostiglio chiusa a chiave, si preoccupa e telefona ai carabinieri e tra grida e lacrime chiede il loro aiuto. Grazie all'intervento dei carabinieri e del personale del 118 l'uomo viene salvato.
20 marzo 2012: un uomo di 53 anni, residente in provincia di Belluno, a Sospirolo, viene trovato senza vita, impiccato, in una baracca dietro alla sua abitazione. Il 53enne, imprenditore edile, sarebbe un ennesima vittima della crisi: da qualche tempo infatti era in difficoltà economiche non riuscendo a incassare alcuni crediti. Il gesto estremo è maturato dopo che l'uomo è stato multato e si è visto sequestrare l'auto per guida senza patente.
15 marzo 2012: una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il lavoro in provincia di Lucca. La vittima ingerisce del liquido per sgorgare gli scarichi, un prodotto fortemente tossico, e finisce in ospedale.
9 marzo 2012: un commerciante di 60 anni, in provincia di Taranto, durante la notte si toglie la vita impiccandosi in contrada 'Ciaurro', nella Marina della cittadina jonica. La causa del gesto è da attribuirsi a problemi di natura economica.
9 marzo 2012: un falegname di 60 anni si toglie la vita a Noventa di Piave (Venezia) per motivazioni riconducibili a problemi di carattere economico. L'uomo lascia una lettera prima di compiere il folle gesto con una corda recuperata in azienda.
27 febbraio 2012: a Verona un piccolo imprenditore edile, dicendo di vantare crediti con vari clienti per circa 34mila euro, si presenta in banca chiedendo un prestito di 4mila euro. L'uomo, un 50enne titolare di un'impresa edile, vistosi negare il prestito dalla sua banca, verso cui era già debitore, esce dalla filiale e si cosparge di alcol tentando il suicidio. I carabinieri della Compagnia di Verona, intervenuti sul posto lo salvano.
26 febbraio 2012: un imprenditore si toglie la vita impiccandosi nel capannone della sua ditta, in provincia di Firenze. Il cadavere viene trovato dai familiari. All'origine del gesto le preoccupazioni dell'uomo, 64 anni, per la crisi economica che aveva investito la sua azienda: questo il senso del messaggio lasciato dall'imprenditore in un biglietto ritrovato accanto al corpo. L'uomo si impicca con una corda a una trave del capannone.
21 febbraio 2012: un piccolo imprenditore trentino, oppresso dai debiti, cerca di suicidarsi gettandosi sotto un treno merci, nei pressi della stazione ferroviaria di Trento. Viene salvato dal tempestivo intervento di agenti.
15 febbraio 2012: a Paternò, in provincia di Catania, un imprenditore 57enne si uccide impiccandosi in preda alla disperazione a causa dei debiti della sua azienda. Il cadavere viene rinvenuto in un capannone in un deposito di proprietà della ditta della quale era titolare.
12 dicembre 2011: un imprenditore si suicida per problemi economici a Vigonza, nel padovano. Prima di uccidersi con un colpo di pistola nel suo ufficio lascia un biglietto sulla scrivania con scritto: "Perdonatemi non ce la faccio più". Soffriva perché costretto ad accettare la cassa integrazione per i suoi dipendenti a causa di mancanza di liquidità.
10 febbraio 2011: un commerciante si toglie la vita impiccandosi nel suo negozio situato al centralissimo corso Umberto a Napoli. E' il figlio a fare la tragica scoperta. Prima di suicidarsi l'uomo lascia un biglietto ai suoi familiari: "Perdonatemi, non ce la faccio più". –
13 settembre 2010: troppi debiti, questa la motivazione che spinge un imprenditore 57enne a bruciare nella notte, a Firenze, il ristorante che gestiva da tre anni, e poi a togliersi la vita impiccandosi nel gazebo esterno al locale. L'uomo, secondo quanto emerso, aveva uno scoperto di 18mila euro in banca. Prima di compiere il tragico gesto, invia degli sms ai suoi collaboratori, scrivendo: ''Mi avete ammazzato con le vostre pretese, non riceverete più una lira, addio, arrangiatevi''. L'imprenditore doveva ai suoi dipendenti degli stipendi arretrati.
2 marzo 2010 - Un imprenditore si suicida a Camposampiero, nel padovano, per le difficoltà della sua azienda.
Speriamo ardentemente che dopo la Passione di Cristo cui queste povere vittime si sono unite, risorga, in chi di dovere, una coscienza civile ed umana.
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Sono presenti 3 commenti
E' un momento davvero drammatico per tante persone,la disperazione porta a gesti estremi e non si vede alcun provvedimento che aiuti persone tanto fragili Politici fate qualcosa!! Va bene salvare l'economia, ma le vite umane valgono molto più di una montagna di soldi, come fate a non capire!!!
Come vuoi che capiscano? Pensano solo a se stessi.
Ormai non vedono che soldi e potere e gli altri? Affari loro. S'impicchino pure!!!!!!!!
Dopo aver letto questo bell'elenco di suicidi per avvenuti debiti derivanti dalla crisi veniamo a sapere del mucchio di soldi malversati dalla Lega Ladrona! Scusate ma in che paese viviamo?
Vediamo di darci un taglio o prima o poi verrà anche la primavera italiana!
Capitela imbecilli che non siete altro.
Volete distruggere l'Italia per caso?
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